Mesi e mesi di liti.
Urla, sedie sbattute
a terra.
Di giorno, di notte.
Al punto di dover
mettere i tappi alle orecchie.
Alla fine una
spiegazione.
Alzaimer da parte di
lei.
Una memoria in
procinto di sgretolarsi, di dissolversi.
L'effetto la perdita
del mondo condiviso fino a qualche mese prima con il marito.
Chi sei?
Cosa ci fai in
questa casa?
Le domande
ricorrenti.
Oltre solo un fare
ottuso.
Attivato grazie a
memorie ancestrali scritte nel profondo.
In paziente attesa
di essere erose anch'esse.
Poi l'arresto
totale.
Uno sguardo perso
nel vuoto.
Un corpo immobile
senza più desiderio, volontà.
Vita nuda allo
sbando.
Come poterlo
accettare.
Troppo il peso da
sopportare per lui.
Un mondo condiviso
non più condiviso.
Al suo posto una
realtà aliena per i giorni a venire.
Il disfacimento di
lei a ricordare la perdita di tutto.
Fine del senso,
dell'amore.
Apocalissi privata
per l'eternità.
Una pura follia.
Per cercare di
tamponare tale emorragia di senso aveva provato a opporvisi con tutto
se stesso pur di conservare tra le tante parole dette un briciolo di
significazione residuale. Spesso obbligandole prepotentemente a
sopportare ancora quella realtà comune costruita insieme in tanti
anni.
Una missione
impossibile.
Persa in partenza.
Almeno per chi aveva
fatto dell'anarchia assoluta il suo fondamento.
In risposta solo
parole eruttate a caso a inseguire un desiderio nomade senza più
centro.
Come far fronte a
tale situazione.
Come riuscire a
stare di fianco a un quasi vegetale.
Nei momenti più
cupi rimaneva solo di negare tale evidenza per salvare ancora una
qualche minima veste di umanità. Anche a costo di cucircela addosso
a forza. Alzando il tono della voce fino a urlare pur di incidere
efficacemente quella memoria liquida. Come scrivere con un bastone
sul bagnasciuga. Onda dopo onda a cancellare tutto. Un compito
infinito. Di certo tragico quanto disperato.
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