lunedì 1 marzo 2010

Casca il mondo, casca la terra, tutti giù per terra

Stamattina hanno trovato Mondino steso di fianco al suo letto.
Senza vita.
La madre, ovvero zia Gina, assicura al telefono si sia trattato di infarto.
Era pure tutto nero in volto.
Infarto no?
Che ne dici?
Boh...
Ma fosse anche suicidio...
Tanto sarebbe stata comunque la stessa cosa.
Fine di un'esistenza travagliata e deragliante.
Spesso delirante.
Tra pasticche calmanti, rimbotti confusi contro il mondo e Mondino.
Tutto si era tramutato indistintamente in un nemico ostile.
A partire proprio dalla stessa vita.
Un'esistenza marginale.
Eppure presente e reale anch'essa.
Trascinata faticosamente tra la gelateria “bene” del paese dove era solito fare colazione, il più “popolare” bar della stazione, la strada per il fiume e la casa di campagna antistante.
La sua prigione per oltre cinque decadi.
Tra una fuga e un mesto ritorno.
Nel tentativo inutile di ribellarsi al proprio destino da paria.
Come tanti suoi simili.
Almeno fino a quando non si sono esaurite le soluzioni possibili.
Allora si è fermato e si è lasciato distruggere localmente in silenzio.
Lontano da tutto e da tutti.
Aspettando come un animale ferito a morte di tirare le cuoia il più velocemente possibile.
Non senza tremiti e convulsioni.
Pronto istintivamente a scagliarsi con la bava alla bocca contro chiunque avesse tentato di avvicinarsi.
Anche lui ha compiuto fino in fondo il suo destino.
Come tutti.
Come tutto.
Prima o poi.

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