Una grossa cavalletta comune.
In silenzio.
Per una settimana.
Attaccata a un infisso.
Alla vita.
Inutile il tentativo di spostarsi
lentamente in alto.
Un giorno qualunque è caduta giù.
Per terra.
Vinta dalla gravità
Gli ultimi istanti sul pavimento.
Immobile.
Poi piegata di fianco.
Di colpo.
Senza dire nulla.
Un altro passo verso il baratro.
Ma non ancora.
Una lunga matita scesa dal cielo.
La forza ancora di aggrapparsi con
tutta se stessa.
Per stramazzare ancora.
Rigida per sempre.
Senza vibrare più.
Solo riflessi automatici delle
miofibrille.
Per confermare la sua natura
macchinica.
Poi neanche più quello.
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