venerdì 5 ottobre 2012

Un gran casinò

Paola lavora a casa.
Viene da lettere.
Si è specializzata in lingue antiche a cominciare dall'arabo di un tempo. Lingue di mondi andati portati a nuova vita di tanto in tanto nelle aule universitarie. Parole morte ravvivate nostalgicamente solo dal corpo dei docenti o da qualche studente eccentrico. Lingue fantasma resuscitate occasionalmente a colpi di defibrillatore.
Barricata dietro la porta della camera ora si occupa dei contenuti delle pagine internet. Usa l'immaginazione per arredare creativamente alcuni siti di casinò virtuali, ma potrebbero essere anche porno. Non farebbe differenza.
Di giorno non la si sente.
Rintanata dentro la propria camera da letto sta davanti il monitor del computer fino allo sfinimento.
Da sola.
Isolata da tutto quanto la circonda.
L'unica finestra sul mondo lo schermo al plasma.
Quello è il suo regno.
Quando esce per rifocillare le membra affaticate per ore nella stessa posizione sembra uno zombie. Con le rote degli occhi strabuzzate, le pupille dilatate quasi si fosse fatta.
Normale domandarle se si è appena svegliata.
Ma no...
Sto lavorando.
Si mangia insieme fugacemente.
Il tempo di qualche chiacchiera.
In molti oggi cercano strade inusuali per aprirsi a nuove sperimentazioni sociali. Tutto sembra in movimento. Basterebbe lasciarsi contagiare.
Dopo un pò di batti e ribatti una risposta definitiva quanto una pietra tombale capace di affossare ogni altra possibile replica.
A me piace lavorare, fare questo lavoro.
Poi senza aggiungere altro si alza dalla sedia.
Saluta nel silenzio generale.
Con lo sguardo fisso alla ricerca di un monitor in grado di contenerlo si dirige a testa bassa verso la camera da letto di notte, da lavoro di giorno.
Uno scomparire irreale.
Si rimane intorno al tavolo ancora un pò.
Poi vista la bella giornata si decide di fare quattro passi. 
Uscendo passiamo davanti alla porta della sua stanza ermeticamente chiusa. 
La salutiamo. 
Nessuna risposta. 
La superficie bianco sporco della porta rimane serrata come una cassaforte. 
Oltre una sorta di interstizio sigillato aperto a una dimensione a noi inaccessibile. 
Tanta la curiosità di vedere cosa si nasconde dietro. 
Non senza il timore di trovare l'ennesimo inferno privato.


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