mercoledì 1 febbraio 2012

Vibes

Percossa da dentro, un sussulto irrefrenabile si dirama ritmico da ogni parte della terra.
Impossibile sfuggirgli.
Ignaro sto sulla sedia immobile.
Fisso sul libro.
Le casse dello stereo vomitano musica new Dark sorta a partire dalle ceneri della Dubstep.
Musica profonda, ripetitiva come un mantra.
Penetrante come una melma oleosa in espansione.
Si viene attraversati dalle vibrazioni.
Si appiccica ai tessuti.
Ogni cellula resta contaminata irreversibilmente fino al nucleo.
Le pareti vibrano.
I vetri tremano.
A seconda della lunghezza d'onda.
Tutto viene scosso fino a implodere.
Fuori ha cominciato a nevicare.
Una neve finissima.
Le cose di fronte la finestra stanno per essere inesorabilmente ricoperte.
Pian piano ogni differenza viene meno lasciando il posto a un bianco candido gelido.
Ora è la volta di una tastiera bassa tremolante come il gemito viscerale della terra scossa.
Tutto si contorce e si contrae in attesa di una esplosione liberatrice.
La tensione si accumula.
I picchi diventano sempre più elevati.
Ci si sente confusi, spiazzati.
La sedia comincia pian piano a oscillare.
Non si capisce se è il corpo a trasmettere la vibrazione.
O viene da fuori?
Oramai è un tutt'uno con la musica.
L'oscillazione va avanti per un po'.
Un tempo incalcolabile prima di riassestarsi in un punto di quiete.
Anche il tavolo trema all'unisono.
Sopra la lampada si anima ciondolando su se stessa.
Si riconoscono chiaramente dei picchi in levare sul tappeto ondulatorio.
Da qualche parte qualcuno sta colpendo la terra come un gong.
Si contano i battiti regolari.
Uno, due, tre...
Si viene attraversati.
L'onda sale irrefrenabile.
Quanto si riuscirà a resistere ancora.
Il fiato si arresta.
I muscoli si contraggono.
Quale limite verrà raggiunto?
Il punto di soglia sta per essere toccato.
Ogni cosa potrebbe essere spazzata via in un istante.
Si continua a resistere con tenacia.
La tensione si fa palpabile come una lama affilata in procinto di rompere in due la terra.
C'è da rimanere stritolati per la stretta asfissiante.
Uno due tre secondi interminabili ancora.
L'intero sciame di onde attraversano la stanza, le pareti, il pavimento, i corpi come non ci fossero.
La materia scossa fin nelle fondamenta resiste.
Si piega senza spezzarsi.
Anche l'ultimo colpo passa.
Poi tutto si arresta come non fosse stato nulla.
Rimangono solo le vibrazioni basse della musica.
Appena sufficienti a stimolare il corpo, a attivare un movimento locale non abbastanza potente da stimolare il mondo fin nelle viscere.