mercoledì 27 luglio 2011

Mago Zurli

Le previsioni di oggi indicano tempesta.
Barricati in casa ci si sente ostaggi della situazione.
Si vorrebbe uscire, fare sport su un prato, ma non è possibile. Si è sequestrati dagli eventi in attesa di una schiarita per partire con nuovi progetti.
La zia appena uscita dall'ospedale è andata in crisi di brutto. Senza più timoniere in mezzo ai flutti alti delira. Altro non può fare, ostaggio della propria emotività, di un pensiero distaccato da tutto capace solo di girare a vuoto inarrestabilmente.
La nave affonda e la zia si attacca a qualsiasi legno disponibile per non sprofondare del tutto. Questioni di tempo.
La nuova apocalisse avviata ha la sua storia. Un inizio, uno svolgimento, un'economia votata alla sopravvivenza assistita. In nome di una possibile qualità della vita.
Riuscirà il sistema zia a reggere l'urto e mettere insieme i pezzi residuali, il salvabile?
Finora ha dato prova di una resistenza inaspettata. Oltre il delirio, il vaneggiamento, il suo corpo non molla. Anzi resiste strenuamente, prova a riorganizzarsi per ripartire ancora. Come fosse un terminator inarrestabile in grado di trasformarsi irresistibilmente in qualcosa... a partire dai propri cocci smembrati.
Datemi tempo e vi stupirò.
Tutti siamo in attesa del nuovo miracolo. Titubanti e spaventati casomai dal dopo. L'ulteriore livello del gioco. Uno step in cui può accadere di tutto. Prima del fatidico game over.
In tanta trepidazione non resta di ridere a crepapelle senza motivo apparente. In macchina, sulla scrivania, mentre scrivo. Senza un perché. Un riso puro, viscerale. Una ginnastica mascellare per attivare un po' di positivo così da mettere in scacco abitudini implicite deleteree. Un modo come tanti per distogliere l'immaginazione barando.

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