L'incontro del giovedì è finito.
C'è da passare la notte.
Cambio di programma.
Si sale a bologna.
In fretta.
Alle otto e quarantacinque l'ultimo treno parte.
Bisogna arrivare alla costa.
Diciannove chilometri da coprire in macchina.
È già notte.
Mi avvicino al casello autostradale.
Non resisto alla tentazione.
Guardo l'orologio.
C'è il tempo per un timido tentativo.
Parcheggio la macchina nelle vicinanze.
Prendo lo zaino e di corsa mi avvio al casello.
Per recuperare anche quei pochi secondi.
Magari quelli necessari per non perdere l'appuntamento.
In poco tempo sono operativo.
Due, tre tentativi a vuoto.
Poi il colpo grosso.
Una macchina grande con due persone vestite da colletti
bianchi.
Vanno a trieste.
È fatta.
Sono le sette e quarantacinque.
Salgo.
Il tempo di prendere lo zaino, aprire la portiera.
In un batter d'occhio sono dentro.
Non più di due minuti.
Sono due ingegneri della finmeccanica.
Andrea e matteo.
Andrea è mio coetaneo.
Ha due figli.
Matteo è silenzioso.
Di lui non è dato sapere molto.
A condurre la baracca sembra il guidatore, andrea.
È lui a parlare, a discutere dei massimi sistemi, a
essere aperto per un confronto. Va veloce.
Centrotrenta.
Centocinquanta.
Ha pure il segnalatore degli autovelox.
Un'applicazione da poco scaricata sul suo tablet lì in
bella evidenza al suo fianco.
In un baleno arriviamo vicino s. lazzaro.
Sono appena le nove e venti.
Da lì a poco l'uscita per bologna.
Due chilometri e mezzo ancora.
Poi l'imprevisto.
Alcune macchine ferme con accese le luci di posizione
lampeggianti.
In un attimo si forma la fila.
Ci fermiamo.
Come noi tutti gli altri.
Di botto siamo circondati da camion, auto.
Si spengono i motori.
Solo le luci rimangono accese per non far prevale il
buio.
Di fianco a noi un camionista sta fumando una paja sul
suo abitacolo.
Ha il finestrino abbassato.
Chiediamo cosa è successo.
Incidente.
Due auto, un camion.
Una di queste avrebbe preso fuoco.
Aspettiamo.
Nel frattempo sfidiamo su internet altri utenti non
impegnati a delle prove di abilità di cultura generale.
Gli argomenti i più disparati.
Dal cinema, al tempo libero, alla filosofia, alla
natura.
Un'ora tonda se ne va.
Poi il serpente d'auto si risveglia.
Lentamente comincia a muoversi.
Qua e là si riaccendono i motori.
Si parte.
Novecento metri percorsi piano piano.
Vediamo tre macchine distrutte, un camion parcheggiato
di lato poco più avanti.
Alla velocità di centotrenta avremmo percorso quel
tratto in poco meno di due minuti.
Lo stesso tempo impiegato per salire al casello.
Un tempo fatale.
Due minuti in meno e si poteva essere lì per un
appuntamento con la morte.
O forse per qualche secondo si sarebbe evitata la fila e
si sarebbe più vicini alla meta finale.
Difficile saperlo.
Questione di pochi secondi, di pochi metri.
Tutto sarebbe potuto essere differente.
Ci scherziamo su.
Mi dovete una cena.
Ancora pochi minuti e sono arrivato.
Prendo lo zaino, scendo salutando i due viaggiatori con
una stretta di mano.
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