martedì 12 febbraio 2013

L'amore che resta

Al di là dell'apparenza, del bello. Il modo di darsi spensierato della grazia. Non più legati a qualcosa, a quanto la natura o la personale storia ha consegnato a ciascuno come destino. Il segreto non disvelato di un'esistenza, la proiezione fiduciosa di mondi possibili a una spanna. Solo a allungare la mano, a crederci fino in fondo. Questa la seduzione della vita. Il suo abbaglio luciferino. Vivere e basta, lasciarsi flashare senza guardarsi mai allo specchio. Tanto non vi rifletterebbe nulla. Almeno se non si è prima morti all'improvviso, se non si è visto il crollo istantaneo di quel mondo incantato, fatato, un po' magico.
Si sa, la bellezza ha il suo tempo.
Sfioresce prima o poi.
E non è un fatto solo anagrafico.
Un po' come lasciarsi infatuare da una maschera ben indossata. Bella fin che dura.
Alla fine la scopri inautentica.
No, c'è dell'altro.
Prima però bisogna essersi nutriti dell'albero della conoscenza, essere caduti.
È vero, dopo ci si disincanta, ci si vede nudi.
Vestiti con l'ultima apparenza possibile.
L'inapparenza stessa.
Cioè la vita messa a nudo, l'istantantanea del suo vuoto, del suo nulla fondamentale.
Impossibile poi ricoprirsi, tornare a come prima senza sembrare zombie o fantasmi.
Truccarsi non aiuta di certo.
Arduo compito anche rimanere nudi per sempre.
Eppure è solo assumendo questa rivelazione possibile fino in fondo a permetterci di cogliere la vita nella sua dimensione più autentica, la contemplazione dell'haecce! Allora spogliati di tutto si può rilanciare nell'amore. Non certo erotico, ma fraterno. Eroico casomai. Perché ci vuole coraggio a stare nudi, fermi nella propria fissità vuota esposti all'altro. Non più per sedurlo, per portarlo da qualche parte, per fargli fare qualcosa. No, non si va più da nessuna parte né bisogna adoperarsi per forza. Al massimo viene naturale abbracciarsi per sentire il tremito vitale allo stato puro, la vita nuda in potenza, senza più scopi o mete prefisse. Solo l'esposizione di ciò che resta basta. La cosa più bella il gesto stesso della spoliazione. L'unico momento veramente autentico. E non c'è più storia.

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