Fino a quel momento non aveva
avuto buoni pensieri.
Era da solo in
biblioteca davanti un testo ostico.
Il tempo che ci
resta.
Un titolo senza
dubbio messianico.
Per quella sera non
aveva ancora sentito nessuno.
La luna era sul
punto di compiersi.
Da lì a poco
sarebbe scomparsa lentamente fino a confondersi del tutto con la
notte.
Viveva una fase
critica di destrutturazione. Come se anche lui dopo aver toccato il
culmine stesse sul punto di sgretolarsi in tanti pezzettini.
In quei frangenti a
rompersi non erano solo i suoi pensieri ma anche le cose in uso a lui
vicine.
Le ruote della bici,
il computer, il forno...
Quel giorno era
toccato alla cerniera della tuta gialla da corsa.
Ormai non si stupiva
più.
Quello era solo
l'inizio di una morte lenta prima di trasfigurarsi in altro.
Non voleva stare da
solo.
In sala
non aveva incontrato nessuno di sua conoscenza. Tra una pagina e
l'altra percepiva tutta la sua estraneità tra quei studenti
disciplinati e silenziosi.
Non voleva
assecondare quel trand, andare a casa a vivere quel vuoto immenso.
Come un abbandonarsi incondizionato. Non era nelle sue corde.
Piuttosto sarebbe stato meglio non esserci, al limite dormire fino al
termine di tutto.
Da un lato tesseva
soluzioni, dall'altro le disfaceva con altrettanta velocità. Tanto
quanto sarebbe accaduto da lì a poco sarebbe stato altro. Oramai lo
sapeva per esperienza. Doveva solo affidarsi ciecamente. Come il
solito. Un salto nel buio. Poi qualcosa sarebbe successo.
Eppure ci aveva
provato fino all'ultimo.
Si era invitato a
cena da una sua amica.
Con lei si sentiva bene.
Con lei si sentiva bene.
Ma niente da fare.
Era già impegnata.
Saggio sarebbe stato
fermarsi, sospendere i pensieri.
Piuttosto valeva più
muoversi alla cieca.
Trascinati dal corpo
così come capita.
Lasciar fare agli
eveni.
Quella sera passò
pure all'elastico.
Chiuso.
Giocata pure
l'ultima spiaggia.
Dopo c'era solo la
strada dritta verso casa.
Sconsolato si stava
per avviare con la bici al suo fianco. Non del tutto domo
qualcosa lo tratteneva ancora, si frapponeva tra lui e il suo
cammino.
Poi una voce.
Ei...
Nella strada oscura
una figura nera nascosta sullo sfondo nero senza luce. Era stato
sufficiente un passo in avanti per smarcarsi da tanto buio e far
emergere in contrasto la silouette.
Un'apparizione
inattesa.
Per certi versi
sorprendente.
Quasi ci fosse stata una
porta segreta.
Non la riconobbe
subito.
Anche perché quella
sera fra tutte le persone possibili sembrava la meno probabile.
In passato sarebbe
corso da lei senza pensarci su.
Non mi riconosci?
Con un tono di voce
piatto, senza tradire particolari emozioni.
Bastò poco per
darle un volto, un corpo.
Lucy.
L'amica di sempre.
L'odi et amo più
lacerante di quei tempi.
Apertura e chiusura
assolute, senza mediazioni.
Vicina e lontana
quanto una meteora fuori orbita.
Fu spiazzato.
Come di copione.
Oltre ogni
aspettativa.
La soluzione la più
ovvia e immediata.
Allo stesso tempo la
più difficile.
Il tempo di
sfiorarsi le guance e arriva il suo compagno.
Passarono insieme la
serata al pratello.
Là trovarono pure
un'altra sbandata.
Si unì a loro.
Mangiarono di gusto
una piadina.
Poi si incamminarono
verso casa.
La serata non verrà
certo ricordata come tra le più memorabili.
I toni rimasero
bassi, pacati.
Però era quanto ci
voleva.
Il massimo per
quella notte.
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