Essere dotati, posseduti, affetti da uno spirito
critico cosa significa?
Secondo il Devolo Oli l'aggettivo critico deriva dal greco krinos.
Krinos indica il saper distinguere, giudicare. Tale aggettivo
evoca anche una crisi, un punto di rottura. Punto critico, fase
critica, temperatura critica, massa critica, indicano un punto
sogliare dove le cose precipitano all'improvviso, cambiano di fase,
si trasformano, si attivano.
Saper criticare richiede una particolare attenzione, una presenza non
banale. Tale attenzione critica la si produce tramite una
sconnessione, uno sfasamento da quanto si afferisce. Senza esagerare
però. Altrimenti la realtà ci sfuggirebbe di mano, non sarebbe più
immediatamente presente. Essere sconnessi significa non essere più
soggetti, abbagliati, sedotti dal presente così com'è. Non essere
affascinati dal presente significa non essere flashati dalla sua luce
abbagliante. Riuscire a stare con gli occhi aperti nonostante
l'abbaglio. Solo allora si riuscirà a vedere il buio, il vuoto da
cui tutto nasce, si genera. Come quando mettendo gli occhiali scuri
si riesce a vedere le macchie solari. Sa guardare il presente in modo
critico chi è investito oltre dalla luce anche dal fascio di
tenebre, dalle ombre del proprio tempo. Questo vuol dire non
identificarsi. Solo chi ha uno spirito critico sa prendere le
distanze dal flusso anonimo della vita. Ovvero sa vedere qualcosa di
inattuale nell'istante presente, qualcosa che non coincide con se
stesso, una frattura, un non risolto. Saper leggere il presente
significa innanzitutto portare alla luce le distinzioni, gli schemi
di pensiero, le figure storiche, i compiti ai quali siamo stati
consegnati. Siano essi culturali, storico-politici, o naturali
biologici. Vedere cosa ci muove, come funzioniamo, a quali fini,
scopi siamo strumentalmente orientati. In quale modo le nostre
potenzialità sono delimitate, usate, vincolate, contenute. Riuscire
a liberare tali potenzialità non vuol dire destituire tali figure
per opporvene altre alternative. È sufficiente riuscire a
arrestarle, sospenderle deponendole. Ovvero significa saper rimanere
sospesi nel negativo, nell'inoperosità per rompere la relazione, il
rapporto a cui si era in precedenza legati. La parola legati deriva
da legein, da cui logos. Uno dei significati di logos è anche
rapporto. Insomma bisogna slogarsi, slegarsi. Riuscire a contemplare
la propria potenza senza doverla riarticolare in nuove economie,
scopi storici. Contemplare deriva da theorein, da thea ovvero vedere,
da cui teoria. Tale destituzione libera la potenza in precedenza
sottomessa a quelle figure storiche per renderla disponibile per un
nuovo uso da armonizzare volta per volta con il flusso vitale, il
ritmo del tutto, dello spirito. Senza esserne schiacciati, annullati.
Anima è quel medio tra lo spirito e il corpo. Essa non è
assimilabile, riducile né allo spirito né al corpo eccedendo
entrambi. Una volta emersa nel soggetto assume il ruolo di
mediatrice, di mezzo di comunicazione tra il tutto indifferenziato e
l'individuo finito armonizzandoli.
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