Come
sia nato l'uomo rimane un mistero.
Da
circa 250000 anni si sono succedute tante variazioni spesso
inspiegabili fino a giungere ai nostri giorni.
Circa
10000 o 20000 anni fa, cosa cambierebbe, l'ultimo uomo, quello
sapiens o anche faber, tecnologico. Apparso tra le valli della
Mesopotamia, dell'India fino all'Africa nord orientale. Ma poteva
essere la Siberia, o il freddo nord Europa, o il centro America. Di
punto in bianco ecco apparire anche il grano come lo conosciamo oggi,
gli animali domestici e via dicendo.
C'è
chi attribuisce tale passaggio a qualche cultura aliena. Un esempio
per tutti Kubrick e il suo 2001 Odissea nello spazio. Per Castaneda
si tratta piuttosto di essere spirituali predatori (I Voladores)
venuti a colonizzare la terra per utilizzare la macchina uomo al suo
servizio come in Matrix. La stessa Bibbia narrerebbe secondo la
traduzione letteraria di Mauro Bilino dell'alleanza con Javè, uno
dei tanti Eloim venuti per governare l'umanità. Gli Eloim ovvero
un'altra etnia, civiltà aliena evoluta capace di indossare i panni
umani, di generare insieme discendenze semidivine (come nelle
mitologia greca).
Avanzati
al punto da riuscire a modificare geneticamente l'uomo per farne un
docile strumento di controllo grazie al potenziamento/innesco della
mente sopra le altre funzioni biologiche “naturali” cioè
avvenute per mutazione spontanea. Tale scenario è in parte lo stesso
ipotizzato da Stargate.
Ora
che fine hanno fatto gli Eloim nessuno lo sa. La maggior parte
dell'umanità se ne è dimenticata, anche per il tentativo di
nascondimento, traviamento operato da certe istituzioni secolari
statali o religiose che siano,
C'è
invece chi li vede ancora come Caterina Stefania una “aperta”
capace di andare “oltre la barriera”, alias velo di Maya, Matrix.
Con lei padre Tomislav uno dei frati protagonisti a Medjogore. Ora
entrambi in abruzzo in una comunità mistica intenti a fare rituali
cosmici ai quali parteciperebbero pure entità aliene.
Anche
Castaneda a suo modo parla della stessa cosa, di piani di realtà
differenti al di là della matrice interpretativa di questo mondo, di
un cosmo popolatissimo aventi finalità predatorie.
Ma
torniamo agli Eloim, scomparsi certamente dal piano visivo non prima
di aver innescato nell'uomo quei dispositivi culturali alla Foucault
capaci di imbrigliarlo entro maglie fitte, la grande barriera, con lo
scopo di predisporlo al lavoro, alla conservazione della specie per
farne carne da sfruttamento. Insomma l'uomo come schiavo. Lo stesso
prefigurato da Platone dentro la caverna, cieco fino alla paranoia.
L'uomo macchina imperfetto, perché frutto di una sintesi
approssimativa. L'unico animale sulla terra senza ambiente,
produttore di mondo artificiale, sfruttato da potenze superiori per
depredarlo del suo lavoro, della sua conoscenza, della sua energia.
Questo
lo scenario più ampio del potere rispetto a quello ipotizzato
politicamente dalla comunità invisibile.
Rimane
lo stesso unico fine possibile, quello della liberazione assoluta
dell'uomo da tutto quanto ci predispone, ci obbliga alle nostre
spalle sia come forze occulte, sia come poteri secolarizzati e via
dicendo. Se per Colombo andare oltre la barriera significava superare
spazialmente le colonne d'Ercole. Oggi i nuovi confini da superare in
un mondo globalizzato sono oltre l'u-topia intesa almeno entro queste
leggi fisiche Per rilanciare in un inaudito “non luogo” dove
tutto è possibile, tutto è connesso, tutto può nascere. Luogo,
mondo spirituale di connessioni inimmaginabili, l'oceano infinito da
solcare grazie al nostro doppio, il corpo energetico recuiperato,
ristrutturato, rivitalizzato, potenziato, fatto sorgere
alchemicamente da quella macchina fisica usata primariamente per
semplici scopi materiali di sfruttamento quotidiano, al massimo di
sopravvivenza. Grazie a un altro uso dello stesso, a una
economizzazione delle energie per mettere la macchina a regime fino
al punto sogliare della trasformazione-trasfigurazione-precipitazione
alchemica nell'uomo spirituale. L'unico a saper andare oltre la
barriera, di “vedere”, “conoscere” silenziosamente attingendo
a quell'infinito oceano di conoscenza di energia a cui avrebbe
accesso.
È
sempre un problema di pratiche, del fare, il “grande fare” come
lo definisce Gurdjeff. Ma prima dobbiamo conoscersi meglio, come
siamo fatti, quali sono le nostre potenzialità al di là dei limiti
imposti dal sistema. La via politica da sola non basta per rispondere
a tali questioni. Certo è di grande aiuto per svelare certi
dispositivi, per cominciare il processo di liberazione. Ma è solo
l'inizio. Certo è sempre un problema di economia, di buona
amministrazione. Ma il problema va spostato su tutti i livelli
possibili. Dal macro al micro e viceversa. Dal fisico, al mentale
allo spirituale, dall'infinitamente piccolo fino al cosmico.
Antropologia spirituale la più materialistica possibile. Poi si
vedrà.
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