domenica 18 gennaio 2015

Congedo où les enfants du paradis

Le parole e le cose.
Parole, note, immagini, luoghi svuotati di senso.
Senza più cercare un mondo.
Pensare di averlo sopportato fino a allora la grande sfida, illusione.
Manierismo puro.
L'unica seria possibilità ancora.
Uscire dalla storia.
Senza negarla.
Solo svuotandola da dentro per pienezza.
Lasciandola essere.
La scrittura, la canzone perfette.
Perfettamente inutili.
Inconsistenti.
Con i segni evidenti delle microcrepe sparse dappertutto.
Oltre ogni scrittura del senso.
Autodisgregazione della pagina bianca.
Come don chichotte fa con lo schermo del cinema brandendo la spada nella rievocazione di welles.
Rimane un misto tra ilarità spiazzante e l'ennesima possibilità.
Sapendo questa volta di stare giocando solo col niente, il vuoto da sempre sullo sfondo.
Resta solo la contemplazione pura di una potenza (in questo caso romantica) agita senza altri fini.
Una rievocazione con letizia, con il sorriso sulle labbra.
Come se si stesse rivedendo tutta la vita passata oramai abbandonata però senza formulare giudizi. Osservandola da un altro livello. Nuove vie di fuga vissute, tracciate, create.
In ogni caso niente a che vedere con la nostalgia.
Solo un guardare bonario, pacificato quel passato lasciato essere senza più interrogarlo, indagarlo.
La stessa visione di chi dal paradiso gettasse per un attimo lo sguardo giù nella creazione.
Operazione questa nettamente distinta dalla rievocazione trash.
In quanto libera dalla pulsione di trasgressione, dalla legge del piacere, dal desiderio orgiastico affaccendato a triturare, profanare, desadizzare ogni cosa secondo i propri fini edonistici di transvalutazione. Niente letizia, al massimo un agire consapevole, condiviso, democratico nello scambio dei ruoli quando va bene.
Anche nel congedo si tratta di profanare, liberare tale livello dalla dimensione sacra trascendente per lasciarlo essere pacificamente, rispettosamente. Senza interrogarlo, agirlo ancora secondo una logica economica del valore transvalutato, ricodificato. Tutto è compiuto, realizzato, perfetto senza bisogno di replica. Certo sempre possibile la ricaduta, il rimescolare le carte, la riterritorializzazione. Ma questa è un'altra storia.


Tu sei la luce

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