Con lui però la
natura era stata abbastanza clemente.
Aveva qualche
capello bianco ma al confronto dei suoi coetanei non si poteva
lamentare.
Certo si era impegnato molto per mantenersi bene.
Sempre nell'ottica
di migliorarsi aveva provato a rendere più funzionali i difetti
congeniti. Però nonostante tutto quando si muoveva era ancora un pò
impaccaito. I suoi gesti non erano naturali. Il problema più grosso
le articolazioni fragili.
Da sempre ne aveva sofferto.
Da sempre ne aveva sofferto.
Come avesse una
spina nella carne quando camminava non si sentiva libero. Spesso per
il dolore perdeva il centro di gravità e si muoveva a scatti quasi
fosse una marionetta arrugginita.
Con tutto se stesso
provava a riequilibrarsi per trovare dei movimenti aggraziati. Ma più
si applicava tanto più la situazione gli sfuggiva di mano.
In bici però era
un'altra musica.
Qualcosa di magico
si attivava.
Il suo corpo sopra i
pedali a sfidare la gravità sembrava danzare. Lì seduto sul sellino
ogni paura, incertezza venivano meno. Tutti i movimenti erano in
armonia con il mezzo.
Spesso al limite
dell'incoscienza si gettava a tutta birra nel traffico.
Senza guardare da
nessuna parte gli veniva naturale schivare gli ostacoli di fronte
come fossero birilli. Tutto senza sforzo. Quasi avesse trovato
il giusto equilibrio con il mondo, con tutto quanto vi stava sopra.
Pedoni, bici, buche sull'asfalto. Ogni gesto veniva automatico. Senza
pensarci troppo.
Il momento più
emozionante il passaggio alla rotonda. Quando un flusso caotico di
auto indisciplinate si faceva strada prepotente.
A tutta birra vedeva
le macchine al suo fianco rallentare nervosamente. Senza indugiare si
buttava in mezzo tra una macchina e l'altra. I guidatori ignari non
avevano neanche il tempo di frenare. Lui era già dall'altra parte
con una precisione millimetrica. Un'incertezza di troppo e sarebbe
stato fatale.
Non aveva paura.
Sopra la bici si
sentiva un dio. E sfidava le normali regole sociali come gli fosse
tutto consentito o possibile.
Il piacere dopo era
immenso.
Quasi toccasse il
cielo con un dito.
Tale gesto era così
veloce da lasciare di stucco il guidatore ignaro.
Cos'era stato?
Chi era quel pazzo?
Spesso rimaneva
sorpreso anche lui.
Di certo se avesse
provato a ripetere quella manovra apposta non vi sarebbe riuscito né avrebbe
saputo spiegarne con precisione la dinamica.
Anche il dolore alle
ginocchia passava in secondo piano quasi non ci fosse più.
Per un momento tutti
i suoi pensieri si sospendevano diventando tutt'uno con la bici o
meglio dando tutta la sua anima al mezzo meccanico.
Una fusione
perfetta.
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