Casello di rimini sud.
L'eterna croce.
Tanto traffico.
Ma farla andare dritta non è mai facile.
Al telefono c'è pierpa.
Fa così caldo da avere il giaccone poggiato sullo
zaino.
La telefonata si protrae amabilmente.
Una macchina della polizia si affianca rallentando.
Il finestrino di destra scende lentamente.
Piano piano scompare il mondo riflesso per lasciare
posto a un uomo in uniforme.
Sei uno del cantiere? Non senza una dose velata di
ironia.
No. Senza interrompere la conversazione con il pierpa.
Documento per favore.
Dal portafoglio viene magicamente estratta la patente
con la mano sinistra. La destra invece stringe forte il cellulare
poggiato al padiglione auricolare.
Con il dito fanno segno di seguirli fin lì.
Pochi metri più avanti.
Dove si stanno spostando nel frattempo per non ostruire
il traffico.
A ralenty li seguo così impegnato a parlare al
microfono.
Ej ti saluto è arrivata la pula, hanno i miei
documenti.
Come sei arrivato fin lì?
Mi hanno portato degli amici.
Il solito mantra.
Lo sai...
Non puoi stare qui.
Si, si lo so.
E ora cosa fai?
Aspetto altri amici.
Fra quanto passano.
Al massimo cinque minuti.
Mentre succede tutto questo un palloncino blu si
avvicina leggero rimbalzando sull'asfalto. Gli vado incontro per
raccoglierlo. Poi lo porto delicatamente davanti il volto del
poliziotto stringendolo con le dita fino a deformarlo un po'.
C'è stata una festa ieri sera?
Mentre sorrido spensierato.
Anche perché dentro c'è tanta energia positiva, voglia
di giocare, scherzare.
Non fa una piega.
Però qualcosa gli sarà passato per la testa.
Lo si vede dallo sguardo sfuocato.
Tipo... mio dio questo è tutto scemo.
Mi ridanno il documento.
Poi se ne vanno tirando su il finestrino.
Lentamente ricompare centimetro dopo centimetro quel
mondo riflesso davanti per un momento inabissatosi.
Poi come nulla fosse.
Verso nord?
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