Sono andato da fabrizio a salutarlo.
L'apocalissi è vicina.
Un mondo è già crollato.
Si vive nel tempo della fine.
Nell'attesa di un nuovo non ancora del tutto manifesto.
Il sentiero verso il portone è ostruito da due
cavalletti a sostegno delle reti avvolgenti l'alto olivo secolare di
fronte casa.
Fresco il ricordo dell'ultima volta.
Lo stesso scenario.
Con fabrizio con un unico intento.
Raccogliere le olive.
Le chiacchiere a tempo debito.
C'è nessuno?
Una voce dall'alto.
Oh chi è?
Il vicino.
Fai il giro di casa.
Dopo poco sono sotto la pianta.
In alto appollaiato sopra un ramo vedo fabrizio tutto
preso a raccogliere le ultime olive.
L'indomani il frantoio serra i battenti.
Un countdown forzato prima della chiusura della stagione
delle olive. Poche ore di luce soltanto. Poi quanto fatto è fatto.
Sono qui per salutarti.
Vuoi che scenda?
No.
Nessuna distrazione dal tuo lavoro.
Salgo io.
Mi arrampico sul greppo fino alla scala poggiata sul
tronco. Un piolo alla volta mi elevo. Poi afferrato saldamente uno
dei grossi rami centrali mi proietto sulla superficie come fosse una
strada verso di lui. La percorro con sicurezza fino a raggiungerlo.
Per cadere poi a cavallo sul grosso ramo. Parliamo per più di un
un'ora intimamente uno di fronte a l'altro. Ramo contro ramo.. Come
fosse del tutto normale lassù per aria. Un bel saluto prima della
fine.
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