Alla fine pare
avesse ragione lui.
La terra è
insalvabile.
Solo pochi gli
eletti.
Il resto la massa di
dannati da amministrare.
Fallita ogni
speranza di salvare il mondo si spalancano solo le porte
dell'inferno.
La cieca
amministrazione economica della storia gira a vuoto su se stessa come
una macchina in corsa senza pilota. Ferita mortalmente sa solo
accanirsi su chi è sopravvissuto.
Tutti sono
colpevoli.
Tutti devono pagare
il fio della colpa di essere nati.
L'unica speranza
un'apocalissi integrale.
Intanto che fare di
questo mondo perso all'origine?
Aspettare la fine.
Amministrandola.
Con scrupolo.
Campo di
concentramento a ciel sereno di perdenti insalvabili.
Nell'attesa della
grande mietitrice.
L'unica in grado di
controbilanciare quell'atto di sfida.
Il voler essere
qualcosa qualcuno.
Ma anche lei va a
rilento.
Da sola non ce la
fa.
Nel frattempo la
macchina governamentale non ne vuole sapere di fermarsi.
Non è nella sua
natura.
Senza scopo rimane
solo da infierire sul cadavere moribondo di un'umanità in frantumi.
Per accompagnarla
alla fine prima possibile.
Non senza
sofferenza.
Dopo tutto della
terra di mezzo non rimarrà memoria.
Allora i morti
saranno solo morti.
Niente li tratterrà
ancora in vita come fantasmi immortali.
Nessun grido o
lamento verrà ricordardato.
Un velo di silenzio
coprirà tutto.
Solo allora si
spalancherà il tempo della gloria per i pochi sopravvissuti alla
destra del padre.
Nessun commento:
Posta un commento