martedì 16 ottobre 2012

La creatività al potere...

è quanto si è realizzato da quando è partito come slogan del 68'. Siamo diventati tutti artisti al servizio (=servi) del potere...(capitalistico innanzitutto)... La società dei servizi, del terziario, dell'immateriale ha avuto bisogno di operai creativi... capaci di stimolare l'immaginazione al fine del consumo di merci... in grado di costruire le architetture virtuali, gli algoritmi della cattura dell'informazione... al prezzo di una società frammetaria, di soggetti isolati, schizofrenici, autistici... oggi a partire dal presente urge la necessità di liberare ancora tale creatività per creare, costruire da nuovo un mondo. A partire dall'organizzazione moltitudinaria della società, dall'impegno a sciame cioè finalizzato a singoli progetti capaci di aggregare il tempo della loro realizzazione... Inutile pensare di poter direzionare tale lavoro dall'alto, troppo grandi i dispositivi del potere contro cui bisogna competere... piuttosto bisogna sperare nell'ambivalenza costitutiva di tali dispositivi, nel resto di umanità non catturabile capace di resistere e di interagire con essi creativamente, seccessionisticamente...

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