In
piazza verdi c'è nada.
Un
mito di tante generazioni.
Fine
anni novanta l'incontro con ferretti, il rock indie emiliano.
L'ennesima trasformazione di chi ha vissuto in prima persona il vento
del sessantotto con il freddo dentro in cerca di un amore disperato.
Dopo il successo ha provato a non fossilizzarzi.
Si è circondata di giovani musicisti per aggiornare il sound. Ovviamene rock.
Ma non basta.
Dopo il successo ha provato a non fossilizzarzi.
Si è circondata di giovani musicisti per aggiornare il sound. Ovviamene rock.
Ma non basta.
Quaranta
minuti del nuovo repertorio.
La
piazza è stracolma.
Sotto
il palco generazioni lontane mescolate insieme.
Tutte
lì ad aspettare il grande momento.
Qualcuno
canta i nuovi pezzi.
Non
sono in molti.
Una
domanda ricorrente fa il giro della piazza.
Un
passaparola snervante.
Una
tensione palpabile pronta a esplodere.
Quando
i vecchi pezzi?
Lei
sul palco lo sa.
Troppo
grande la fama per essere messa da parte.
Il
prezzo del successo.
Il
lato tragico.
Inutile
ribellarsi al proprio destino.
Resta
solo di abbandonarsi docile nelle sue braccia.
Uno
sguardo verso i musicisti.
Un
cenno di assenso.
Così
sia.
Ancora
una volta pronta per il grande sacrificio.
L'ennesima
immolazione orgiastica offerta in memoria di tutti.
Bastano
poche note.
Il
trigger scatta.
Sotto
il palco si scatena la bolgia.
Un
boato di urla si eleva.
Tutti
a cantare a squarciagola quei motivi memorabili.
Gli
stessi ballati nelle feste trash accanto a cicciolina e tozzi, tra le
madonne di un tempo e quelle nuove.
Pop
porno.
Tutti
a braccia alzate, a dimenare i corpi in preda a follia orgiastica.
Pronti a profanare e a pervertire indistintamente ogni cosa in vista del puro
piacere.
Ecco
consumato il grande sacrificio.
Sul
volto di nada un sorriso mesto.
La
consapevolezza di non poterci fare nulla.
Vai
con ma
che freddo fa,
amore
disperato.
Uno
per uno si aprono i sigilli dell'apocalisse.
Il
mondo è ora in balia del grande seduttore.
In
piazza c'è spazio solo per la grande abbuffata.
Il
pasto il corpo squarciato in mille pezzi di nada.
Tutti
si saziano a volontà.
Lo
spettacolo potrebbe finire lì.
Anzi
no.
Il
bis.
Nada
prova a ricomporsi, a risorgere.
Ma
che importa oramai.
Gli
stomachi sono sazi.
I
liquidi sparsi ovunque.
Il
resto non conta.
Un
supplemento inutile quanto insignificante.
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