venerdì 2 settembre 2011

Memorie di uno schiavo

A far compagnia alla zia ora c'è anche Yzu.
È morto la fine di agosto.
Di cancro.
Come la zia.
Sembra non si sia voluto affidare alle cure del caso e abbia accettato di restituire tutto prima possibile per essere definitivamente libero. Lui che si chiamava per scelta Yzu schiavo.
La notizia non sorprende più di tanto.
Aveva la morta scritta in corpo, nel volto.
In fondo come tutti.
Però lui non lo nascondeva.
Per un po' ha provato a prendersene beffa, a sfidarla.
Come scagliarsi contro i mulini a vento.
Forse morire è stata una soluzione.
Non so se un bene.
Comunque una liberazione.
Dal mal di vivere.
Dal risentimento di esserci.
Dopo aver appreso la notizia, di notte sono andato a vedere la sua pagina internet. A caccia delle ultime tracce lasciate.
Al posto della solita foto c'erano le sacche di sangue con i tubi allacciati.
Una scena già vista.
Ironica per chi vestiva abitualmente i panni di un vampiro randagio assetato di alcol.
Durante l'estate, con la zia moribonda, l'ho incontrato più di una volta al solito baretto vicino al teatro comunale.
L'aspetto non era per niente buono.
Ma non troppo differente da tante altre volte reduce da sbronze, nottate insonni.
Sapeva tutto ma non ha mai lasciato trapelare nulla. Come se non stesse succedendo niente di particolare.
In fondo si muore da sempre.
Con il contagocce.
Teneva tutto nel groppone in silenzio.
Con la pesantezza camuffata di un Atlante.
Senza fiatare.
Portando sulle spalle il proprio fardello.
Con dignità.
Sempre pronto alla battuta.
Fino alla fine.

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