Da molto non li
frequentava.
A yoga ora andava
poco.
Una volta ogni
tanto.
Per non perdere i
contatti.
Perché c'erano
persone care da salutare.
E poi si sa...
Apparire
all'improvviso è sempre qualcosa di eccitante.
Per se, per gli
altri.
L'ospite non più
inquietante, ma atteso.
Davanti solo quanto
di positivo.
Il resto non
importa.
Almeno non in quel
momento.
I conti si faranno
poi.
Quando si sarà di
nuovo tornati alla normalità.
Potranno allora
riemergere le vecchie ferite silenti mai dome del tutto, pronte a
riemergere quando meno te lo aspetti. Lo vedi dallo sguardo, dalla
posizione del corpo, dal tono di certe affermazioni.
Ma va bene così.
Oggi è giorno di
festa.
È tornato il
figliol prodigo.
Di corsa a
ammazzare il vitello.
Magari non il più
grasso.
Ma bando alle
ciance.
C'è spazio solo per
il sorriso.
Per chi torna a casa
è una botta di adrenalina.
Un tonfo al cuore
vedere tanti volti amici.
Certo non tutti.
Qua e là le sabbie
mobili.
Un passo falso è
già pronto a spalancarsi l'abisso senza fondo.
Basta aggirarlo come
si fa quando si è in mezzo ai vortici del maelstrom. Lambirli senza
avvicinarsi troppo.
Quel giorno tra i
tanti in attesa fuori c'era pure una vecchia conoscenza.
Eri lì per il corso
di danza afro.
Il tempo di uscire
dalla sala.
Un richiamo
familiare di una voce femminile pronta a scandire con sorpresa il suo
nome.
Si incontrarono
sotto la volta della porta.
Uno davanti a
l'altra.
Vicini fino a
sentire il calore.
Un istante infinito.
Nel silenzio un
leggero movimento all'indietro della testa di lei.
Poi dall'alto verso
il basso.
Spostamenti minimi
per assecondare la curiosità delle pupille lucenti, mentre i muscoli
della retina si contraevano ritmicamente per mettere a fuoco, fin nei
minimi dettagli, particolari inediti. Le tessere per una nuova trama
identificativa oltre le semplici parole. Non senza un certo
sentimento di spiazzamento
A contare solo il
corpo lì davanti.
I segni indelebili
sopra incisi.
Pronti a parlare in
sua vece.
Quanto bastava per
colmare di senso il lasso di tempo dall'ultimo incontro.
Un frangente
lunghissimo.
Uno dopo l'altro giù
tutti i veli fino a arrivare alla superficie nuda. Al di là di ogni
possibile mascheramento. Quasi lo stesse sfiorando con le mani
centimetro dopo centimetro per percepire ogni pulsazione, le crespe
della pelle fino a lambire le ferite invisibili.
Così a nudo
difficile resistere un istante di più.
Un gelo fastidioso
percorse la sua schiena.
Quasi fosse con le
spalle al muro.
In totale mercè
dell'altra.
Senza poterci fare
nulla.
A fronte di quello
sguardo profondo quanto superficiale.
Alla fine quel
silenzio insopportabile venne squarciato da un provvidenziale wow
seguito da una serie di parole buttate fuori a raffica pur di
tappezzare di nuovo quel corpo spoglio.
Troppo il freddo da
sopportare senza rivestimenti.
Glielo comunicò.
Anche perché la
considerava un'amica profonda.
All'inizio rimase
spiazzata.
Poi ci scherzarono
su insieme.
Si salutarono
calorosamente con la promessa di rivedersi presto.
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