Un muro tremolante avvolgente.
Oltre un mondo increspato prova a farsi spazio.
Nessun
compositore a orchestrare i suoni.
Parole
smembrate, sminuzzate, sincopate si contendono la scena. Si
sovrappongono rincorrendosi senza rispetto.
Risultato una sequela atonale bassa. Metallica come i suoni di un
vecchio ordinatore elettronico danneggiato.
La
bici è libera di disegnare traiettorie strambe.
Di
ondeggiare paurosamente tra l'alto muro di fianco e le barriere in
cemento armato dalla parte opposta.
Un
corpo legnoso fatica a andare avanti, a contrastare quel
movimento ondulatorio.
Lungo
la pista ciclabile altri ciclisti provano a abbozzare traiettorie più
efficaci. Difficile decifrare quelle manovre stravaganti. Preoccupati
reclamano il passaggio. Alla fine ci si sfiora pericolosamente. Una mossa
laterale nervosa lascia spazio. Di ritorno voci lunghe monche di
sillabe vibranti. Irriconoscibili. Suoni non segnati, indecifrabili
penetrano a fatica la corazza.
Risuona
l'eco distorto allucinato.
Esperienza
psichedelica allo stato puro.
Nessuna
volontà di capire.
I
suoni vengono campionati, mixati così come sono.
Al
grado zero di significazione.
Senza senso.
Afasia
dislessica noise.
Puro
divertimento autistico.
Fascinazione
per melodie sghembe riarticolate con le mascelle aperte, la bocca a O,
U.
Monosillabi
minimali sospesi, sovrapposti, allungati, ripetuti, scalati.
Nessuna
cura della fonte.
Può
essere una macchina radente, le perplessità di un
ciclista, gli echi lontani di una gru, il fischio stridente dei
freni, la sirena di un treno.
L'umidità
dell'aria è tale da appiccicarsi alle singole vocali come una
sordina, un gel avvolgente di melassa al punto da farle precipitare in basso sull'asfalto. Dopo un estenuante sfregolio sulla superficie ruvida fino a consumarsi del tutto abbandonano ogni pretesa di significazione.
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