tag:blogger.com,1999:blog-7863457161976151502024-03-05T08:47:38.869-08:00schegge nella carneDiario esistenziale micrologico di una forma di vitaNoisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.comBlogger244125tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-56229530083149820242019-01-06T08:45:00.001-08:002019-01-13T21:03:21.383-08:00Beni comuni - 27 gennaio 2019 a Camere d'Aria<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "calibri" , sans-serif;"><span style="font-size: medium;">Secondo
Ugo Mattei, nel libro “I beni comuni. Un manifesto”: nella
cultura politica dell'illuminismo i beni comuni sono stati esclusi
dal novero delle categorie politiche e giuridiche rispettabili e sono
stati relegati a luoghi del pre-moderno, del selvaggio e del
medievale tanto da chi è favorevole tanto da chi è contrario alla
proprietà privata. Il COMUNE cessa di essere uno statuto
epistemologico dei beni avente pari dignità rispetto al PUBBLICO o
al PRIVATO. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "calibri" , sans-serif;"><span style="font-size: medium;">La
nostra realtà è costruita intorno a categorie del possibile che
escludono i beni comuni proprio perché la loro privatizzazione
continua e progressiva, a scapito della natura e degli altri esseri
umani, è considerata un dato naturale non solo certo e irreversibile
ma anche desiderabile. Restituire dignità politico culturale ai beni
comuni significa fondare il discorso politico e giuridico su un'altra
realtà, quella di un MONDO NATURA, che non possono appartenere a
qualcuno soltanto ma che devono essere condivisi e accessibili a
tutti. Significa concepire prima gli interessi comuni di tutti gli
umani concepiti come un ECOSISTEMA DI RELAZIONI DI RECIPROCA
DIPENDENZA e solo successivamente gli interessi individuali, poiché
gli individui non sono neppure materialmente concepibili come monadi
isolate. I beni comuni smascherano gli assunti irrealistici
dell'individualismo Borghese.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "calibri" , sans-serif;"><span style="font-size: medium;">Nel
libro “Comune, oltre il privato e il pubblico”, sorprendentemente
Toni Negri ci dice che per ridare dignità ontologica al Comune non
si può prescindere da una nuova forma-di-vita fondata su due
concetti profondamente interrelati tra loro che giocano un ruolo
assai significativo: <br />povertà e amore.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "calibri" , sans-serif;"><span style="font-size: medium;">L'amore
è un concetto che offre un'altra prospettiva per comprendere la
potenza e la vita nel comune. L'amore è un modo per sfuggire alla
solitudine dell'individualismo ma non, come il discorso dominante ci
suggerisce, per isolarci di nuovo nella vita “privata” in coppia
in famiglia.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "calibri" , sans-serif;"><span style="font-size: medium;">Amare
significa entrare in contatto, ovvero in una relazione produttiva,
cioè efficace-creativa all'interno di una dimensione olistica,
universalistica del mondo visto come un sistema complesso emergente
vivo plurilivellare non lineare. Più semplicemente sentirsi parte
del tutto, partecipare del tutto. Ovvero percepirsi essere tutto in
tutti e tutti nel tutto. Sapendo che ogni cosa interagisce e è
connessa con le altre. Una volta si sarebbe parlato di dimensione
cosmologica. Dove il micro si rispecchiava nel macro e viceversa.
Dove i livelli più sottili e apparentemente immanifesti interagivano
a doppio senso con quelli più manifesti. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "calibri" , sans-serif;"><span style="font-size: medium;">L'altro
termine è quello di povertà.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "calibri" , sans-serif;"><span style="font-size: medium;">Sentirsi
parte del tutto vuol dire superare l'idea che qualcosa possa essere
separato dal tutto per un uso privato, occasionale, locale. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "calibri" , sans-serif;"><span style="font-size: medium;">Nulla
ci appartiene. Questa è la dimensione più autentica della realtà. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "calibri" , sans-serif;"><span style="font-size: medium;">Il
Comune è inappropriabile, sebbene se ne possa fare uso se guidati da
una “Intelligenza generale” diffusa.<br />Secondo Agamben ne ”L'uso
dei corpi” per Benjamin la vera giustizia “non ha nulla a che
fare con la ripartizione dei beni secondo i bisogni degli individui
perché la pretesa del soggetto al bene non si fonda sui bisogni ma
sulla giustizia e come tale si rivolge non a un diritto di proprietà
della persona ma a un diritto al bene del bene”. Insomma la
giustizia viene presentata non come una virtù, ma come UNO STATO DEL
MONDO, come la categoria etica che corrisponde non al dover essere,
ma all'esistente come tale. Ed è in questo senso che essa può
essere definita come uno sforzo di fare del mondo il bene supremo.
Fare del mondo il bene supremo può soltanto significare esperirlo
come assolutamente inappropriabile. In questo modo la POVERTÀ non si
fonda su una decisione del soggetto ma corrisponde a UNO STATO DEL
MONDO.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "calibri" , sans-serif;"><span style="font-size: medium;">Non
si tratta dunque di dover rinunciare a qualcosa. La dimensione
dell'avere è solo un abbaglio. Qui l'uso del mondo e di sé stessi
si presenta come la relazione a un inappropriabile, come la sola
relazione possibile a quello stato supremo del mondo, in cui esso, in
quanto giusto, non può essere in alcun modo appropriato. Al massimo
si può incarnare una relazione di amore con esso. Così possiamo
definire ora l'amore come l’uso di sé in quanto relazione con un
inappropriabile. Ciò di cui facciamo esperienza nell’intimità è
il nostro tenerci in relazione con una zona inappropriabile di
non-conoscenza. Essa non si traduce in alcun modo in qualcosa che
possiamo padroneggiare. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "calibri" , sans-serif;"><span style="font-size: medium;">Comune
non è mai una proprietà ma solo l'inappropriabile. La condivisione
di questo inappropriabile è l’amore.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "calibri" , sans-serif;"><span style="font-size: medium;">Il
soggetto di tale nuova forma-di-vita è quello della moltitudine.<br />La
moltitudine è un insieme di singolarità costituite dalla povertà e
dall'amore nella riproduzione, conservazione, accudimento del comune.
Non prima di essersi spogliate di tutte le figure storico-politiche
del mondo. L'uomo senza più classi di Marx, secolarizzazione
dell'uomo messianico nella tradizione ebraico cristiana. In chiave
profana l’uomo sottrattosi alla conta e alla distribuzione del
potere operato dai dispositivi di soggettivazione politica. La
pietra di inciampo irriducibile lì a denunciare la falsità insita
nel profondo della politica dei diritti e delle classi come elemento
sottaciuto di cattura e al contempo di esclusione di una parte. </span></span>
</div>
Noisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-24254540147149787122018-02-21T08:09:00.002-08:002018-02-25T15:32:33.363-08:00Miss Sloane<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Annichilire, annientare. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Ovvero ridurre al nulla.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">La paura più grande.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Al punto da tenerti incollato alla
poltrona a qualunque costo oppure a accettare l'ennesima sfida tra
lobbisti. Così giusto per avere occupata la propria vita. Per non
vedere cosa si nasconde dietro quella maschera. Il <i>prosopon</i> da
cui deriva persona e personalità. La foglia di fico da indossare per
celare quel vuoto insopportabile da sempre dietro l'angolo pronto a
tirarti un agguato al momento opportuno. Una vera lobbista sa calare
il proprio asso quando tutti gli altri hanno scoperto le carte. Dopo
una continua escalation di successi la sfida più impegnativa.
L'ultima. Per non essere sorpresa. La sfida con la vita e il suo
potere di annichilire per trasformare in altro. Non accettarla e
lasciarsi travolgere dal flusso vitale, dal dinamismo esistenziale
incancrenendosi in un ruolo, la vera sconfitta. Smettere di
resisterle, abbandonarvisi piuttosto, confondendovisi, l'unica
soluzione. Anche a costo di tornare a essere nessuno. Via tutte le
maschere. A questo livello non è più sufficiente vincere l'agone
dialettico. Non importa più essere vincitore o perdente. Comunque si
riproduce coattivamente quella logica perversa. È tutto il sistema a
essere <i>marcio</i>. Fin nelle strutture generative più profonde.
Non è nemmeno sufficiente mascherarsi dietro il paravento del bene
contro il male. Anch'esso strumentale a tale logica. Alla fine non
conta più da quale parte stai. Nel gioco drammatico della fuga dal
<i>ni-ente</i> conta solo vincere per continuare a essere qualcuno.
Per sfuggire a quella <i>normalità</i> tutto azzerante. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Far implodere tutto. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Arrestare il meccanismo non prima
di averlo messo a nudo. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Lasciandosi poi crollare addosso
tutto il tempio con i filistei. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Questa l'ultima sfida.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">La più grande.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Per non esserne più connivente.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Per tornare a dormire la notte.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Per ridare a quel miss un valore
più autentico.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Alla fine cosa rimane.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Cosa si cela dietro quella
normalità da tutti evitata come la peste.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Ma prima bisogna disintossicarsi
fin nel profondo.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Questa volta la vittoria ha un
sapore amaro.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Lo sguardo fisso dopo il <i>terremoto<span style="background: #ffffff;"></span></i>, non lascia
trapelare nessun entusiasmo. Ad attendere Sloane c'è l'arresto, la
pena certa da scontare. La via stretta dove purificarsi prima di
conquistare la libertà. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Anche in questo caso nulla di
scontato. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Cosa la attende là fuori una
volta uscita?</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Non basta più essere una mossa
avanti al proprio avversario se questo si annulla per diventare
imprendibile, indefinibile, inconsistente. Lo smarrimento il costo di
vivere nell'incertezza della banalità quotidiana. Di fronte alla
vita nuda. Da saper prendere così. Come viene. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Una volta usciti cosa fare? </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Da dove ricominciare?</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Dove andare?</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Ecco salire lungo la schiena una
certa vertigine.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Fino a paralizzarti. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Lo sguardo fisso verso l'ignoto. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;">Il volto senza più riflettere
nulla se non quello smarrimento. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.6cm;">
<span style="color: grey;"><span style="font-size: small;"><i>Ecce Sloane</i>.</span></span></div>
Noisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-4213037731985796412017-05-19T01:02:00.001-07:002017-05-23T08:18:37.495-07:00Rumore<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigu4Olp80BrcSiyo9ONk3nUK4cKdl-3rK0r_TuQZ6E9DozKx2RggV_BmVgHs7XrVFkt8k3EMawsjIFqG4s_MncLBUs-hSRgteo3Dzqck2v_vzXe5HZfDCxerJuFAoliBJKRYG7HMw2Qqv-/s1600/WP_20170519_01_09_22_Pro%255B1%255D.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigu4Olp80BrcSiyo9ONk3nUK4cKdl-3rK0r_TuQZ6E9DozKx2RggV_BmVgHs7XrVFkt8k3EMawsjIFqG4s_MncLBUs-hSRgteo3Dzqck2v_vzXe5HZfDCxerJuFAoliBJKRYG7HMw2Qqv-/s640/WP_20170519_01_09_22_Pro%255B1%255D.jpg" width="359" />
</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Cos'è il rumore.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La domanda di un amico un tempo
infinito fa.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Difficile da rispondere.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Poca la voglia di filosofeggiarci
sopra.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Certo i Soundgarden e company di rumore
ne hanno fatto.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Allora con le chitarre, nei dischi, nei
live, nella vita ordinaria.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Comunque imprendibili allora come oggi.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Incapaci di sopportare una maschera, di
stare pacificati nei panni di quanti li vorrebbero chiudere entro una
storia, per dare un senso, uno scopo per vivere.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Rumore puro.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Quanto di non identificabile,
riconoscibile.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
A qualificarlo un percorso.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
A significarlo l'ultimo atto.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Non per donargli un senso ma per
aprirlo a tutti e a nessuno.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ultimo gesto cristallino.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Così cristallino da lasciare senza
parole.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Inenarrabile, imprendibile, non
catturabile.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Rumore puro.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Espressione di liberazione totale.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Dopo solo il silenzio.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Di parole giranti a vuoto.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Davanti a tale muro.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Allora di chitarre avvolgenti.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Quanto il laccio oggi di una corda al
collo..</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigu4Olp80BrcSiyo9ONk3nUK4cKdl-3rK0r_TuQZ6E9DozKx2RggV_BmVgHs7XrVFkt8k3EMawsjIFqG4s_MncLBUs-hSRgteo3Dzqck2v_vzXe5HZfDCxerJuFAoliBJKRYG7HMw2Qqv-/s1600/WP_20170519_01_09_22_Pro%255B1%255D.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
Noisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-77109154394334362292017-01-07T00:50:00.001-08:002017-01-07T01:51:41.322-08:00mingEssere abbandonati da sempre.<br />
Un destino comune<br />
Il copione da mettere in scena<br />
Ognuno a modo suo<br />
Per venirne a capo e risolverlo <br />
O delegarlo alle generazioni a venire<br />
Lasciando alle spalle il testimone<br />
Come in una staffetta mozzafiato<br />
Ai posteri lo sforzo di raccoglierlo<br />
Abbandonandosi al proprio mandato <br />
Per compiere una volta per tutte il destino dell'umanità<br />
Tornare a casa<br />
Non prima di aver sigillato le porte aperte<br />
Dopo averle attraversate tutte<br />
Spogli di ogni veste<br />
Contro il tempo<br />
Fino al collasso<br />
Poi solo silenzio e pace<br />
Come nulla fosse stato<br />
Come nulla fosse <br />
<br />Noisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-57082046300861785462016-08-26T04:37:00.000-07:002016-10-12T01:09:49.474-07:00Il cammino di francesco. La via dell'altissima povertà
<div style="margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<i>La verna</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
In una parte
dell'Italia centrale compresa tra la toscana, l'umbria, le marche,
l'alto lazio c'è una regione detta santa. Partendo da nord, nel
casentino si può trovare la foresta santa. Appena più giù
spostandosi verso l'umbria c'è la valle santa. Lo stesso vale per la
piana in provincia di rieti, il centro d'italia. Sono i luoghi della
rinascita spirituale nel medioevo quando intere generazioni si erano
fatte carico di rinnovare la chiesa tornando alle origini, trovando
nella figura di cristo un modello da seguire alla lettera. San
benedetto, san domenico, san francesco, santa rita da cascia, angela
da foligno. Si potrebbe continuare ancora per molto. In ogni caso si
farebbe torto a pensare di voler ridurre tale fenomeno solo a queste
immense figure. Sebbene grazie al loro sforzo nulla fu più come
prima, esse rappresentavano solo la cuspide di una volontà di
rinnovamento sentito dai più. Un'esigenza spirituale così forte da
spingere centinaia, migliaia di persone di ogni stato sociale, genere
a trasformare radicalmente la propria esistenza per incarnare una
vita autentica avente cristo come modello, la sua passione la sequela
di eventi da meditare, ancor prima rivivere fino in fondo. A partire
da tale esempio ecco nascere il richiamo alla semplicità,
all'umiltà. Le basi per abbandonare il “secolo” in nome di
un'”altissima povertà”. In fondo un po' quanto sta succedendo
anche ai nostri giorni. Un tempo di decadenza, di tramonto dei valori
occidentali dove a contare sembrerebbe soltanto una visione economica
di un'esistenza improntata al consumismo sfrenato. Solo una volta
spogli di tutto si poteva cominciare il cammino per fare spazio allo
spirito, per mettersi nelle sue mani così da poterlo manifestare al
massimo grado. Certo francesco è stato il più famoso non senza
ragione. Il primo santo stigmatizzato, il motore di un rinnovamento
radicale all'interno della chiesa non senza idiosincrasie. Ancor
prima ha avuto il coraggio di rompere con le nuove abitudini della
classe mercantile appena nascente per una “forma di vita” dove a
contare era l'abbandono totale alla provvidenza. Con lo stesso
slancio di bambini entusiastici verso la loro madre amorevole. Non
senza mettere in atto pratiche spirituali severe in parte mutuate
dalle precedenti regole monastiche. Ecco allora l'esigenza di una
vita contemplativo-ascetica da effettuare in completo isolamento in
una grotta, in luoghi impervi, ai piedi di un precipizio, in un bosco
selvaggio per cercare di immedesimarsi attraverso la preghiera e la
meditazione alla figura di cristo. Tra digiuni, penitenze, silenzi
forzati, con in dosso solo un saio spartano a forma di croce, avendo
per letto una nuda pietra. Allo stesso tempo la trasformazione
interiore conseguente li spingeva a uscire da quella vita separata
per aprirsi al mondo, per cercare cristo in tutte quelle figure
marginali, reiette dalla società. I lebbrosi, i poveri, gli incolti
portando la buona novella a tutte le creature. Tali immense prove
diedero i loro frutti vividi ancora oggi in quest'epoca abbandonata
allo spirito della tecnica, alla globalizzazione compiuta. Un'epoca
in continua trasformazione che ha fatto della crisi il suo motore,
capace di divorare nichilisticamente ogni modello passato. Eppure
oggi come allora tale sete di purezza non si è affatto spenta.
Tutt'altro. Nonostante secoli di riduzionismo materialistico, la via
dello spirito o meglio di una materia rispiritualizzata è ancora
viva. Ecco allora una nuova apertura del mondo occidentale verso
quelle tradizioni spirituali ancora autentiche, non inquinate dalla
secolarizzazione di questi ultimi secoli. Ovvero quel movimento
storico che ha avuto la pretesa di ridurre l'esistenza a questa
dimensione mondana da portare al massimo grado di espressione. Niente
più vita aperta verso l'infinito, né vocata all'eternità. Tutto
andava riportato alla misura del presente. Prendi oggi quanto ti è
concesso perché “del diman non v'è certezza”. “Carpe diem”,
“occasio” i termini più in voga. Non tutti si sono lasciati
accecare da tali promesse. Insoddisfatti di questa forma di vita
profanizzata, profanata si sono rivolti a quelle tradizioni antiche
ancora resistenti. Come lo sciamanesimo dei nativi indiani o degli
indigeni della foresta amazzonica. Oppure il buddismo, l'induismo in
oriente dove ancora risplende forte il fuoco della devozione dei
monaci solitari sui monti del tibet. Dal dopoguerra, dai beatneak
fino agli hippy, ai successivi contraddittori movimenti new age si
sono rivolti a loro come ultima speranza per arrestare il baratro
scavato con le sue stesse mani dall'homo faber, tecnologicus,
oeconomicus. Nonostante secoli di desertificazione, reimenizzazione
della memoria spirituale passata, al punto da aver smarrito le
pratiche, i luoghi, la via per una nuova connessione diretta con lo
spirito. Quei movimenti pionieristici oggi sono diventati di massa.
Non di frequente una moltitudine spesso confusa, magari utilizzando
il tempo della vacanza, si è spinta nella ricerca di non si sa più
bene cosa. Un po' seguendo le mode, o quelle storie ancora capaci di
attivare l'immaginazione, prima di tumulare ancora tutto nella
routine quotidiana tra fabbrica, ufficio e vita domestica, tra le
fila di un supermercato, il chiacchiericcio inconsistente
dell'aperitivo, nei corsi di yoga “alla californiana”, momenti di
svago per antonomasia necessari per rilassare e scaricare le tensioni
accumulate in tanto fare vuoto. Sufficienti per tirare a campare alla
giornata, a soddisfare le esigenze consumistiche di desideri indotti
in maniera subliminare.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Giunta l'estate,
spesso senza sapere bene perché si parte. Complice la scusa della
buona salute ci si incammina in quei sentieri una volta percorsi a
piedi nudi da zelanti pellegrini. Zaino in spalla, muniti di scarpe,
vestiti, sacchi a pelo ipertecnologici predisposti a rispondere al
meglio alle condizioni di vita più estreme, in nome di una comodità
da salvaguardare a ogni costo. Affidati passo dopo passo a guide
dettagliate pronte a fissare le tappe, il chilometraggio, dove
dormire, mangiare. In questo modo non ci si sente soli. Soprattutto
non si corre il rischio di perdersi o di fare incontri imprevisti.
Non sempre però tutto fila liscio. Impossibile gestire tutte le
variabili. Anche perché a giocarci brutti scherzi è lo spirito
stesso. Quell'ospite imprevisto pronto a rimescolare le carte in
gioco, a farci inciampare il momento opportuno. Anche per non mancare
di rispondere a quella domanda di infinito solitamente messa a tacere
nel totale assorbimento del fare quotidiano. Ravvivando così quella
fiammella quasi del tutto soffocata, il vero motore di tutto.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Carol era partita
da firenze. Voleva ripercorrere il cammino di francesco. Da la verna
a assisi. Tempo una settimana. Giusto per tornare poi a casa e
imbarcarsi l'indomani per una vacanza già organizzata oltre confine.
Un'altra settimana prima di tornare alla vita di tutti i giorni tra
lavoro, amici, la famiglia. Ma non aveva fatto i conti con l'oste. A
la verna la sorpresa di trovarsi senza portafoglio e documento
d'identità. Esperienza finita ancora prima di cominciare. Eppure
qualcosa la spingeva a non demordere, tanta la voglia di imbracciare
lo zaino in spalla. Ma siamo nel luogo francescano per antonomasia,
dove prima di morire, sul suo corpo si sono manifestate le stigmate.
Lì come a greccio o all'eremo delle carceri di assisi assieme ai
suoi frati andava a meditare, a fare ritiro spirituale per stare più
vicino a cristo. A piedi nudi, spogli di tutto, immersi nella foresta
vergine, tra rocce incavate, tormentate dalla durezza della natura.
Il luogo ideale per fare ascesi, non senza l'aiuto di digiuni,
silenzi interiori, dando la possibilità allo spirito di esprimersi
con visioni, miracoli. Non prima di aver vinto se stessi, i desideri
mutevoli del corpo. In quei luoghi allora non c'era nulla di più.
Niente chiesette, alloggi per i viandanti, la mensa, il negozietto
dei souvenir. Niente turisti, al limite qualche animale selvaggio,
una moltitudine di uccelli a cantare la gloria del signore. E poi
tanta foresta, grotte impervie, al massimo una piccola cappellina in
pietra nuda per il rito comune dell'eucarestia, il carburante
necessario prima di sprofondare dentro sé stessi, abbandonandosi al
lato attivo dell'infinito. Quella forza destituente capace di
interagire con i livelli più sottili per rigeneranti in modo nuovo,
trasfigurandoti nel segno dell'amore. Fino a farti divenire un docile
strumento nelle sue mani, per esprimere la potenza infinità d'amore,
per partecipare a co-realizzare la sua opera.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Nella saletta messa
a disposizione dai frati di la verna per i novelli viandanti
spirituali, tutti stavano seduti rigorosamente nel proprio letto
scelto a caso. La maggior parte era in procinto di cominciare il
cammino l'indomani diretti verso assisi. Per non disturbare si
parlava a bassa voce. Tra loro c'era anche carol. Per trovare
conforto e comprensione, cercava di condividere sottovoce la propria
storia, il proprio rammarico. Anche perché tanta era l'intenzione di
continuare. Che fare? Tornare indietro per rifornirsi e poi
ripartire? Niente paura. Lo spirito tutto predispone per il meglio.
Utilizzando a caso i presenti, le parla, le offre una possibilità.
Sta a lei saperla cogliere al volo. Abbandonandosi tra le sue
braccia. Senza più “identità”, ridotta in un momentaneo stato
di povertà, potrebbe scegliere di continuare comunque se seguisse la
via già battuta da tanti frati a partire da francesco. Affidandosi
alla provvidenza. Per ricevere ogni giorno quanto basta per andare
avanti. Ringraziando lo spirito sia nel giorno della pancia piena sia
in quella vuota. Tra i presenti qualcuno può farle un piccolo
prestito. La metà di quanto previsto. Poco male. Va bene lo stesso.
Il tempo di una telefonata. Poi la decisione di non fermarsi. Per il
resto si vedrà lungo il cammino. Ecco allora aprirsi speranze,
possibilità inattese, rompere abitudini consolidate. Mattone dopo
mattone si sgretola il muro davanti. Una nuova luce comincia a
filtrare. Qualcosa si insinua dentro come un germe sottile. Nulla
sembra più come prima. Anche se non si conosce ancora la misura di
quanto sta accadendo. Finito il viaggio ci sarà poi il tempo per
valutare l'opera dello spirito, sempre non ci si lasci avvolgere
dalle tenebre di un ottuso presente. Dopo sette giorni fantastici,
dove la vita riprende a fluire liberamente fuoriuscendo dai stretti
canali dove era stata relegata, ecco finalmente la meta finale,
assisi. Un giorno ancora per avere il tempo di assaporare pienamente
quanto vissuto, grazie anche all'ausilio della memoria, per
prolungare ancora quegli attimi magici, per riviverli ancora una
volta. L'indomani non ci sarà più tempo. Altri programmi già
fissati da tempo aspettano di essere realizzati.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<i>La follia
dell'amore</i></div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Appena partito già si trovava con una manciata di denari in tasca.
Era arrivato in bici a la verna verso il tramonto. Da qualche tempo
aveva preso a frequentare quel luogo magico. Come fosse attirato da
una calamita. Vuoi per il bosco secolare, per la vertigine di
meditare ai piedi dello strapiombo. In fondo gli stessi condivisibili
motivi di quanti prima di lui lo avevano preceduto. A partire da
francesco, antonio, frate leone.</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Di giorno era un crogiolo di persone attirate dalla stessa forza
sottile. Molti erano solo turisti di passaggio, scolaresche. Non
mancavano tanti pellegrini dell'ultima ora, emuli di quelli di certo
più famosi. Nonostante le tante scritte di stare in silenzio in ogni
luogo sia dentro l'eremo che fuori era un vociare continuo. Nella
cappella dove francesco aveva preso le stimmate, nella piazza
antistante la chiesa principale, nel bosco. Come se tutte quelle
persone fossero preda di una pulsione irrefrenabile ad esternare a
briglia sciolta ogni pensiero. Difficile riuscire a sottrarvisi.
Lontano ricordo quella tranquillità sottile cercata dai primi
frequentatori di quel luogo ameno. Solo verso sera, dopo la messa,
quelle voci pian piano si acquietavano. Certo facilitate
dall'atmosfera sublime del tramonto sulle montagne all'orizzonte. Ma
anche perché alle sette e trenta era l'ora della cena. E la maggior
parte si ritirava nelle sale interne per mangiare o per coricarsi a
letto vinte dalla stanchezza. Allora in giro restavano in pochi.
Quello era il momento migliore per godere appieno di quei luoghi. Si
poteva stare soli con sé stessi, magari seduti sulle scale della
piazza o appoggiati al muretto di recinzione della piazza, riscaldati
dagli ultimi raggi di sole. Oppure si aveva l'opportunità di
fraternizzare intimamente con i pochi rimasti. Ad esempio marco,
poggiato a una parete della cappellina sulla piazza, del tutto preso
a fermare i pensieri su di un tablet. Al contrario degli altri aveva
deciso di non cenare per rispettare la pratica vipasana. Ovvero
mangiare solo a colazione e a pranzo non oltre le dodici, mettendo
radicalmente in discussioni le “normali” abitudini condivise. In
tali pratiche aveva trovato la sua dimensione provando anche un certo
piacere nel riuscire a disciplinare, a mettere volontariamente a
regime il proprio corpo. Per sondarne i limiti, scoprirne le
potenzialità remote. Con l'oscurità a fare capolino poteva capitare
di condividere la cena frugale con il vicino. Che so una gentile
signora romana emigrata tempo fa a francoforte ora desiderosa di
vivere fino in fondo la spiritualità francescana trasudante da ogni
angolo di quel luogo arcano. Al punto di fermarsi in quelle zone per
un anno intero, compreso il rigido, piovoso inverno solitamente
evitato dai pellegrini. Era stata lei a fargli conoscere per via
provvidenziale un interessante testo su francesco dal semplice titolo
“francesco d'assisi” di vauchez edito in francia nel 2009. Un
lavoro esaustivo utile per capire a fondo la possibile storia di
francesco e del suo movimento nei secoli, ma anche per operare una
eventuale traduzione per i nostri giorni di quei concetti cardine del
suo pensiero, ancor prima della sua esperienza totalmente attuali. A
partire dall'”altissima povertà” come forma di vita esemplare da
condividere con i propri fratelli prendendosene amorevolmente cura.
Abbracciando la mancanza assoluta, lo “spoliamento chenotico”,
come via per aprirsi a cristo, alla sua potenza trasformativa.
Seguendo l'insegnamento della sua passione. Povertà e amore
fraterno. I due pilastri del francescanesimo. Confidando che non si è
mai soli. Solo donando tutto sé stessi ci si apre agli imponderabili
piani dello spirito che tutto provvede. Per questo non attaccarsi a
nulla. Tanto si è solo pellegrini di passaggio. Né pensare di
mettere radici da qualche parte. No loro i frati si spostavano di
continuo per testimoniare l'unica cosa importante, il cristo non
tanto a parole, ma con le opere, il fare esemplare. Così non si
fermavano nello stesso posto mai più di una notte, viaggiando non
meno di due, per donarsi al proprio fratello, da amare prima di sé
stessi. Secondo la “legge” dell'amore. Per cadere tutti nelle
braccia provvidenti del padre, meglio della madre accudente, come
tanti bambini bisognosi di tutto. Non c'è molto altro da fare per
cambiare radicalmente la propria vita se non affidarsi. Ma prima
bisogna arrestare la propria corsa impazzita, sospendere quelle
pratiche stordenti, ingabbianti la coscienza per poi lasciare agire
liberamente la grazia infinita dello spirito. Per scoprire di essere
un sol corpo. Così è possibile trasformarsi al momento opportuno in
un docile strumento nelle sue mani. Per manifestare in tutta la sua
potenza la sua follia d'amore eterno. Senza se, senza ma.</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Oltre la sera, anche la mattina presto, quando fuori era ancora buio
e in giro non c'era più nessuno, era un momento magico. Appoggiato
alla porta chiusa della chiesa vedeva le ombre delle piante mosse dal
vento. Nel momento più buio della notte anche per il suo sibilo
sinistro si insinuavano dentro sensazioni inquietanti. Poi di colpo a
rompere il silenzio della notte un colpo secco sulla sbarra a
bloccare la porta. A seguire il cigolio lento delle pesanti ante
ruotare verso l'interno. Per ripiombare nel giro di pochi secondi nel
silenzio più pesto. Soli i passi via via lontani di una grossa ombra
ondeggiante. Rotti i sigilli, d'incanto ecco spalancarsi magicamente
uno spazio oscuro. Come quando si è davanti a un luogo antico
abbandonato da secoli con ancora il pulviscolo filtrato dalla prima
luce dell'alba imminente. Nonostante l'orario di apertura al pubblico
fosse per le sei e trenta, già un'ora prima un frate volenteroso era
lì per permettere l'entrata nella casa del signore. Non un frate
qualunque, ma un omaccione anziano dalle proporzioni importanti,
ciondolante ogni passo come un pendolo. Come avesse già tutto
programmato, volta le spalle all'uscita e inerzialmente va a
sprofondare lentamente dentro uno dei confessionali lungo la parete
laterale della navata. A attestarne la presenza solo il leggero
rantolo del respiro affannoso. Nessuno a fare la fila per la
confessione, ma non importava. Valeva solo l'essere sempre
disponibili. Non si sa mai. Nel buio della chiesa, dopo un leggero
attimo di esitazione, si accomodò nella panca più vicina alla porta
aperta, sufficiente a far entrare la luce quanto basta per lasciare
emergere le ombre da tanto nero. Pochi istanti per affondare nel
proprio silenzio interiore. Quello era il momento più bello. Con gli
occhi chiusi, immobile come una statua, totalmente assorbito in se
stesso. Il tempo allora si fermava come per magia. Dopo un lungo
istante indefinibile il rumore di un interruttore a accendere le
luci. Riportato a forza nella realtà era arrivata l'ora delle lodi
mattutine. Aperti gli occhi si scopriva non più solo. Qua e là
altre suore e frati mattinieri pronti a intonare il canto di lode a
dio. Anche il guardiano dopo aver adempiuto al suo dovere si fermò
in ginocchio al centro della chiesa a masticare ave maria.</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
La sera prima si era trovato a fare la conoscenza di carol, a
condividere la sua esperienza. In preda a quello spirito incarnato
dai frati non aveva esitato a soccorrere la giovane pellegrina. Tanto
aveva con se la carta prepagata delle poste se fosse stato
necessario. Venti euro potevano bastare almeno fino alla prossima
meta imminente. Nel fatto accaduto a carol aveva intravisto anche per
lui la possibilità di fare l'esperienza della privazione e
dell'abbandono. Alla fine sempre più convinto sentiva di doversi
affidare completamente alla provvidenza, alla generosità del
prossimo. Ringraziando carol per l'opportunità offertagli. E così è
stato. Saper lasciare tutto prima di ricevere con abbondanza. La
solita legge dell'amore.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Mosso da un entusiasmo e da una decisione come non mai trovava lungo
la strada la frutta di stagione quando aveva fame. Ma era nelle case
dove era ospitato, in particolare dai suoi amici, a sentire con
maggior forza quell'afflato dello spirito. Accolto amorevolmente
riceveva quanto aveva bisogno in abbondanza ovunque andasse. A
viterbo da flavia, ad albano da alberto e elisabetta. Alla fine
arrivato a campobasso aveva ancora quasi del tutto la somma intera.
Là si sarebbe fermato per un poco almeno fino a ferragosto. Quel
luogo era diventato da tempo un po' la sua seconda casa da quando con
i suoi amici aveva costruito il forno a legna per il pane. Come se
qualcosa di misterioso lo avesse legato a quella terra selvaggia
lasciata fuori dal “progresso”.</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<i>Greccio</i></div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Era tempo di tornare.</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Quando era partito non aveva stilato un programma preciso. Non era
nella sua natura. Il percorso si sarebbe chiarito strada facendo.
Certo la verna, l'unica meta prefissata, lo aveva cambiato assai. Lo
spirito francescano si era fatto in lui più forte. Soprattutto aveva
recepito profondamente il messaggio dell'amore fraterno necessario
per vivere nel modo migliore l'altissima povertà. Da soli non si va
da nessuna parte. Troppo elevato il prezzo da pagare.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Fino allora aveva fatto un cammino di liberazione improntato più
sulla ricerca dell'autonomizzazione autarchica per provare a rompere
i legami con i dispositivi soggioganti della società, della
famiglia, delle amicizie omologate.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
A la verna aveva capito che ci si può emancipare solo amando
profondamente l'altro. Al di là di ogni logica dualistica.
Riconoscendo in tutte le cose una manifestazione dello spirito. Si è
tutto in tutti. Si partecipa di tutto. L'altro sono io e viceversa.
Una massima già incontrata. Forse presa da rimbaud o da ricoeur. A
memoria l'“autre comme soi-meme”. Da quando era giunto a questa
conclusione, aveva smesso di cercare luoghi appartati dove ritirarsi.
Come se di colpo avesse abbattuto una barriera, gli riusciva molto
più facile conoscere nuove persone. Senza bisogno di fare alcuno
sforzo. Spesso erano loro a farsi avanti spontaneamente. Ora meditava
dove capitava, dove sentiva di fermarsi, senza preoccuparsi se al suo
fianco stava un signore al cellulare a parlare forte incurante
dell'intimità dei luoghi. Tra dentro e fuori non c'era più
contraddizione. Riprendendo uno slogan buddista era come se il
nirvana, la meta finale della meditazione, venisse a coincidere con
il samsara. Non c'era più distinzione. Tutto è spirito. Questa la
nuova consapevolezza raggiunta.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
No, il viaggio non era terminato.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
C'era ancora tempo per mettersi in gioco.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
In fondo era solo a metà del percorso.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Per evitare le rotte più battute, in particolare quelle strade a
alto scorrimento, tutte uguali, contenute da guardrail infiniti, dove
per chilometri non si incontra se non autogrill o bar anonimi, decise
di passare per le montagne per seguire quelle vie pressoché
abbandonate. Intanto aveva pure individuato la meta per continuare il
cammino francescano. Greccio. Una delle quattro dimore francescani
situate nella valle santa di rieti. A averlo convinto una foto vista
prima di partire. Un eremo in mezzo alla natura, per di più
affacciato su una roccia a strapiombo. Oramai aveva cominciato a
capire bene lo spirito ascetico di francesco. I luoghi da lui
preferiti per ritirarsi. E quello sembrava il posto ideale per
fermarsi una notte. Anche perché c'era una foresteria per il
pellegrino abbastanza spartana. Dopo aver trovato il numero di
telefono si era accordato con luciano, un frate del convento, per
assicurarsi un letto. La notte prima si era fermato a popoli, a pochi
passi da sulmona, lungo la strada per l'aquila. Da quando era
ripartito e aveva dato un ulteriore senso al cammino, una mano
invisibile sembrava guidarlo. Senza l'ausilio di cartine o mappe stra
dettagliate preferiva affidarsi ai passanti incontrati lungo la
strada. In particolare quelli del posto. In questo modo gli era
permesso conoscere strade provinciali periferiche pressoché
disabitate, fuori da ogni percorso programmabile. Anche perché di
solito nelle mappe comuni o su internet a essere selezionate erano le
vie fatte a posta per le auto. Certo spesso la strada si allungava un
po'. Però scegliendo i vecchi sentieri solitamente progettati dal
genio costruttivo dei romani si evitavano gallerie pericolose, salite
impossibili. Loro privilegiavano le vie più semplici, di preferenza
affiancando il letto di un fiume. Così le strade attraversavano
pianure verdeggianti incastonate tra boschi di faggio, lerici,
quercie. Spesso l'asfalto anche per lo stato di abbandono cronico era
pieno di buche. Tante volte il rimedio era peggiore del danno. Certe
strade le aveva soprannominate a patchwork o a mosaico. Quando era un
susseguirsi di toppe su toppe per coprire l'asfalto danneggiato. Non
di rado, anche per lo stato avanzato di abbandono, la carreggiata era
invasa da frasche selvatiche. Anche questo poteva avere i suoi
vantaggi. Senza troppi sforzi poteva trovare more, fichi, rusticani.
La manna necessaria per andare avanti. Quelle erano anche le strade
preferite dai ciclisti locali sempre pronti a indicargli il cammino,
a sostenerlo. Passo dopo passo grazie a tutti i consigli ricevuti si
costruiva la mappa giusta, così riusciva a evitare le strade più
difficili. “Là c'è una salita durissima puoi aggirarla se passi
da quella parte”. “Per evitare le gallerie prendi la vecchia
strada napoleonica”. Così non si sentiva mai solo, al momento del
bisogno c'era sempre qualcuno a dargli la dritta giusta. A volte
anche gli imprevisti diventavano l'occasione per segnalargli
qualcosa. Tutta la realtà intorno sembrava parlasse con lui. Come a
popoli. La sera era ormai prossima e non aveva ancora deciso dove
fermarsi per trovare un posto per dormire. Il sole era ancora alto.
Nonostante la stanchezza cominciasse a fare capolino c'era ancora il
tempo per avvantaggiarsi per il giorno dopo. In una curva leggermente
in salita mentre stava cambiando rapporto scende la catena.
Inevitabile l'arresto. Per fortuna vicino a una fontana davanti a una
croce in cemento. In lontananza dei rumori di voci. Alzò lo sguardo
scorgendo sullo sfondo una processione religiosa popolare con tanto
di santo in spalla. Da buon pellegrino decise di partecipare anche
lui. Era la festa di san rocco portato in giro per le vie della città
con al seguito un manipolo di fedeli a recitare il rosario. Pochi i
giovani, per lo più anziane devote, qualche curioso. A contornare il
cammino gli abitanti del posto a segnarsi di croci al passaggio del
santo. Il tutto avveniva con un tono abbastanza dimesso. Specie se ci
si allontanava dalla testa della processione. Allora non era
infrequente sentire soprapporsi alle avo maria i discorsi profani di
vecchie comari a braccetto incapaci di mantenere la fila ordinata.
Nel frattempo il sole stava per scomparire all'orizzonte. A breve
sarebbe stato buio. Forse era il momento di fermarsi. Alla fine del
tragitto davanti alla chiesa del santo, in veste di pellegrino
accreditato, aveva provato a chiedere al parroco ospitalità. Da poco
avevano predisposto due posti per i viandanti spirituali. Ma quella
sera niente da fare. Tutto pieno. Al massimo avrebbe potuto
utilizzare il bagno per rinfrescarsi. Decise di fermarsi in piazza
anche perché aveva notato una serie di palchi in legno, il luogo
ideale per srotolare il proprio sacco a pelo per la notte. Ma non
aveva fatto i conti con le esigenze estive del piccolo paese. In
concomitanza con la festa del santo quella sera c'era un concerto di
liscio. A esibirsi un gruppo direttamente dalla romagna a quanto pare
assai conosciuto. Calato il sole la città si era animata oltre ogni
previsione. Ogni via, bar, pizzeria si erano riempiti di gente di
tutte le età. Ovviamente l'attrazione del giorno era nella piazza
centrale. Alle dieci e trenta il via alle danze. Ecco l'evento capace
di accendere gli animi fino a notte fonde. Altro che processione
religiosa. Da vere star i musicisti, la giovane cantante al seguito
riescono a tenere botta fino a tardi, quando terminato il concerto
scendono dal palco per raggiungere i loro fan per gli autografi e i
complimenti dovuti. Di dormire neanche a parlarne. Troppo alti i
volumi, la voce onnipervasiva del frontman a ripetere con enfasi il
nome della cantante come fosse scesa dal cielo la madonna. Che ci
vuoi fare. Così va la vita. All'indomani presto via in sella verso
greccio. Senza perdere neanche un minuto in più.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Una cosa è sicura. A accomunare i luoghi francescani la salita irta
non meno del quindici per cento, la roccia a picco forata da tante
piccole grotte dove poter soggiornare. Così dopo tre chilometri e
mezzo di ascesa durissima ecco finalmente il monastero. A colpirlo
nelle insegne a indicare il nome del paese, il gemellaggio con la
città di betlemme. Pochi istanti per svelare l'arcano. Quello è il
posto dove francesco giullare di dio ha inscenato per la prima volta
il presepe. Ovvero la rappresentazione della natività di gesù.
Dando l'avvio a una tradizione popolare ancora assai viva.
Stupefacente.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Portata la bici nella foresteria fuori del convento, deposti i pochi
bagagli sul letto, c'era giusto il tempo per salire qualche istante
nella grotta del presepe prima della chiusura serale.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
A quell'ora poca gente.</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Meno famoso di la verna e di assisi, qui tutto è più a misura
d'uomo. Anche i frati sono più rilassati e disponibili.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Sul piazzale antistante la chiesa nuova solo qualche famiglia di
passaggio oltre un frate pellegrino con un giovane al seguito.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Il tempo stringe, nella grotta è già tempo di vespri. Luciano,
qualche altro frate del convento a celebrare le lodi al signore prima
di ritirarsi a letto, non prima del lauto pasto.</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Terminate le preghiere della sera, pian piano la cappella si svuota.
A rimanere solo in tre. Il frate, il giovane amico, più il ciclista
appena arrivato. Il clima è meno formale rispetto gli altri centri
francescani più noti. A giovarne una certa intimità. Il frate e il
suo accompagnatore sono diretti ad assisi. Per loro la possibilità
di celebrare una messa privata a porte chiuse. Data la situazione
viene coinvolto anche il terzo pellegrino provvidenzialmente lì di
passaggio. Il frate si ritira per indossare i paramenti da
officiante, il ragazzo al suo fianco si procura una chitarra per
accompagnare i canti di estrazione neocatecuminale. Vengono lette le
letture del giorno, il vangelo, un breve commento incentrato sulla
natività come opportunità di rinascita dello spirito assopito, poi
il momento della comunione. Per parteciparvi occorre rispettare gli
altri sacramenti, in particolare quello della confessione per
preparare la propria anima all'incontro con il corpo di cristo. Da
tempo non partecipava a quel rituale. Ma quel giorno sentiva essere
diverso. Anche per il clima particolarmente caloroso creatosi, la
situazione coinvolgente. Decise di far parte dei commensali. A patto
di confessarsi subito dopo. Così fece. Dopo la celebrazione, come
convenuto, chiese al frate di procedere. Usciti dalla grotta, seduti
su di una panca a ridosso del precipizio con il cielo stellato a fare
da spettatore, iniziarono la confessione conclusa con tanto di
imposizione delle mani. In un clima estremamente familiare,
accogliente. Dopo l'atto ufficiale i due continuarono a parlare
amichevolmente, raccontandosi l'uno a l'altro. Con meraviglia
scoprirono di essere partiti entrambi da campobasso. Di più.
giancarlo, questo il nome del frate, era stato per anni il parroco
della diocesi dove era stato ospitato. Conosceva pure i nonni del suo
amico, dei fedeli praticanti. Rimasero sorpresi. Ancora un tiro dello
spirito così da farli interagire strumentalmente nel modo più
armonioso possibile. Quasi avessero bisogno l'uno dell'altro per
confrontarsi, per crescere ancora. La provvidenza lungo il cammino a
disposizione di chi si abbandona con fede. Parlarono con fervore di
francesco, dell'amore cristiano, di nichilismo. Anche il cognome del
ciclista sembrava messo lì a posta, facendo il paio al nome
dell'arcangelo michele a cui era assai devoto francesco. Sembrava
come se lo spirito, per manifestarsi, prendesse lungo il cammino
quanto disponibile per assemblare creativamente concatenazioni di
nomi, situazioni, persone, storie, per impartire insegnamenti
amorevoli. A una sola condizione. Accettare di essere aperti a
diventare uno strumento tra le sue mani. Intrecciare narrazioni
inimmaginabili, aprire scenari possibili a volerlo era il modo per
farsi conoscere, per dispiegare quel folle progetto provvidenziale.
Alla fine i due si abbracciarono fraternamente proponendosi di
rivedersi ancora. Il frate prima di andare si preoccupò per la cena
del nuovo amico. Niente paura, ad aspettarlo pane, ceci, pomodori e
carrube. Nella foresteria intanto erano arrivati altri due
pellegrini. Marco e francesco un tempo scout provetti. Come di
copione erano straorganizzati rispettando alla lettera quanto appreso
fin da piccoli nei campi estivi. Per loro era una fatto di celata
nostalgia. Avevano con sé ogni ben di dio. Il fornello, i biscotti,
i tegamini per potersi assicurare almeno un pasto caldo al giorno.
Certo tutto questo aveva il suo prezzo in termini di peso. Anche a
costo di dover sopportare il dolore delle vesciche ai piedi.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Quella sera davanti al fuoco del fornello a gas fecero conoscenza
mentre lentamente si scaldava l'acqua per un tè chay. Giusto quello
che ci voleva prima di abbandonare le stanche membra sul letto. Anche
perché l'indomani sarebbero partiti presto al sorgere del sole.</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<br />
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
[mentre trascrivo queste testimonianze entusiastiche l'ennesimo
terremoto con distruzione e morti. La memoria va al terremoto di
lisbona a tutti i discorsi sulla teodicea. Ma questo scritto non
vuole essere una apologia di nessun dio. È solo il tentativo di
estrapolare una mappa di ontologia effettuale ricavata
dall'osservazione diretta delle esperienze spirituali. Insomma una
scuola di vita. Non vuole gettare nessun giudizio di valore, né
prendere posizione sul bene o il male della creazione. Tanto a che
servirebbe. Meglio semmai operare una sospensione del giudizio. A
partire da una situazione di fatto, si vuole dimostrare come
attraverso la partecipazione a delle dinamiche amorevoli e di
abbandono si può operare nel proprio quotidiano per migliorare la
vivibilità se supportati da una vigile attenzione cosciente, da una
volontà attiva. Provando a fare qualcosa spesso non facendo
all'apparenza niente]</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<i>Assisi</i></div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Dopo la chiacchierata con giancarlo aveva intravisto anche una terza
ultima meta. Come voler mettere la ciliegina sopra la torta. In fondo
ogni cammino di francesco che si rispetti dovrebbe almeno terminare
ad assisi. L'alfa e l'omega del percorso di francesco. Secondo
l'esperienza del frate, tre sono i luoghi francescani per
antonomasia. La verna, greccio e le carceri di assisi. Frequentando
questi siti si avrebbe avuto un ulteriore opportunità per afferrare
nel profondo la spiritualità di francesco, la sua fede.</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Ancora una volta condotto per mano decise di puntare diritto per
assisi. Dopo una sosta di un giorno a rieti per salutare andrea, il
compagno di meditazione bolognese, l'indomani partì presto. Ancora
una volta un ciclista a guidarlo. Un seguace di francesco anche lui.
A accompagnarlo nella val nerina fino a sant'anastasio per
indirizzarlo nel modo migliore. Prima di separarsi una sosta al bar
per condividere un caffé insieme. Poi saltato in bici le ultime
parole. “E ricorda! Non si è mai soli”.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Dopo un tempo abbastanza lungo ecco alla fine fare capolino assisi
adagiata ai piedi della montagna. Altri quattro chilometri più in
alto la cima del subasio e l'eremo delle carceri. Per carceri in
passato non si intendeva affatto un luogo di reclusione, ma un posto
appartato, solitario adatto per la vita di preghiera. Secondo copione
anche stavolta una salita mozzafiato. La più tosta di tutte. Messo
il rapporto più leggero, a denti stretti, una pedalata dietro
l'altra per ridurre centimetro dopo centimetro la distanza. Tutto
intorno solo boschi, roccia nuda. Nonostante la lontananza dalla
città in tanti a voler raggiungere la stessa meta. Chi a piedi, chi
in auto, in taxi, in autobus. Ecco il cuore pulsante di tutto il
movimento francescano a attirare frotte di pellegrini, turisti,
monaci, suore da tutte le parti del mondo. A colpirlo tanti giovani
sorridenti, dinamici, spesso molto devoti. Tutt'altra musica rispetto
al clima di popoli.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Una volta lì non c'era nulla. Solo tanta foresta selvaggia,
soprattutto una serie di grotte scavate naturalmente nella roccia
dove francesco e i suoi frati erano soliti ritirarsi per lunghi
periodi.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Il tempo di cambiarsi, di farsi strada con la bici portata a mano tra
tanta folla entusiasta, ecco la portineria. Contrariamente a quanto
suggerito da un frate a san damiano, nessuna possibilità di essere
ospitati. Tale privilegio è concesso solo agli ordinati. Non è
possibile nemmeno mettere il sacco a pelo da qualche parte. Il frate
a vigilare l'entrata sembra essere irremovibile. Come dargli torto.
Dalla mattina alla sera a dover rispondere a una moltitudine di
persone tutte a chiedere qualcosa. A questo punto scendere a valle
neanche a pensarlo. Troppa la fatica per tornare l'indomani. E
l'eremo era sul punto di chiudere. Qualcosa sembrava non andare più
nel verso giusto. I meccanismi fino a allora così oleati sembravano
non funzionare più. Come se la realtà tutto intorno avesse perduto
il suo collante e stesse cadendo a pezzi. Appena fuori dall'eremo un
incidente tra due auto a bloccare l'uscita. In tanta concitazione
ecco la polizia con le sirene accese nel tentativo di riportare la
calma. La cerniera della borsa anteriore della bici al minimo
contatto si rompe. Cosa stava succedendo? Una sensazione sinistra per
l'aria. Centocinquanta metri più giù uno spiazzo con la croce, un
tavolo e due panchine a lato. Meglio rifiatare un attimo. A ben
vedere ecco il posto giusto per passare la notte lontano da volpi,
cinchiali e furetti. Nel borsello ancora una manciata di monetine.
Poco lontano un piccolo ristorante. La speranza di una cena a prezzo
pellegrino. Per non smentire quell'alone di gelo, il barista fa di
tutto per non rendere facili le cose. Alla fine si accordano. Tutto
quanto c'è nel borsellino per un piatto di verdure e qualche fetta
di formaggio. Seduto fuori sui tavoli lo spettacolo davanti di tutta
la valle santa con assisi in bilico sui monti. Il sole al tramontare.
L'aria satura. L'orizzonte piano piano si stava stempera fino a
sfumarsi in tanti colori accesi. Tutto sembrava sospendersi in un
silenzio eterno quasi a risucchiarti.</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Di colpo un giovane ragazzo vestito di bianco con una bisaccia al
collo compare sulla strada in salita. Sale verso l'eremo nonostante
l'ora tarda. Gli sguardi si incrociano. Quasi fossero lì l'uno per
l'altro. Facile entrare in comunicazione. Si salutano. Poi viene
invitato a sedersi al tavolo. Accetta. Anche lui è un pellegrino.
Viene dalla francia. Non è solo. Viaggia insieme a un altro amico
incontrato provvidenzialmente in un convento dove era in ritiro prima
di partire. Hanno intrapreso il viaggio senza denari, in puro spirito
di povertà. Affidandosi ciecamente al prossimo. Da genova un mese
per arrivare a assisi. Non parlano italiano. Lungo il viaggio hanno
appreso giusto il minimo per la questua quotidiana. Alla fine ce
l'hanno fatta, ogni giorno il miracolo di ricevere qualcosa vissuto
ogni volta come una grande festa. Invitato a condividere la cena
preferisce rispettare il digiuno del venerdì fino al giorno dopo. Un
momento. Ecco spiegato l'arcano. È venerdi! Il giorno della
passione. Il momento dell'abbandono e del grido forte al cielo sulla
croce. Il punto massimo di crisi, di distacco tra terra e cielo, tra
il figlio e il padre. Tutto chiaro no? Ecco spiegato l'impasse
pomeridiano.</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
I due continuarono a parlare per lungo tempo. Tanti gli interessi
comuni. Dall'antropologia, alla filosofia, alla teologia, alla
mistica. Per approfondire la vita monastica per i suoi studi aveva
vissuto per un po' in un convento in normandia. A interessargli il
concetto di regola monastica. Da lì a cercare le differenze rispetto
a l'originale “forma di vita” francescana. Il tentativo di
superare ogni tipo di legalità o di regola vivendo una vita formata
secondo l'ideale dell'amore e della povertà. Alla fine si salutarono
fraternamente. Un incontro impossibile. In un luogo oramai desolato.
Anche vista l'ora tarda. Eppure plausibile in questo giorno
straordinario.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
L'indomani mattina presto eccolo di nuovo all'eremo. Alle sei e
trenta puntuali. Il cancello è ancora chiuso. Il tempo di essere
inquadrato dalla videocamera e magicamente si aprono le porte.
L'unico locale accessibile a quell'ora è la chiesa nuova. Lì
verranno dette le laudi e la messa mattutine. Alla fine delle
celebrazioni esce dalla chiesetta. Si fa avanti lo stesso frate del
giorno prima. È molto premuroso. Si preoccupa se nelle borracce c'è
l'acqua. Le va a riempire. In più porta anche un caffè appena
uscito dalla macchinetta espresso.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Eh si oggi è un altro giorno.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Si chiama valerio. Viene da roma. È entrato nell'ordine a
quarantaquattro anni. Sedici anni fa. Lavorava come operatore video.
Si sente molto vicino ai pellegrini, al loro spirito di sacrificio.
Va in ufficio e prende un dépliant facendogliene dono. Indica un
sentiero tra i boschi fino a raggiungere la gola sottostante. Un
ambiente suggestivo con tante grotte nascoste dove vivevano i frati
pellegrini di un tempo. Un ultimo giro tra foreste magiche, piante
secolari, grotte piene di storia.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Prima di fare ritorno a casa.</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<i>Ritorno a casa</i></div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Nella periferia dello spirito a prevalere è la secolarizzazione in
tutte le sue forme.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Il vero deserto ora è vivere la quotidiana normalità. Come se i
ruoli si fossero invertiti. Quei luoghi selvaggi tra boschi, grotte,
una volta isolati dal mondo, per questo scelti dagli asceti passati,
sono oggi così animati da brulicare di vita. Vi puoi trovare di
tutto, dal turista distratto al pellegrino devoto. Abituato alla
dieta spirituale dei nostri giorni è una boccata d'ossigeno. Anche
perché hai la possibilità di incontrare quelle figure altrimenti
disperse in altri deserti analoghi. Non ti senti più solo. Senti
salire l'entusiasmo. Le pile si ricaricano. Scompare la sensazione di
essere l'ultimo testimone di una tradizione in via di estinzione.</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Oggi in periferia in chiesa non va più nessuno.</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
La gente preferisce di gran lunga andare al mare.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
A prevalere il clima della vacanza. Vestitini corti, occhiali da sole
hawaiani come si fosse in spiaggia.</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Il tutto stride ancor più se si è di ritorno dall'immersione
spirituale in quei luoghi santi.</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Una volta riemersi stare a galle è difficile.</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Ma niente scoramento perché “non si è mai soli”.</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Una volta i poveri di spirito erano i lebbrosi, gli affamati.</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
In chiesa, oggi, a seguire le preghiere delle monache di clausura non
c'è più nessuno. Solo qualche vecchietta vestita di nero, un nonno
con il bastone, un giovane dallo sguardo tonto. Eccoli i nuovi poveri
di spirito. Sono loro i nuovi fratelli. Con loro si recita insieme il
rosario guidato dal treno di parole scandito a ritmo dalle ultime
suore ancora vive. Quelle in prima linea per annunciare la buona
novella nel vuoto pesto. Il polmone spirituale residuale di
un'umanità comatosa.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Allo stesso tempo una sensazione di anacronismo ti assale. A
confortare il ricordo ancora fresco dei giorni appena passati. Gli
incontri fruttuosi, gli esempi di spiritualità viva difficilmente
dimenticabili. Quando lo spirito lo si percepiva in ogni
manifestazione tangibile e si veniva risucchiati in un vortice
coinvolgente oltre ogni aspettativa.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<i>Resurrezione</i></div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Dopo appena tre giorni dal rientro a casa era già ripartito in
viaggio. Tanto il tempo di sopportazione della vita cittadina
spogliata dall'estate. Una prima tappa fiorentina da giulia, poi
ancora verso la valle santa. Davanti a sé vedeva scorrere posti
oramai familiari. Lungo la strada per la verna, su di una collina,
delle torri antiche imponenti, poi un cartello stradale indicante una
pieve antica. D'istinto decise di deviare il cammino per dirigersi
là. Una discesa di mille ottocento metri, ecco infine una chiesetta
romanica in pietra lungo la via romena una delle tante strade
percorse dai pellegrini per roma come il nome suggerisce. A poca
distanza un castello in rovina a dominare il passo, in lontananza il
borgo turrito di poppi stretto su di una collina. Basta poco per
capire di trovarsi in un luogo particolare. A differenza di tante
altre bellissime chiesette romaniche austere come può esserlo un
monumento arcano con i suoi misteri nascosti forse per sempre, la
senti ancora vibrante. A averla resuscitata a nuova vita una crisi
esistenziale spirituale del parroco locale tanto tempo fa. Poi la
decisione di trasferirsi lì in mezzo alla campagna per tornare alle
origini. A accogliere i pellegrini con semplicità, amore. Di acqua
ne è passata assai dai quei venticinque anni or sono. Al vecchio
complesso medioevale si è aggiunta di recente una stalla abbandonata
trasformata in auditorio, libreria, bar. Mentre la casa dei contadini
a ridosso della chiesa è divenuto il luogo di accoglienza per i
nuovi pellegrini. Anche grazie all'ampia sala dell'auditorio ogni
anno si svolgono tante conferenze, dei corsi per laici e ordinati sul
futuro della spiritualità cristiana e non solo. L'opera più
significativa nata da tanto travaglio è il cammino della
resurrezione in otto punti tutto intorno all'abbazia. A gestire il
complesso una piccola comunità di fratellanza. Tranne tiziana,
nessun altro abita fisso il complesso, nemmeno il parroco. Nessuna
gerarchia tra di loro. Ognuno è mosso dalla propria volontà di
partecipare allo stesso progetto. A colpire maggiormente è la
sensazione di totale apertura. La chiesa è a porte spalancate quasi
volesse invitarti a entrare con il suo abbraccio. Dentro è addobbata
con opere di artisti recenti pronti a assecondare ringiovanendolo
quello spirito minimale del romanico. Materiali essenziali, legno,
pietre, oggetti artigianali della tradizione. Insomma arte povera
quasi a voler dimostrare la continuità con il territorio, la
semplicità contadina. Anche nel rispetto di una scritta latina su
uno dei capitelli “construpta in tempore famis”, cioè costruita
in tempo di crisi, di carestia. Il tutto produce un certo calore
inatteso. La luce del sole a filtrare dalla porta rivolta verso
oriente, la musica d'ambiente in filodiffusione. Gli spazi
accessibili secondo la propria volontà. L'assenza di porte a
ostacolare il passaggio. Gli sgabelli in mezzo la sala disposti
circolarmente per guardarsi alla pari. Facile sentirsi a proprio
agio. Tutto è a disposizione di chi entra. Quasi si fosse a casa
propria. Forse il risultato più tangibile di una chiesa capace di
digerire due millenni di tradizioni per tradurre il proprio messaggio
alle nuove generazioni. Attaccandosi al potere trasformativo
dell'amore, dell'umiltà e alla fiducia smisurata verso un uomo
pensato libero dai lacci in cui si trova stretto dalla nascita.
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
Aveva incontrato il percorso della resurrezione mentre perlustrava la
zona dopo aver preso una strada in leggera salita verso il castello.
Si era trovato davanti la parola libertà. Vuoi per il caldo, per una
certa irrequietezza di fondo a accompagnarlo per tutto il giorno
sentiva di voler affrancarsi da quel percorso programmato chiuso
entro un recinto. Pieno di vuoto alla prima apertura era già fuori.
Solo dopo un lungo vagare tra la campagna arsa dal sole, sentieri a
salire tra rovi nutrienti aveva fatto ritorno dentro il recinto per
cercare la tappa successiva. La leggerezza. Poi tutte le altre fino
alla settima, la tenerezza. Dell'ottava neanche una traccia. Arrivato
oramai sul bordo della strada asfaltata aveva pensato a qualche
trucco. Come se l'ultima parola, la più importante, fosse da trovare
per caso da qualche parte. A pochi metri un gruppo di turisti
romagnoli utili per avere informazioni. Anche loro due anni fa si
erano fermati a quel punto. Non c'era altro. Non persuaso del tutto
fece ritorno verso la libreria. Nella speranza di trovare prima o poi
la soluzione. A indirizzarlo francesca, la ragazza al bar. Vai oltre
la strada. Come se per arrivarvi bisognasse fare un salto oltre le
proprie convinzioni. Un salto quantico capace di trasportarti in una
nuova dimensione. Non prima di essere resuscitato in un altro essere,
anzi in un altro, meglio nell'altro tout court. Tornò sui suoi
passi. Attraversò la strada come fosse sulla zattera di caronte per
raggiungere l'altra sponda. Le indicazioni della sua beatrice non
trovano ancora riscontro nella realtà. Il giuggiolo, il famigerato
riferimento da ricercare, sembrava più un miraggio. Percorse tutta
la staccionata fino al confine. Ancora niente. Come se quella parola
non fosse per lui. Non si perse d'animo. Risalito al bordo della
strada a partire da una freccia indicatrice ricostruì un altro
possibile cammino. Alla fine ecco la tanto agognata meta. Un cartello
con su scritto la parola amore. Cristo santo era poi tanto difficile?
Amore la parola magica dietro tutto quel fare. Quanto aveva percepito
in quel luogo. A partire dai muri, le cose, le persone incontrate.
Milena, francesca, marco, federica, tiziana. Tutte animate da quel
sentimento sottile. Senza però dimenticare le altre qualità
essenziali dall'umiltà alla fiducia, dalla libertà alla leggerezza,
dalla fedeltà al perdono, alla tenerezza. Come se mescolandole
alchemicamente si potesse produrre poi quell'effetto miracoloso. E si
miracoloso. Perché l'amore non è di questo mondo. O almeno ne è
solo una possibilità eventuale. Una conquista da ottenere dopo tanti
sforzi mettendo in gioco tutto se stessi. Senza risparmio. Accettando
innanzitutto di perdere quanto acquisito finora, per divenire leggeri
come l'etere. Per non essere più attaccati a niente. Aperti a tutto,
plasmabili come un vaso d'argilla. Solo allora si può morire per
rinascere a nuova vita. Non prima di essersi affidati “a tutto
quanto move”. Lo spirito d'amore. Quell'energia sottile a tenere il
mondo unito armonicamente. L'unica a essere in grado di trasformarti
nella coscienza, nelle sensazioni, nel corpo. Basta pronunciare le
parole magiche. Fiat. Così sia. Non prima di essere tornati bambini
ma con la consapevolezza di un adulto, la scaltrezza di un serpente.
Per una pienezza di vita conquistata passo dopo passo. Non senza aver
attraversato il deserto per inabissarsi e perdersi nell'oceano
infinito. Trovando il sole anche di notte. Quel luogo era un'oasi
d'amore, o almeno provava a esserlo con tutta la sincerità
possibile. Per questo era diventata una tappa fondamentale per quei
pellegrini assetati, oramai spogli di tutto. I cosiddetti poveri di
spirito.
</div>
Noisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-1726196609216598402016-03-19T07:18:00.004-07:002016-03-19T07:18:45.888-07:00In ascoltoAndare al fondo del nostro essere<br />
Là dove tutto ha avuto inizio<br />
Là dove tutto finirà<br />
Nel silenzio sottile<br />
Senza paura del vuoto<br />
Per vedere cosa succede<br />
Solo rumore di fondo<br />
Oltre ogni apparenza<br />
Dopo mayaNoisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-37870639890405262182016-03-14T15:16:00.000-07:002016-03-14T15:16:16.462-07:00Il funerale del funerale<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Prima
di partire
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Vorremmo
spendere due parole in merito al funerale della saracca
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La
saracca è un rito
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Un
auspicio di rigenerazione
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
per
una vita rinnovata ancora
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Grazie
anche a un sacrificio
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Quello
della sardina
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Un
piccolo pesce povero
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Eppure
è grazie a esso se tante famiglie sopravvivevano all'inverno
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La
vita e la morte
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Inscindibili
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Spesso
da lasciare senza parole
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ma
il vento fa il suo giro
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Così
come la vita
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Volenti
o nolenti
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Anche
quest'anno siamo lì pronti a festeggiare spensieratamente
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
spinti
da un vitalismo inarrestabile
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Anche
quest'anno ci apprestiamo a vivere dei momenti di svago insieme
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Consapevoli
però di quel sacrificio
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Pronti
a accogliere la vita
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
a
rispettare la morte
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Con
il sorriso in volto
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
la
malinconia nel cuore
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ora
bando alle ciance
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Una
giornata davanti ancora
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Una
nuova impresa
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Perché
il funerale della saracca non ha confini né tempo
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
se
non quello della vita
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Perciò
tutti pronti a salire in sella
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Giovedì
a camere d'aria per preparare il mezzo
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Domenica
per le strade di campagna
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
se
il tempo lo permetterà
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Direzione
da qualche parte
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
dove
compiere ancora il miracolo della vita
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Non
troppo lontano da Monte Uliveto
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Né
troppo vicino
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Con
nel sacco cose semplici da condividere
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
A
partire dall'entusiasmo
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ancora
la lotta tra la vita e la morte</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Perché
morire è innanzitutto accettare di spegnersi dentro</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Pensare
la morte come l'ineluttabile</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Il
nemico invincibile</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Memento
mori</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
diceva
l'untore</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Bada...</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Memento
vivere</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Nonostante
tutto</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Consapevoli
come non mai</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Eppure
leggeri come l'entusiasmo puro di un bambino</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Oggi
è il giorno giusto</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Facciamola
finita</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Le
parole di un amico sconsolato</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Un
tempo lontano eppure vicino</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Troppa
la voglia di vivere quel giorno
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Per
lasciarsi andare</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
No</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Oggi
no
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Noisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-53472282624546980192015-12-08T08:42:00.002-08:002017-02-05T01:00:45.036-08:00Della grande ignoranza<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Santa
ignoranza.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Dotta
e foriera di frutti ancora acerbi.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Un
mondo è andato.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Non
del tutto la sua ombra pesante.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Liberarsene
prima possibile.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Senza
rimpianti.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Viva
la nuova ignoranza.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Grado
zero di sapere.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Segno
di massima liberazione.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Da
tutto quanto ci legava.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Senza
più il ricordo della finalità o del senso.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Solo
l'inerzia residuale di quanto non c'è più.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Già
al tramonto da chissà quanto.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Resta
ancora una vibrazione lenta.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Di
qualcosa scomparso per sempre.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
In
molti a lagnarsi dell'ignoranza delle nuove generazioni.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Gli
stessi ancora avvinti nelle maglie di un sistema all'apparenza
incapace di arrestarsi.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Tutto
è già compiuto.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ricapitolato.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Rimane
solo la contemplazione stupita di quanto fu nella potenza, libera ora
di gettare nuovi semi, scintille di luce invisibili ai più.</div>
Noisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-47938098869196875722015-11-08T15:29:00.002-08:002015-11-08T16:01:24.910-08:00A 14 2015<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
A
fare autostop erano rimasti in pochi.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Tante
cose erano cambiate. La società attuale non rispecchiava più i
valori libertari di una volta. Si era preferito piuttosto affermare
un senso di sicurezza al di là di ogni logica. Complici i media, un
sistema onnipervasivo incentrato sulla legalizzazione di ogni
manifestazione, capace di riprodursi viralmente in ogni luogo,
situazione. A volte appena saliti si sentiva dire di essere il primo
autostoppista a bordo da sempre. Una specie rara oramai estinta da
tempo. Spesso a fermarsi erano proprio quei figli di fiori alla lunga
riassorbiti dal sistema, dalle logiche familiari, dal lavoro al punto
di non riuscire più a vedere alcun punto di contatto con quelle
immagini esotiche celebrate da tanti film. Eppure tanti suoi giovani
amici avevano ripreso quella tradizione con nuovo entusiasmo. Non di
rado si spingevano oltre le alpi diretti in francia, germania, là
dove ancora l'autostop è una pratica condivisa. Di certo il più
atipico di tutti era fabrizio spesso con siddharta. Lui
sessantacinque anni, nemmeno dieci suo figlio. Capelli lunghi e barba
bianca, lo sguardo profondo, sincero, un sorriso rassicurante utile
per fronteggiare le emergenze più ricorrenti. In particolare
l'arrivo della polizia allertata dagli automobilisti preoccupati
per le sorti del bambino. A facilitare il loro compito una rete
globalizzata di sguardi, parole. Controllori di tutto a loro volta
sotto controllo perenne. Immancabile l'intervento della volante dopo
le chiamate di avvertimento.
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Documenti...
dove andate... da dove venite...
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
insomma
le solite domande.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Fabrizio
e siddharta non erano caduti in quella rete stritolante, o almeno
avevano provato a allentarne la presa anche per inseguire un senso di
libertà ai più sconosciuto. Non senza pagare pegno.
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Quel
giorno era partito di sabato.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Salutati
gli amici, i genitori via verso il casello per fare ritorno a casa.
Là dei provetti panificatori operavano una volta ancora la
trasformazione dell'acqua e della farina in un pane buonissimo.
Voleva essere presente anche lui.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Che
la giornata non fosse partita bene si era visto subito. Era sabato
cazzo. I viaggiatori esperti si riposavano a casa. Lungo la strada
solo i guidatori distratti del sabato spesso con utilitarie scassate,
la famiglia al seguito. Irraggiungibili le poche macchine di grossa
cilindrata, i suv con i vetri scuri rigorosamente dotati di pass
pronti a sfrecciare più velocemente possibile. Difficile
intercettare i loro sguardi, impossibile scambiare anche una sola
parola.
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Fare
autostop oggi non è certo una passeggiata.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Per
carità i tempi di percorrenza sono veloci, tre ore quando va male,
due se tutto fila liscio per coprire un paio di cento chilometri.
Sempre meglio del treno regionale. Lì non sai mai se arriverai a
destinazione. In quel frangente poteva succedere di tutto. Sempre
all'erta. Con le antenne dritte per riuscire a leggere al meglio ogni
istante presente, per dare le risposte giuste. E non c'era regola a
tenere. Ogni volta bisognava improvvisare con la massima celerità
possibile. Questioni di secondi. Una parola sbagliata. Tutto da
rifare daccapo.
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Quel
giorno sembrava eterno. Ma disperarsi non serviva. Meglio lasciare
sgomberi i pensieri per ottimizzare le forze.
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Poi
come d'incanto un passaggio fino a fano prolungato miracolosamente
fino a rimini sud.
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Rimini
sud.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Quella
era la barriera più difficile.
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Una
sorta di spartitraffico tra le marche e la romagna.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La
prova da superare prima del premio finale.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Nonostante
l'enorme traffico pochi disposti a ascoltarti.
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
A
peggiorare le cose solerti casellanti pronti a uscire dalla cabina
per mandarti via a suon di urla e di minacce. Neanche avessero visto
il demonio.
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Qui
non puoi stare.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Te
ne devi andare subito.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Frasi
pronunciate con gli occhi strabuzzati, la bava alla bocca.
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Oramai
ci aveva fatto il callo.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Pronta
la risposta.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Da
qui non me ne vado.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Cercando
di mantenere tutta la calma e il distacco possibili.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ah
no? Allora chiamo la polizia.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Libero
di farlo la replica.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Da
quel momento il countdown attivato per non essere inquadrati nel
mirino del sistema.
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Andare
via prima possibile.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Alla
velocità della luce.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Fino
a diventare inconsistenti come un fotone.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Via
tutte le maschere.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Decisi
come se in palio ci fosse la vita.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Un
casello vale l'altro.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Anche
il più vicino.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ovvero
rimini nord.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
In
tali frangenti qualcosa di speciale succede.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Chi
sta dentro la macchina percepisce qualcosa.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Via
le barriere usuali.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Tutto
sembra facile.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
E
in pochi istanti voilà il passaggio per rimini nord.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Il
minimo.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ma
non importa.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Arrivare
là è come mettere piede oltre il confine.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Da
lì in poi tutta un'altra musica.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
A
forlì una signora cinquantenne anche lei autostoppista da giovane.
Ha la voce un po' rauca per il fumo. Ma è simpaticissima. La pecora
nera del paese. Quella ribelle per natura. Certo alla fine normalizzata pure lei.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Va
a bologna per trovare un amico.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Abita
in via guelfa.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La
stessa strada di camere d'aria dove c'è parcheggiato il forno a
legna.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Stupiti
non poco dalla coincidenza ci si lascia con un abbraccio caloroso.
</div>
Noisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-14859789820303290272015-09-09T08:00:00.003-07:002015-09-09T08:08:37.961-07:00E notte fu...<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Da
vari anni non tornava in quel luogo.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Da
quando partito un mondo se ne era andato.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Di
botto.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Una
vera apocalissi.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Il
tempo a venire per realizzarlo.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Capisci
allora dell'inconsistenza di quanto ci circonda, di quanto
all'apparenza sembra contare.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Basta
spostarsi di poco.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
E
tutto cambia senza ritorno.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Allo
stesso tempo comprendi la forza dei propri desideri, della volontà,
dell'amore, dell'intento sottaciuti.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Uno
sguardo non indifferente capace di trasmutare la materia grezza, la
povera realtà in un mondo magico bellissimo. Certo con le sue ombre,
le idiosincrasie opportunamente silenziate.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Forse
è proprio questo uno dei possibili sensi del portare la luce dove
prima era buio. In fondo c'è notte e notte. E la più nera non
sempre ha un risvolto negativo. Così spegnere tutte quelle luci
artificiali può essere l'occasione per saper captare nell'oscurità
scintille di luce. Insomma per vedere meglio a volte bisogna prima
fare buio. Allora in certi momenti di illuminazione scopri che non
tutte le vacche sono nere. Anche avvolti in tanto nero qualcosa di
residuale trapela. Forse lì si annida l'essenziale. Buio e silenzio
gli strumenti da sempre per fare questo vuoto. Per andare oltre
quella illusoria continuità percettiva. Il punto (quasi) zero da
conquistare. Quel non luogo foriero di possibilità infinite se solo
lo si cercasse senza se e ma.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ma
il discorso oggi prende un'altra piega.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Qui
lo sguardo è più quello dell'angelo benjaminiano intento a volgersi
a tergo per mirare le macerie della storia.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
In
questo caso i cumuli di rovine sono soltanto la realtà grezza, il
substrato rimesso a nudo.
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Finito
l'amore, il collante di quel mondo, rimane solo questa materia
povera, basilare pronta per nuove doglie. Intanto però niente più
scintille capaci di illuminarla solo a volerlo. Da soli o insieme. Lo
sforzo collettivo nel tentativo magico di attivare livelli inauditi
in potenza, bellezza. Senza quel carburante impossibile elevarsi.
Avoja a pronunciare parole magiche, a scuotere bacchette, vincastri.
</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ecce
realtà nuda.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Soltanto.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La
più vicina alla sensazione pura.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Il
bicchiere mezzo vuoto.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Niente
più trasporto.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Come
se ogni cosa avesse perduto l'anima.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
In
giro solo fantasmi, no... zombie.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Vedo
anche cri.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La
guardo.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
È
a pochi passi da me.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Lontana
all'infinito.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Di
un'altra dimensione.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Preferisco
tacere.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Non
annodare discorsi inutili.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Impossibile
incontrarsi con lo sguardo.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Niente
più riflette.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Come
vivessimo due realtà separate da una membrana trasparente anonima.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Fra
tanta gente nessuno mi riconosce più.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Anche
quando provo a salutare.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Come
fossi trasparente, etereo.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
In
loro si rispecchia solo il fantasma di quel marco che fu.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Terminiamo
il giro con gli amici stranieri.</div>
<div style="font-style: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La
sensazione di stare girando nei corridoi di un museo a ciel sereno. A
mirare oggetti, situazioni anonimi oramai al di fuori da ogni uso se
non quello della contemplazione distaccata.</div>
Noisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-50333969636085936092015-09-03T10:35:00.001-07:002015-09-03T18:24:02.281-07:00Ecologia dello spiritoOggi non ce la faccio.<br />
Come fossi di cemento.<br />
Ogni gesto è difficile, vischioso.<br />
Ieri ho scoperto quanto avrei già dovuto sapere da un pezzo.<br />
L'occhio destro vede sempre di meno.<br />
Oggi ho contattato l'oculista della prima lontana operazione laser.<br />
Essersi abituati bene.<br />
Questo il problema.<br />
Difficile l'idea di essere tornati indietro.<br />
Ma non è solo questo.<br />
Vedere il corpo disfarsi lentamente.<br />
E' questo quanto provato dalla zia operazione dopo operazione?<br />
Quando al risveglio si scopriva privata di parti di sé, di funzionalità irrecuperabili.<br />
Difficile anche accettare l'idea di stampo spirituale del corpo come grave, peso, croce.<br />
Ecco allora tanta industria per immobilizzarlo, privarlo dei piaceri, metterlo a regime.<br />
Certo per seguire la via dello spirito per liberarlo.<br />
Un lungo viaggio a ritroso dopo aver ceduto alla tentazione dell'incarnazione.<br />
Moh che si fa?<br />
Non è affatto pacifico abbandonare la nave che affonda centimetro dopo centimentro.<br />
Anche perché per molti di loro l'identificazione con l'infinito, con la coscienza cosmica indeterminata è un fatto assolutamente normale.<br />
Come se vivesserogià da un'altra parte oltre questa dimensione.<br />
Certo rimane l'annosa questione di come ridare dignità, consistenza, essere a questo abbaglio ancestrale. La macchina fisica, quel corpo fragilissimocome un cristallo sottilissimo.<br />
Arrivederci a tutti e buonasera.<br />
No, questo non riesco ancora a pronunciarlo.<br />
Qualcosa mi trattiene ancora.<br />
Quegli stessi così veloci a abbandonare la nave quanto a rimpolpare questa esistenza progettando futuri improbabili mossi da una fede un ottimismo ogni oltre logica nel migliore dei casi.<br />
No non mi sento così.<br />
Se proprio devo, ripeto devo, perché altra via non vedo, lo faccio a malavoglia.<br />
Non senza dare uno sguardo indietro, memore delle macerie lungo la strada. Non senza disappunto.<br />
Certo una via bisogna pure trovarla, una soluzione la più folle che ci sia.<br />
In fondo si trattasolo di abbandonarsi all'infinito.<br />
Soprattutto saper scompariresenza lasciare tracce a venire.<br />
Nel rispetto delle migliori regole ecologicheNoisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-64080820469558200222015-07-22T01:32:00.002-07:002015-07-22T01:32:47.382-07:00Odissea nello spazio e nel tempo di ora
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Come
sia nato l'uomo rimane un mistero.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Da
circa 250000 anni si sono succedute tante variazioni spesso
inspiegabili fino a giungere ai nostri giorni.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Circa
10000 o 20000 anni fa, cosa cambierebbe, l'ultimo uomo, quello
sapiens o anche faber, tecnologico. Apparso tra le valli della
Mesopotamia, dell'India fino all'Africa nord orientale. Ma poteva
essere la Siberia, o il freddo nord Europa, o il centro America. Di
punto in bianco ecco apparire anche il grano come lo conosciamo oggi,
gli animali domestici e via dicendo.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
C'è
chi attribuisce tale passaggio a qualche cultura aliena. Un esempio
per tutti Kubrick e il suo 2001 Odissea nello spazio. Per Castaneda
si tratta piuttosto di essere spirituali predatori (I Voladores)
venuti a colonizzare la terra per utilizzare la macchina uomo al suo
servizio come in Matrix. La stessa Bibbia narrerebbe secondo la
traduzione letteraria di Mauro Bilino dell'alleanza con Javè, uno
dei tanti Eloim venuti per governare l'umanità. Gli Eloim ovvero
un'altra etnia, civiltà aliena evoluta capace di indossare i panni
umani, di generare insieme discendenze semidivine (come nelle
mitologia greca).</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Avanzati
al punto da riuscire a modificare geneticamente l'uomo per farne un
docile strumento di controllo grazie al potenziamento/innesco della
mente sopra le altre funzioni biologiche “naturali” cioè
avvenute per mutazione spontanea. Tale scenario è in parte lo stesso
ipotizzato da Stargate.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ora
che fine hanno fatto gli Eloim nessuno lo sa. La maggior parte
dell'umanità se ne è dimenticata, anche per il tentativo di
nascondimento, traviamento operato da certe istituzioni secolari
statali o religiose che siano,</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
C'è
invece chi li vede ancora come Caterina Stefania una “aperta”
capace di andare “oltre la barriera”, alias velo di Maya, Matrix.
Con lei padre Tomislav uno dei frati protagonisti a Medjogore. Ora
entrambi in abruzzo in una comunità mistica intenti a fare rituali
cosmici ai quali parteciperebbero pure entità aliene.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Anche
Castaneda a suo modo parla della stessa cosa, di piani di realtà
differenti al di là della matrice interpretativa di questo mondo, di
un cosmo popolatissimo aventi finalità predatorie.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ma
torniamo agli Eloim, scomparsi certamente dal piano visivo non prima
di aver innescato nell'uomo quei dispositivi culturali alla Foucault
capaci di imbrigliarlo entro maglie fitte, la grande barriera, con lo
scopo di predisporlo al lavoro, alla conservazione della specie per
farne carne da sfruttamento. Insomma l'uomo come schiavo. Lo stesso
prefigurato da Platone dentro la caverna, cieco fino alla paranoia.
L'uomo macchina imperfetto, perché frutto di una sintesi
approssimativa. L'unico animale sulla terra senza ambiente,
produttore di mondo artificiale, sfruttato da potenze superiori per
depredarlo del suo lavoro, della sua conoscenza, della sua energia.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Questo
lo scenario più ampio del potere rispetto a quello ipotizzato
politicamente dalla comunità invisibile.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Rimane
lo stesso unico fine possibile, quello della liberazione assoluta
dell'uomo da tutto quanto ci predispone, ci obbliga alle nostre
spalle sia come forze occulte, sia come poteri secolarizzati e via
dicendo. Se per Colombo andare oltre la barriera significava superare
spazialmente le colonne d'Ercole. Oggi i nuovi confini da superare in
un mondo globalizzato sono oltre l'u-topia intesa almeno entro queste
leggi fisiche Per rilanciare in un inaudito “non luogo” dove
tutto è possibile, tutto è connesso, tutto può nascere. Luogo,
mondo spirituale di connessioni inimmaginabili, l'oceano infinito da
solcare grazie al nostro doppio, il corpo energetico recuiperato,
ristrutturato, rivitalizzato, potenziato, fatto sorgere
alchemicamente da quella macchina fisica usata primariamente per
semplici scopi materiali di sfruttamento quotidiano, al massimo di
sopravvivenza. Grazie a un altro uso dello stesso, a una
economizzazione delle energie per mettere la macchina a regime fino
al punto sogliare della trasformazione-trasfigurazione-precipitazione
alchemica nell'uomo spirituale. L'unico a saper andare oltre la
barriera, di “vedere”, “conoscere” silenziosamente attingendo
a quell'infinito oceano di conoscenza di energia a cui avrebbe
accesso.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
È
sempre un problema di pratiche, del fare, il “grande fare” come
lo definisce Gurdjeff. Ma prima dobbiamo conoscersi meglio, come
siamo fatti, quali sono le nostre potenzialità al di là dei limiti
imposti dal sistema. La via politica da sola non basta per rispondere
a tali questioni. Certo è di grande aiuto per svelare certi
dispositivi, per cominciare il processo di liberazione. Ma è solo
l'inizio. Certo è sempre un problema di economia, di buona
amministrazione. Ma il problema va spostato su tutti i livelli
possibili. Dal macro al micro e viceversa. Dal fisico, al mentale
allo spirituale, dall'infinitamente piccolo fino al cosmico.
Antropologia spirituale la più materialistica possibile. Poi si
vedrà.</div>
Noisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-41644424386013919722015-06-01T06:35:00.003-07:002015-06-01T14:37:00.185-07:00Oltre l'orto...
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La terra di nessuno</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Neverland</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
L'isola che non c'è.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Per accedevi basta
superare le barriere.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Staccarsi da terra.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Saper volare</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Oltre l'immaginato.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Il già dato.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Trovare l'isola che
non c'è
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
non è tanto uno
spostarsi in un luogo remoto</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
una terra esotica</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
come molti credono.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
E' lì a portata di
mano.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Basta volerlo</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
con tutto se stessi</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
per varcare la
soglia</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
da sempre aperta</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
lì a un passo.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Prima però bisogna
sciogliere i lacci,
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
rompere gli ormeggi</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
farsi leggeri,</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
piccoli piccoli.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Allora forse un
mondo apparirà.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Di una luce, una
completezza, un'armonia straordinarie.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Basta volerlo.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Il giorno x era
arrivato.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Almeno sulla carta
quella domenica ci sarebbe dovuto essere “oltre l'orto...”
L'evento pensato insieme con quelli di tessuto da varie settimane.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Oltre l'orto... un
nome un programma.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
L'intento di
trascendere quanto conosciuto.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La sfida mirabile di
aprire nuovi sentieri per testimoniare di mondi impensabili. Per non
ripiegarsi sul triste presente, per non fermarsi alle solite
comprensibili posizioni recriminative, di denuncia. Oltre quel
sacrosanto urlo esistenziale per diventare affermazione pura. Nella
speranza di tentare l'impossibile. Non senza provare prima a flirtare
con la magia, la follia.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
I giorni appena
trascorsi era piovuto. Il terreno incolto fuori il recinto dell'xm
era diventato inagibile.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Senza lasciarsi
prendere dallo sconforto si era deciso di spostarsi dentro il centro
sociale. Rinunciando agli spazi vergini fuori dell'orto. La neverland
desolata, la terra di nessuno abbandonata dove prima c'era il vecchio
mercato ortofrutticolo. Il luogo dove sarebbe dovuto sorgere un
quartiere residenziale nuovo di pacca. La trilogia navile, un centro
abitativo non certo popolare. L'ennesimo piano regolatore per
nascondere la solita speculazione edilizia.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Gli edifici tre
grossi palazzi a spezzare prepotentemente la linea infinita
dell'orizzonte fino a nascondere i bellissimi tramonti di una volta.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Fallite le ditte
erano stati abbandonati al loro destino nell'attesa di tempi
“migliori”.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Al momento restava
solo lo scheletro nudo di quanto appariva in bella mostra sulla
carta, oltre la terra smossa, le montagne di detriti sommersi, le
macerie disperse qua e là a pioggia. Al punto di rendere quelle zone
ancora più desolate di prima.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Di per sé non era
un male.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Almeno per tutti
quegli animali selvatici lì trasferitisi da tempo. Lepri, lucertole
di ogni grandezza, tipo, piccioni metropolitani, gatti sempre più
randagi.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Anche per la pioggia
di quei giorni la vegetazione era più rigogliosa che mai. Cicorie,
cardi, ortiche e tante altre piante selvatiche avevano infestato ogni
anfratto colorando quelle terre amorfe di un verde intenso.
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
In mezzo a quella
landa desolata le vestigia di quattro piante giganti sradicate. I
ceppi oramai a nudo sulla superficie in lotta con le fitte erbacce
per non essere sopraffatti. Una battaglia impari.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Quelle possenti
rovine solitarie cariche di storia conferivano al posto un non so che
di arcano, di magico. Il luogo ideale per celebrare riti antichi nel
tentativo di connettersi con le energie cosmiche nascoste.
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
A accentuare tale
sensazione di straniamento la sagoma maestosa sullo sfondo del nuovo
comune del tutto scollegato con il resto. A seguire le volte snelle
del vecchio mercato, un gioiello di architettura degli anni sessanta,
oramai private di ogni utilizzo pratico. Prima mercato, poi macerie
all'aria aperta, infine garage per auto, ora solo piloni snelli
slanciati verso l'alto per il puro piacere dello sguardo. Specie
durante i tramonti quando la luce del sole gioca a rimpiattino tra le
grosse finestre di vetro sul tetto scolpendo le volte in controluce.
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Subito di fianco
l'entrata del vecchio mercato, già convento negli anni venti. Una
struttura in pieno rigore metafisico dalle linee pulite, essenziali.
Forme pure, lisce come monoliti astratti.
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Un coctel di mondi
andati e a venire da vertigine.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Luogo indefinito
disarmonico, fuori oltre ogni misura.
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Non certo adatto per
essere abitato se non occasionalmente da coppiette furtive, tossici,
fanciulli all'avventura.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Come appena detto,
l'idea di occupare per un pomeriggio tale ambiente ameno era stata a
malincuore abbandonata per ripiegare sulle più familiari tettoie
dell'xm poste a est dell'orto.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Niente più slanci
verso l'ignoto. All'apparenza un ripiego. Nei fatti una sfida ancora
più grossa.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Trasformare quel
luogo sinistro, sporco, opprimente in un rifugio accogliente, facendo
emergere da quel substrato amorfo, oscuro un nuovo mondo inaspettato.
Questa la magia da compiere quel giorno. Per questo si era pensato di
tagliare in due il grosso lungo spazio sotto la tettoia per sfondarlo
in larghezza sfruttando l'apertura naturale verso l'orto antistante.
Escludere il bar e tutto quanto a seguire, i luoghi di solito più
frequentati, per occupare quegli ambienti invece più in ombra. Il
cuore pulsante dell'impianto la palestra con lo spazio antistante,
l'ultimo edificio prima dell'uscita. Quanto doveva essere abbattuto
secondo i piani maldestri di certi speculatori assecondati
politicamente. Svuotato di tutto era diventato la superficie ideale
da trasformare in sala da ballo privè. I grossi bancali di solito lì
davanti parcheggiati erano stati spostati al centro dello spazio
circoscritto. Messi in mezzo in modo asimmetrico per spezzare la
linearità da caserma dell'ambiente precedente. Sarebbe stato il
divano per eccellenza da dove poter mirare lo spettacolo. In
particolare di quello offerto sui due tessuti appesi sulle possenti
travi del tetto metallico.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Oltre il cancello
l'orto, la fuga naturale verso il fuori. L'intermezzo con la natura
selvaggia, lì addomesticata nelle vasche da bagno, nei secchi di
plastica, nelle ruote da bici. Lo spazio preferito dagli abitué del
giovedì quando si svolgeva il mercato di campi aperti.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Eppure tutto questo
non era ancora sufficiente per compiere il miracolo. Mancava il tocco
finale capace di operare il salto nel nuovo cosmo. A svolgere tale
compito sarebbero dovute essere le note soffuse della filodiffusione.
Tredici piccole casse per riempire con leggerezza ogni angolo di
musica chillout senza arrecare disturbo. Anche per affermare un'idea
alternativa alla solita musica sparata da casse mega pompate
desiderose di sovrastare tutto. Timbriche fatte per aggredire,
sfogare muri di frustrazione, abbattere barriere di insensibilità
programmata dal regime quotidiano del sistema. Una rabbia dentro
canalizzata per alimentare orge trash, serate tekno votate spesso più
alla (auto)distruzione, non prima di aver attinto ad ampie mani
all'energia necessaria per tirare l'alba. Fino a quando sperperata
ogni forza vitale ci si trascina come zombie per depositare da
qualche parte le carcasse vinte dalla stanchezza, dagli eccessi.
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
A dispetto di tale
trend si voleva utilizzare quei luoghi per un altro uso più incline
a rigenerare l'energia. Per ottenere tale obiettivo c'era alberto con
il reiki, olga con lo yoga, più la sessione finale del laboratorio
di dance trance. Alberto con i suoi amici avevano anche allestito di
fianco alla palestra il loro banchetto di erbe sacre, infusi
miracolosi, dolcetti vegani attingendo ampiamente all'esperienza
maturata da alcuni di loro nel lungo ritiro shamanico in perù. Fuori
il banchetto, dentro la stanza adibita a tessuto i materassi
necessari per equilibrare l'energia dei centri vitali intasati con
quella cosmica.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
L'appuntamento per
tutti gli organizzatori era per il primo pomeriggio, anche perché
l'evento sarebbe cominciato in teoria per le quattro. Alle quattro e
quaranta, tolto il puntualissimo gruppo reiki, degli altri nessuna
traccia. Le casse, lo strumento magico per creare il miracolo di
“oltre l'orto...”, ancora parcheggiate dentro casa sound. Cosa ci
vuoi fare. Fino alla fine sul filo di lana. Secondo una lontana
tradizione del posto. Quando già inizia a arrivare la gente si
comincia con la relativa calma l'opera di trasformazione. Nell'attesa
va bene pure un vecchio stereo portatile preso dalla palestra dal
costa. Quanto basta per diffondere vecchie arie di blues elettrico.
Alla fine arrivano tutti. Per ultimo jimmi l'esperto del suono. Senza
pensare ad altro ci si mette all'opera. Si stendono i fili tutto
intorno, si collegano le tredici casse posizionate in serie una
dietro l'altra lungo il perimetro, sotto i bancali per inondare di
suoni l'atmosfera con naturalezza. Alle sei in punto tutte le casse
sono collegate non senza aver prima dovuto risolvere una serie
infinita di problemi tecnici contingenti. Per chi ha lavorato di
forbici e cacciavite è già un miracolo essere riusciti a tanto.
Un'impresa all'apparenza disperata. Eppure vuoi per l'aiuto degli
amici, vuoi per l'esperienza di jimmi, non senza fortuna il miracolo
si compie. Ora la prova della verità. Un attimo di silenzio. Vai con
il volume. Voilà la musica mixata da jaba ad avvolgere i presenti
dal basso, di lato con la stessa fragranza del cottonfioc. La stessa
sensazione di quando si accende la televisione. Un nuovo mondo
all'improvviso come se tutto quanto prima non fosse mai stato. Un
miraggio condiviso. Una visione per un giorno. Un universo sorto
dall'intento comune di far emergere qualcosa di bello prima di
sottrarsi di nuovo a fine serata nell'oscurità, nel silenzio. Per
nascondersi ancora in qualche luogo arcano in attesa di manifestarsi
ancora sotto nuove forme.
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Intanto però le
vecchie sedie arrugginite, i tavoli di legno consunti, i banconi
della mensa prendono vita, si animano di luce. Una leggera vibrazione
attraversa tutti. Le ragazze di tessuto mettono a disposizione i cibi
cucinati in casa. Si prepara al volo le tisane di salvia, rosmarino,
finocchio selvatico. Si riempono i bicchieri con lo sciroppo di
sambuco, il caffè d'orzo della zia anita. Si mescolano animosamente
i dieci litri di sangria nel pentolone.
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Mezzanotte.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Come d'incanto si
chiude il sipario.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La gente lascia
lentamente il palcoscenico.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Si spera più felici
di prima.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Si spengono le luci,
la musica.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
A un tratto gli
oggetti tornano nell'oscurità, le panche a essere solo vecchi pezzi
di legno tarlato. Le poche persone che restano si confondono con la
tappezzeria del posto.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Da fuori solo il
rumore sordo delle ruote sull'asfalto a rompere il silenzio sottile
piombato all'improvviso.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Noisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-19699968826467264562015-05-19T15:00:00.002-07:002015-05-21T06:22:41.623-07:00Un forno impossibile o il teatro delle celebrazioni<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Lo avevano concepito
in inverno.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Un'idea semplice.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Fare il pane con gli
amici.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Autoproduzione come
oggi si sente spesso dire.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Non solo.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
A muoverli un certo
fascino per il fuoco.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Uno dei quattro
elementi fluidi insieme all'acqua, l'aria e la terra. Per il suo
potere di trasformazione.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Vi va di costruire
un forno a legna?</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Stavamo pensando la
stessa cosa.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Occhei. Facciamolo.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
A natale scesero
tutti a campobasso.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Per quasi una
settimana studiarono il modo.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Poi un giorno ecco
il progetto prendere corpo.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Anche perché come
un'idea contagiosa tutti intorno a loro si erano fatti in quattro per
renderlo possibile a partire dalla ricerca delle materie prime.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Una mattina presto
dentro il garage del nonno vincenzo, le vecchie e le nuove
generazioni decisero di mettersi all'opera.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Esperienza da
vendere unita al vitalismo, alla spensieratezza senza tempo. Ora dopo
ora il forno cominciava a prendere forma sopra un carrello
industriale a tre ruote arrivato lì in qualche modo.
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Già questo venne
percepito come un piccolo miracolo.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ma senza immaginarlo
si era solo all'inizio.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Il problema ora era
dove portarlo.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Vari tentativi in
alcuni centri sociali, associazioni culturali.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Senza mai trovare la
quadratura del cerchio.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Poi un giorno
l'intuizione giusta.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Camere d'aria.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Lo spazio dei
laboratori partot, del festival della zuppa.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Un po' fuori dal
centro.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Quanto basta per non
essere sopraffatti dal caos cittadino, dalla frenesia contagiosa
degli studenti. La distanza giusta per vedere le cose con distacco,
lì a un passo dai binari della ferrovia, barriera insormontabile ma
anche punto di fuga verso l'infinito.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
A vegliare in
silenzio sopra tutto santa rita da cascia la patrona del quartiere,
la santa dell'impossibile manco a dirlo.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Trovato il posto ora
bisognava capire come spostare il forno a ruote di cinquecento
chilometri. Un carretto mobile si fa per dire di più di mille chili.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Senza mai un dubbio.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Con una certezza
cieca di riuscire.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Tutto il prestigio
di una vita, le conoscenze giuste del nonno vincenzo per trovare un
camion diretto a nord.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ma non bastava.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Una volta arrivato
come scaricarlo a destinazione?</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Niente paura. Ecco
comparire dal nulla branco un rom bosniaco. Lui non abita nei campi
ma in una casa con la famiglia. Per vivere raccoglie ferro vecchio
con il suo furgoncino munito di gru.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
È lui a prendersi
l'onere di sollevare il forno per poggiarlo nel giardino di camere
d'aria.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Più facile a dirsi.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Anche perché del
forno si era vista solo qualche immagine digitale.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Alla fine il grande
giorno era giunto!</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La mattina dopo
averlo sistemato nel retro del camion con un muletto era partito in
direzione nord.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Lo si aspettava per
sera.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Verso il tramonto.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Fino a allora tutti
in trepidazione.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Un giro di voce per
mettere insieme braccia robuste e intelligenti. Non si sa mai.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
L'appuntamento fuori
l'uscita della tangenziale.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Alla fine ci si
trova un poco più in là lungo la rotonda sotto la tangenziale a un
passo da via massarenti.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Un camion, meglio un
tir con rimorchio tutto bianco.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Mastodontico.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Oltre ogni
aspettativa.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Sorpresi da tanto si
va verso camere d'aria passando per viuzze strette. Via guelfa la
destinazione. Un via costruita per andarci a cavallo in carrozza non
certo per lanciare i 1000 cavalli ruggenti tenuti a freno sotto
l'acceleratore.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Branco con il
camioncino è già a camere d'aria.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Non senza difficoltà
arriviamo a destinazione.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La strada antistante
viene completamente saturata dal camion.
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Il traffico
bloccato.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Impossibile
realizzare l'intento lì.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Non c'è abbastanza
spazio.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Dall'alto della sua
esperienza tiziano, il camionista dà la soluzione.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Cercare uno spazio
aperto dove caricare il forno sul camioncino di branco.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Per uscire da quel
buco una curva a novanta gradi.
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Le macchine
parcheggiate a stringere la carreggiata.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Si sfiorano gli
specchietti retrovisori.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La velocità quella
di una lumaca.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Come pensare di
passare tra calli e canali con un transatlantico.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Alla fine riusciamo
a prendere il largo.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Con branco in testa
usciamo dal centro abitato.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ora il motore può
ruggire tutta la potenza fino allora frenata.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Giunti in un grande
parcheggio i due mezzi si affiancano.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La stessa manovra di
una piccola astronave in procinto di attraccare sull'astronave madre.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Tiziano dopo aver
visto i mezzi a disposizione sembra sconfortato. Non dice nulla. Lo
si vede chiaramente. Nessuno osa dire una parola. L'aria è sospesa.
La tensione a mille.
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Non c'è tempo di
fare previsioni.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Si può solo agire
incrociando le dita.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
O la va o la spacca.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Tertium non datur.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Tiziano si muove sul
camion come una scimmia.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Salta da tutte le
parti, si arrampica fino al soffitto.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Tocca bottoni per
aprire il tetto.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Scioglie nodi per
liberare il forno dai lacci.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ora tocca a branco.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Dopo aver avvolto in
fasce il forno, averlo assicurate al gancio del braccio meccanico
sale in sella alla gru.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Nessuno batte
ciglia.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Tanta la souspance.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Il motore sotto
sforzo fa la voce grossa.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Sbuffa come un toro
legato al palo.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Per il peso il
camioncino oscilla paurosamente.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Tutto è in
tensione.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Uno sforzo di troppo
potrebbe innescare reazioni imprevedibili.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Meglio stare
distanti.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Non si sa mai.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Il forno alla fine
si solleva leggermente.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Quasi incollato a
una calamita.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Un ulteriore colpo
all'acceleratore.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Preso per le corna
il toro alla fine molla la presa.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Non senza rumori
sinistri.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Un attimo di
sospensione in aria.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Poi lentamente si
accovaccia dentro la pancia vuota del camioncino schiacciandolo a
terra.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Metà lavoro è
fatta.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Per difenderlo dalle
forze centrifughe si decide di lasciare la gru con i cavi in
tensione.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Moh bisogna
spostarlo più lentamente possibile in direzione di camere d'aria.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Metro dopo metro la
meta si avvicina.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
L'ostacolo più
grosso un passaggio a livello.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
I fili elettrici a
una spanna dalla sommità della gru. Ce la farà? Tutti a trattenere
il respiro. Dentro una fiducia irreale. Oltre ogni ragionevolezza.
Questioni di centimetri. Il camion passa. Salvata la pelle anche
questa volta. Osare senza se, senza ma.
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
L'ulteriore prova i
dissuasori del traffico.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Superati alla
velocità di una formica.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Il freno tirato per
annullare il dislivello senza danno.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Arriviamo a camere
d'aria sulle ali dell'entusiasmo.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Niente sembra
riuscire a fermare l'allegra brigata.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Branco branco, leò
leò.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Con meno patemi si
sposta il forno nel suo luogo naturale di fianco al muro
dell'edificio. Non prima di aver dovuto superare la recensione alta
un paio di metri. Come un salto in alto prima di atterrare sull'erba
morbida.
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Anche stavolta tanti
i problemi da risolvere ma con la consapevolezza di averlo già
fatto.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Alla fine tutti a
guardare increduli il forno a terra.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Una cosa impensabile
fino a pochi minuti prima.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La sensazione di
aver partecipato a qualcosa di straordinario.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Un miracolo degno
della santa dell'impossibile.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
E non si pensi ai
rom solo come ladri.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Le parole
soddisfatte di branco.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Affaticati più per
lo sforzo mentale a fronte di tanto eccesso, con lo stomaco vuoto è
ora di terminare la serata in cucina.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
A attenderci i
resti della cena della sera prima.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Finalmente un po' di
pace.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Seduti sul terrazzo
all'aperto a rivivere quei momenti impressi a fuoco sulla retina. Un
vertice esperienziale difficile da descrivere a parole, da riuscire a
comunicare ai più.</div>
Noisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-4257036935565681512015-05-16T11:30:00.000-07:002015-05-16T11:30:08.221-07:00Neverland Per accedere all'isola che non c'è <br />bisogna staccarsi da terra.<br />Saper volare.<br />Andare oltre le apperenze<br />la sensibilità comune.<br />Non si tratta tanto di spostarsi in un luogo remoto,<br />in qualche spiaggia esotica<br />come qualcuno crede.<br />E' lì a portata di mano.<br />Basta volerlo<br />con tutto se stessi<br />per varcare la soglia<br />da sempre aperta<br />lì a un passo.<br />Prima però bisogna sciogliere i lacci, <br />rompere gli ormeggi<br />farsi leggeri,<br />piccoli piccoli.<br />Allora forse un mondo apparirà.<br />Di una luce, una completezza, un'armonia straordinarie.<br />Basta volerloNoisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-62578913954125070812015-03-13T05:26:00.001-07:002015-03-13T05:26:38.966-07:00Byrdman 2<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Una vita allo
specchio.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La caduta dal
paradiso sembrerebbe quella di essere entrati nel mondo della
dualità, dell'immagine riflessa, del giudizio dell'altro, il dover
essere secondo il proprio ideale, gli altri, la società. Tutto ciò
per nutrire la propria presunzione, hybris.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Il teatro, ma più
in generale la città, il luogo labirintico, claustrofobico della
mente dove si gioca il ruolo del soggetto rappresentato. Sia nella
scena ma soprattutto dietro le quinte, nel camerino, al bar, per
strada. È lì che la “macchina antropologica” lavora
sotterraneamente nella costruzione delle parti, nell'identificazione
ripetuta dei ruoli fino a incarnarli profondamente. Luogo eminente
dello specchio. Sottolineato dalla presenza costante degli specchi.
Sia reali nel camerino dove guardarsi, identificarsi in un ruolo, sia
simbolici come il volto dell'amata o la critica, il pubblico durante
la rappresentazione per sedurli con il proprio fare.
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La vera battaglia
non è tanto quella di convincere di essere autorevoli, di crearsi un
prestigio, quanto uscire da quella macchina diabolica nel senso
letterale di macchina della divisione, della scissione tra la vita e
la conoscenza e della riarticolazione delle parti. I frammenti da
riassemblare, mettere insieme all'infinito. Uno sforzo pari a quello
di Sisifo.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Aprire una finestra
verso l'ignoto l'unico modo reale di trovare la via della libertà.</div>
<div align="LEFT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Dal punto
di vista formale la continuità della vita prima e dopo l'incidente,
Un piano sequenza ininterrotto. Il rullo dei tamburi gli accenti
emotivi a colorare la continuità. In mezzo c'è il suicidio tentato
poi il sonno, il coma. Un momento di sospensione dove trovare pace,
un insieme di immagini discontinue, fino a arrivare a vedere le
stelle, la luce. Ma non è ancora tempo. La morte non è stata
perfetta. Giù allora gettati di nuovo a incarnare una nuova “vita”.
Al punto che tra il prima e il dopo lo stesso personaggio sembra
irriconoscibile, direi un altro attore, sottolineato dalla
tumefazione tra occhi e orecchio come una maschera nera a nasconderlo
ancora come una foglia di fico.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
Noisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-45747229015331678332015-03-02T02:14:00.000-08:002015-03-13T05:30:38.211-07:00Byrdman<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Birdman come il nome
dice è l'uomo uccello.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Suo anelito quello
di volare, vincere la gravità.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Per tomshon l'aver
interpretato il ruolo di super eroe a hollywood non basta più. Là
si gioca ancora con la finzione, si fa cinema d'intrattenimento.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
A teatro invece
tutta un'altra musica.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
In attesa della
prima.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Il punto di collasso
dove la vita reale coincide con il copione trasfigurandosi.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Teatro di vita dove
si mette in scena la verità, se stessi a nudo.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
E non si gioca più.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
All in.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Tutta la personale
reputazione, il prestigio, per non parlare del denaro, ma ancor più
la propria vita sul piatto.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Si può vincere o
perdere tutto.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La sfida è comunque
di superare il limite.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Quel confine tra la
dura verità quotidiana e i propri sogni.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Il premio il salto.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Per sanare quella
schizofrenia delirante tra desiderio e realtà.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Con essa bisogna
fare i conti.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Per ottenere tale
risultato bisogna riuscire a far andare ogni cosa a tempo debito,
controllare le proprie emozioni, gli imprevisti, le idiosincrasie
degli attori presenti. La macchina teatrale come una macchina
alchemica per funzionare a puntino deve essere perfetta. Ogni
tassello da tutto il suo contributo fondamentale. Spendendosi fino
all'ultima goccia. Una gara di resistenza a oltranza. Uno sforzo
immane. Basta un comportamento automatico agito all'improvviso per
far saltare tutto. Ecco allora uno scatto d'ira, di gelosia
sottolineati dal rullo dei tamburi. Per evidenziare la deriva
macchinica involontaria di ogni personaggio. La catena di risposte
automatiche incontrollabili. Un niente per far saltare tutto. Via
allora dentro il camerino o qualsiasi altro posto intimo solitario come la ringhiera di un terrazzo a un passo dal vuoto. Il luogo purificatore dove ci si
ricostruisce, si trova un equilibrio precario, si mette limiti per ripartire, per
superare le crisi d'identità.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
In ogni caso dopo lo
spettacolo niente sarà come prima.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Perché ogni volta
si muore per rinascere ancora.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La speranza quella
di spiccare il volo per sempre, non cadere giù di nuovo.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Si vorrebbe essere
solo l'eroe invincibile con tanto di poteri.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Triste il risveglio.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Dopo aver toccato il
cielo con un dito ci si sveglia nel letto di un ospedale.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Con una
nuova maschera, un nuovo volto.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Un attimo per
riconoscersi davanti allo specchio per una ulteriore identificazione
narcisistica. Il passo necessario per ricominciare un nuovo copione,
un'ulteriore storia.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
L'alchimia di
saltare nella nuova dimensione non ha funzionato.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Il ciclo delle
incarnazioni fa il suo giro.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Basta solo averne la
coscienza per spezzarlo.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Non giocare più.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Prendere il volo
dalla finestra.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
L'ultimo atto
liberatorio.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Comunque niente di nuovo.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Già edipo, la tragedia greca avevano detto tutto al riguardo.</div>
Noisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-70129320889205499692015-02-23T02:15:00.000-08:002015-04-27T20:16:08.453-07:00L'ultimo volo<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Una grossa cavalletta comune.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
In silenzio.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per una settimana.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Attaccata a un infisso.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Alla vita.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Inutile il tentativo di spostarsi
lentamente in alto.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Un giorno qualunque è caduta giù.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per terra.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Vinta dalla gravità</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli ultimi istanti sul pavimento.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Immobile.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Poi piegata di fianco.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Di colpo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Senza dire nulla.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Un altro passo verso il baratro.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ma non ancora.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Una lunga matita scesa dal cielo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La forza ancora di aggrapparsi con
tutta se stessa.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per stramazzare ancora.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Rigida per sempre.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Senza vibrare più.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Solo riflessi automatici delle
miofibrille.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per confermare la sua natura
macchinica.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Poi neanche più quello.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Noisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-12661867961135673682015-01-20T15:54:00.001-08:002015-01-20T16:10:35.960-08:00Una questione di ritmo<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Da qualche parte si era deciso il
loro incontro.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Anche se non c'era la certezza.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Tante cose dovevano concatenarsi
insieme perché succedesse.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Anche quel giorno il sole si era
alzato presto. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">L'aria era calda. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Quanto bastava per sgranchire le
miofibrille. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Fatto capolino dal solito rifugio
aveva ripreso a volare ronzando. Un suono così familiare da non
sentirlo più. A colpirla invece una strana melodia lontana, una
vibrazione bassa ripetuta come un mantra. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Lo stesso giorno rintanato nel
solito buco aspettava. Con la luce o con il buio non faceva molta
differenza. Da mesi era in attesa. Nel frattempo con tanta pazienza
aveva tessuto quel tappeto delicato illuminato la mattina dalle gocce
della rugiada attraversate dai primi raggi di sole. Non era molto
grande. Quanto bastava per accogliere gli ospiti. Come ogni giorno
immobile da un lato pizzicava le corde con sapienza per produrre una
vibrazione armonica la più ammaliante. In molti si erano avvicinati
per ascoltarla. Qualcuno ogni tanto si faceva avanti. Allora era
festa grande.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Mentre volava spensierata quel
suono si faceva sempre più presente. Al punto da catturare tutta la
sua attenzione. Come attirata da un magnete non riusciva più a
filare diritta. Quasi dimentica della meta aveva cominciato a
disegnare traiettorie ondivaghe. Come fosse ubriaca. Più si
avvicinava più quella musica la conquistava. Da lontano sembrava
stesse danzando. Le veniva naturale di muovere il corpo sinuosamente
chiudendo gli ocelli. Un giro, un altro ancora. Una picchiata verso
terra. Poi a tutta birra verso il cielo. Passo dopo passo stava per
arrivare alla fonte di quel suono meraviglioso. Tanto più si
avvicinava tanto più le note venivano naturali al suo partner.
Entrambi in trance, l'una per il suono, l'altro per la visione di
quella danza erano alla ricerca del ritmo perfetto. Quello in grado
di accordare pienamente i loro mondi fino al punto di farli
coincidere.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Poi di colpo la danza si fermò.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Impossibile muovere le ali.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Come si fossero appiccicate a
qualcosa di vischioso.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Ancora in preda a quella frenesia
non capiva cosa stava succedendo. Tanta la voglia di ballare ancora.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">A un certo punto la musica si
arrestò.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Al suo posto solo battiti
frenetici di passi in avvicinamento.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Il tappeto sottile dove si era
fermata cominciò a ondeggiare paurosamente. Alla fine come previsto
si incontrarono.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
Noisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-65784141795710502782015-01-18T19:57:00.002-08:002015-01-20T16:16:39.513-08:00Congedo où les enfants du paradis<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Le
parole e le cose.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Parole,
note, immagini, luoghi svuotati di senso.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Senza
più cercare un mondo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Pensare
di averlo sopportato fino a allora la grande sfida, illusione.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Manierismo
puro.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">L'unica
seria possibilità ancora.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Uscire
dalla storia.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Senza
negarla.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Solo
svuotandola da dentro per pienezza.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Lasciandola
essere.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">La
scrittura, la canzone perfette.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Perfettamente
inutili.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Inconsistenti.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Con
i segni evidenti delle microcrepe sparse dappertutto.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Oltre
ogni scrittura del senso.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Autodisgregazione
della pagina bianca.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Come
don chichotte fa con lo schermo del cinema brandendo la spada nella
rievocazione di welles.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Rimane
un misto tra ilarità spiazzante e l'ennesima possibilità.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Sapendo
questa volta di stare giocando solo col niente, il vuoto da sempre
sullo sfondo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Resta
solo la contemplazione pura di una potenza (in questo caso romantica)
agita senza altri fini.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Una
rievocazione con letizia, con il sorriso sulle labbra.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Come
se si stesse rivedendo tutta la vita passata oramai abbandonata però
senza formulare giudizi. Osservandola da un altro livello. Nuove vie
di fuga vissute, tracciate, create.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">In
ogni caso niente a che vedere con la nostalgia.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Solo
un guardare bonario, pacificato quel passato lasciato essere senza
più interrogarlo, indagarlo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">La
stessa visione di chi dal paradiso gettasse per un attimo lo sguardo
giù nella creazione.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Operazione
questa nettamente distinta dalla rievocazione trash.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">In
quanto libera dalla pulsione di trasgressione, dalla legge del
piacere, dal desiderio orgiastico affaccendato a triturare,
profanare, desadizzare ogni cosa secondo i propri fini edonistici di
transvalutazione. Niente letizia, al massimo un agire consapevole,
condiviso, democratico nello scambio dei ruoli quando va bene.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Anche
nel congedo si tratta di profanare, liberare tale livello dalla
dimensione sacra trascendente per lasciarlo essere pacificamente,
rispettosamente. Senza interrogarlo, agirlo ancora secondo una logica
economica del valore transvalutato, ricodificato. Tutto è compiuto,
realizzato, perfetto senza bisogno di replica. Certo sempre possibile
la ricaduta, il rimescolare le carte, la riterritorializzazione. Ma
questa è un'altra storia.</span><br />
<br />
<br />
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><a href="https://soundcloud.com/noise-noiselle/tu-sei-la-luce" target="_blank">Tu sei la luce</a> </span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Noisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-60949805830498686182015-01-07T07:14:00.003-08:002015-01-07T07:14:54.125-08:00Margini
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Da un po' di giorni andava alla
ferrovia.</span>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Anche perch<span style="font-family: Times New Roman, serif;">é</span>
c'era un sole insolito per la stagione.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Nel corso degli anni i confini
della no man's land si erano fatti ancora <span style="font-family: Times New Roman, serif;">più</span>
stretti. La <span style="font-family: Times New Roman, serif;">città</span>
continuava a inglobare nuove fasce di terra prima abitate solo da
ratti, senzatetto, clandestini.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Pure le nutrie del canale avevano
dovuto fare i bagagli per spostarsi un po' <span style="font-family: Times New Roman, serif;">più</span>
a valle.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Restava solo quella fascia
desolata percorsa da linee ferrate arrugginite raramente in uso.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Altri prima di lui avevano
scavalcato la rete, percorso quei sentieri di mattoni in cemento. A
testimoniarlo bottiglie vuote, scarpe rotte, vestiti abbandonati.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Da un lato la città, meglio i
confini abitati. Dall'altro il CNR, il nuovo polo scientifico in
procinto di essere ultimato. Due grossi edifici in muratura rossa ai
lati del canale dalle linee possenti. Non senza il vezzo di qualche
fuga spiraliforme giusto per ostentare qualcosa. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Lungo il camminamento in cemento
tante mattonelle fuori posto. Dentro le canaline i fili elettrici a
nudo. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Un saltello e via per continuare
il viaggio lungo i binari.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">A un certo punto una pietra
sistemata al contrario.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Un segno?</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">La sollevò.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Sotto solo la pelle secca di una
biscia.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">La tana di muta di una nuova
rinascita.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Da alcuni giorni era solito
fermarsi a prendere il sole in una di quelle case di manovra a fianco
della ferrovia nei posti di snodo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Per arrivarci bisognava superare
il ponte. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Il punto più stretto, il più
alto.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Da li sopra si poteva vedere un
insolito panorama.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Sotto il canale ridotto a una
strisciolina scura ondulata.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Sullo sfondo la città con i suoi
palazzi disordinati.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Dall'altro lato la periferia.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Scampoli di campi coltivati a
tappezzare gli spazi vuoti tra centri commerciali, capannoni
industriali fatiscenti. Un miscuglio confuso di realtà poco
conciliabili. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Anche quel giorno prima di
passare si assicurò di non vedere nessun treno merci all'orizzonte.
Gli unici a solcare ancora quella tratta. Si buttò sul fianco destro
del ponte, poi superatolo riprese il sentiero in cemento tracciato a
fianco dei binari fino a arrivare a destinazione.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">I mattoni rossi della parete
erano già caldi.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Il posto ideale per attutire la
temperatura nonostante tutto invernale.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Quel giorno si fermò più del
solito.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Fino a allora non aveva mai visto
nessuno.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Solo tracce di vita randagia qua
e là.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Un suono improvviso di frasche
mosse lungo il greppo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Il fumo da una capanna
improvvisata in legno e lamiera nascosta tra la vegetazione.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Le voci riverberate dal campo rom
non troppo distante.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">L'accelerazione di una macchina
nella strada secondaria sottostante.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Su tutto il rumore di fondo della
città.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">A un certo punto la sua
attenzione fu catturata dal movimento rapido di un'ombra nera
all'orizzonte. Pochi passi veloci per attraversare i binari prima di
scomparire nella casa di manovra lì poco lontano.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Dopo un po' dei rumori di sassi
calpestati dalla parte opposta.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Un signore con una giacca a vento
verde militare.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Ha appena superato il ponte.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Lentamente va dalla sua parte.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Lo vede.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Rallenta vistosamente.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Attraversa indeciso la ferrovia.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Per scomparire da dov'era venuto.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Forse si dirigeva proprio là.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Per sedersi su quella pietra
fatta a posta per prendere il sole.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Difficile saperlo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Con sua sorpresa quei posti
all'apparenza deserti erano invece abitati da un'umanità schiva poco
incline a lasciarsi inquadrare. Abituata a vivere nell'ombra, lontano
più possibile da un certo uomo “civilizzato”.</span></div>
Noisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-62672963172781916122014-12-28T10:13:00.000-08:002015-01-16T02:45:15.941-08:00Il canto in lingue come anagramma del nome di dio<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Secondo gli ebrei le parole
derivano dall'anagramma del nome di dio, cioè dalla sua dispersione,
disseminazione. A ciò va aggiunto il valore di rappresentazione che
esse hanno assunto. Il compito di referenziare un mondo coerente per
qualcuno. Ingabbiando in questo modo il potenziale insito nel
significante puro. Obbligandolo a essere qualcosa di determinato. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Liberando le parole da tale ruolo
si prova a restituire “quel massimo di energia nei segni”. Tale è
l'efficacia simbolica dei segni. Cosa significa segno simbolicamente
efficace? Quando un segno diventa efficace al di là del suo uso
referenziale. Per non accollarsi piú il mondo sulle sue spalle, il
suo peso. Per avere la stessa leggerezza del fuoco, del fumo capaci
di librarsi verso l'alto nello stesso momento in cui la materia
organica si dissolve in cenere. Bruciare, consumare per elevarsi. Lo
spirito l'elemento residuale di tale operazione. Quanto si manifesta
di concomitante a tale processo di dissoluzione. Per questo il fuoco
è divenuto un messaggero tra la terra e il cielo. Anche le parole
come il fuoco possono aprire a nuove dimensioni, a nuovi piani di
realtà. Quando oltre qualsiasi rapporto logico economico di
significazione si aprono a uno scambio simbolico. Libere da tutto
quanto le obbligano destinalmente a significare codici significanti
presupposti. Syn-balleyn, mettere insieme qualcosa che si è rotto,
spezzato. L'unità andata in frantumi. Far coincidere la parte con il
tutto. Uno scambio impossibile. Oltre ogni logica economica. E non si
tratta di rimettere insieme i cocci per accumulazione tentando di
rinsaldarli, articolarli insieme. Questo è quanto prova a fare ogni
discorso, ogni narrazione. No qui si tratta piuttosto di un atto di
fede cominciando a neutralizzare il senso, i significati. Far
coincidere il tutto con la parte, nel senso di farli cadere, accadere
insieme. Senza più nessuna logica causale, né rapporto, né
vincoli. Per aprirsi in potenza. Stare insieme, mettere insieme senza
motivo, senza finalità precostituite. Far accadere neutralizzando e
le parti e il tutto, confondendoli insieme. Forse così le parole
verranno liberate dal loro significato profano, dal mondo
precostituito per aprirle al-(l'im)-possibile, all'altro.
Restituendole così al loro fine di medium con l'altro, con gli altri
mondi. Per essere solo porta, apertura pura, vibrazione armonica,
linea di fuga. Forse così riacquisteranno la loro forza operativa.
Non per inseguire nostalgicamente quanto è andato perduto, ma per
generare tutto quanto era da sempre in potenza, senza ingabbiarlo in
un atto conclusivo. Senza pensare di arrestare le parole, ma farle
fluire, sapendole lasciare andare e tornare liberamente, facendole
vibrare. Per innalzarsi ancora. Come fa il fuoco. Le parole “sono
semplicemente rese allo scambio”, si rendono disponibili. Grado
zero di significazione, chenòsi del senso come apertura massima a
tutte le significazioni possibili. Allora forse si raggiungerà anche
il godimento. Infatti il godimento non si ottiene nell'effettuare
strumentalmente una forza, ovvero nel compimento di un atto
finalizzato, cioè nella realizzazione, compimento di un opera. Ma si
ottiene quando si libera la potenza nell'atto stesso, cioè agendo
l'impotenza. Nella contemplazione di tale potenza, di tale tensione
insita in ogni opera sta la bellezza. La contemplazione della
dynamis, della dinamicità del movimento puro.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Di questa parola non resta
nulla, ed essa non si accumula da nessuna parte, perchè il potere
[in senso negativo] è residuo di parola”. Nel senso che è residuo
di valore, di ciò che vale, obbliga di conseguenza. Il nome di dio
non va pronunciato, ma solo disperso, disseminandolo senza più resti
di valore. Solo morendo, nel sacrificio di se stessi, di dio, del
desiderio, di quanto ci si aspetta, di quanto si vorrebbe, solo
abbandonando tutto quanto partorito dall'ego che nuovi mondi
appariranno. Al di là del soggetto, al di là del bene e del male,
al di là del potere inteso come “forza di legge”, ovvero forza
obbligante a qualcosa di dato. Il sacrificio al di là di ogni
tentativo rituale di contenerlo è invece violenza pura, liberatrice,
violenza deponente che non si costituisce più in un nuovo potere. Ė
potenza pura all'occorrenza, del qui e ora, per dare forma volta per
volta, istante per istante. Come fa iside ricomponendo all'occorrenza
il corpo smembrato di osiride. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Tornando alla disseminazione essa
non va confusa con la emanazione. Sarebbe ancora una volta pensare a
dio come a qualcosa di persistente, che preesiste, che continua a
dare forma, a influire. No. Dio quando muore, muore. Poi risorge dal
nulla, non dai suoi resti. Emerge dal nulla ogni volta. Dal nulla nel
senso anche di vuoto. Dall'assenza. Ogni volta appare, si manifesta
nella concertazione di finito e infinito, niente, tutto. Espressione
di una coincidenza fortuita. Poteva essere come non essere. Se è, è
per piacere, per diletto. Perché a prevalere è la gioia. Si spera
di tutti.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;">A
morire in croce è la regalità, la verità, la via, la vita, dio
stesso. Non può essere credibile da ciò nessun esoterismo, nessun
messaggio nascosto da ricercare tra le righe come un codice segreto
informatore, preformatore. “Nessun significato profondo, nessun
re-investimento, se prima non si lascia tutto, non lo si lascia
morire fino in fondo lasciandolo essere come fantasma”. Lasciare
andare corpo e spirito. Essere lo psicopompo di dio per non portarlo
da nessuna parte. Dis-perderlo soltanto, neutralizzarlo,
volatilizzarlo, senza sacralizzare piú niente. Conta solo il piano
d'immanenza, il flusso, il divenire puro. Aspettare nel sepolcro la
rinascita possibile. Non prima di essere transitati negli inferi, nei
propri incubi, per liberare i fantasmi, lasciandoli andare via per
sempre senza legarli a qualcosa, a qualcuno, dio, il valore. Per
incontrarlo ancora prima va esorcizzato, anatemizzato, ridotto allo
zero assoluto, al vuoto, al nulla, cioè al grado zero di valore, di
significazione. Il nichilismo è l'operatore metafisico di tale
trasformazione, della transustansazione, del nuovo transito. In fondo
per scoprire i buchi neri ci si è dovuti prima svincolare
dall'abbaglio della luce delle stelle. Nel fare vuoto il mistico non
trova dio ma il vuoto. Chi pensa di trovarvi dio, qualcosa, qualcuno
non è sceso abbastanza nella notte dello spirito. Al limite, se gli
va bene, può trovare a una spanna da lui la realtà impercettibile,
il reale al di là di ogni immaginazione</span></span></div>
Noisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-52594836745972985372014-12-17T04:21:00.001-08:002014-12-22T04:36:41.611-08:00Radice di dueSempre di corsa.<br />
Andare avanti per fare vuoto.<br />
Liberarsi di zavorre secolari.<br />
Annullare dispositivi.<br />
Senza un attimo di tregua.<br />
Un fare senza più meta.<br />
Per non lasciare residui.<br />
Resti vivi capaci di risorgere dalle ceneri come fantasmi.<br />
Sospendere tutto.<br />
Accelerando.<br />
Per arrivare a essere potenza pura seppur dinamicamente.<br />
Un operare, un muoversi nella speranza di trovarsi prima o poi.<br />
O perdersi del tutto.<br />
Alla fine la stessa cosa.<br />
Un giorno, si fermò per un attimo.<br />
Si voltò indietro.<br />
Non c'era nessuno.<br />
Solo silenzio, vuoto cosmico.<br />
Da solo.<br />
Tra sé e sé.<br />
Ancora un eco, una duplicazione, una dispersione, una disseminazione. <br />
Senza perdere altro tempo si alzò.<br />
Senza indugiare oltre si gettò nel vuoto.<br />
Senza voltarsi piùNoisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-21591304254700669652014-12-09T06:03:00.001-08:002014-12-09T06:03:48.578-08:00Anima
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Che cos'è l'anima?</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Per qualcuno è la
vita stessa. Ciò che anima il corpo da dentro, quanto ci fa essere
vivi. Il soffio vitale.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Se le cose stanno
così il problema diventa come definire la vita.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Per i greci antichi
la vita si dice in due modi.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Da un lato c'è la
<i>zoè</i>. La vita tout court. Ovvero la vita biologica, corporea a
tutti universale. Il <i>substratum</i> da cui si innestano poi tutti
gli altri livelli. È a partire da questo livello che può esistere
l'anima di marco e via dicendo. Ovvero quella parte di vita
riconducibile a dei caratteri specifici. Quel livello di vita in
grado di rispondere, ovvero di essere responsabile, per questo,
secondo alcuni schemi di giudizio, di giustizia, imputabile. E grazie
a essa se ci si identifica in qualcosa, qualcuno, a un fare.</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Eppure l'anima di
marco non è affatto riconducibile né a un'idea astratta di anima,
né al solo corpo. Perché questo cambia nel tempo. Allo stesso tempo
però qualcosa di invariante rimane. Un modo di essere, una forma di
vita riconoscibile a prescindere, riconducibile all'anima di marco.
Qualcosa di caratteristico in qualche modo, di unico, immutabile.
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Allo stesso tempo se
partiamo dal <i>bios,</i> l'ultimo livello, quello della vita
qualificata, ovvero la vita politico-etica il problema non si
risolve. Non basta definire il <i>bios</i>, cioè attualizzare un
poter essere qualcosa, qualcuno per descrivere l'anima di marco. È
qualcosa di più. In questo senso essa non può essere assimilata al
ruolo, al compito che andrà ad assumere destinalmente nella vita.
Come non la si può dedurre dalle sole opere, dal fare specifico, dai
suoi prodotti (pro odos).</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Insomma l'anima
individuale non la si può ridurre a uno dei due poli, alla vita tout
court in senso fisiologico, né a quella qualificata. Piuttosto sta
lì in mezzo. Li tieni uniti senza articolarli.
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Infatti a un altro
livello l'anima è quanto permette all'interno di una vita di poter
contemplare la propria potenza specifica all'interno di una
operatività, di un'opera. Insomma è quanto all'interno di una vita
porta a sospendere l'operatività rivolta a un fine, a un uso
prefissato esponendola. Dandosi così a conoscere. Ovvero rendendo
intellegibile un modo di essere per una coscienza. Solo a questo
punto si riesce a scoprire il gioco del mondo. A smascherarlo. A non
identificarsi più personalmente uscendo dallo stordimento,
dall'abbaglio. A questo punto la potenza liberata si rende
disponibile a un altro uso. Senza però ricadere più nel gioco delle
identificazioni, cioè uscendo dal gioco dei ruoli, dal dover
articolare nuove forme di vita in cui ricadere assorbiti
completamente. Solo a partire dalla contemplazione della propria vita
si riuscirà a trovare la forma di vita migliore. In questo caso a
contare sarà piuttosto la ricerca dell'armonia, del giusto mezzo, il
<i>mesos bios</i> all'interno della propria esistenza. Ovvero un modo
di essere equilibrato, in sintonia a partire proprio da quei ruoli
assegnati dal destino una volta smascherati, cioè dopo
l'acquisizione di una nuova coscienza per viverli con un certo
distacco.
</div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
L'anima è questo
filtro, la resistenza che fa si di non essere più solo uno strumento
banale di quanto ci precede, ci costituisce nelle fondamenta. In
questo senso è anche il punto di contatto tra individuo finito e
spirito infinito. É quanto fa da medium. Nè l'uno né l'altro. Ma
quanto li fa coincidere insieme, coincidere ovvero <i>cum cedere</i>,
ovvero cadere insieme. Lasciandoli sussistere entrambi senza
articolarli, cioè senza appiattirli l'uno su l'altro. Così l'anima
è quel rumore di fondo che lascia esprimere il tutto in una forma
singolare. Dando luogo a una delle tante manifestazioni dello
spirito. Senza poterlo identificare in nessuna in particolare. Se non
nella moltitudine indefinita di queste, manifeste tutte insieme allo
stesso tempo.
</div>
Noisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-786345716197615150.post-767329603517395992014-12-01T06:34:00.001-08:002014-12-02T03:09:47.802-08:00Un sabato qualunque<div style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Mestre
è vicina.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Nel
vagone poca gente.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Appena
più avanti tre giovani si stanno preparando.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Un
ragazzo, due ragazze.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Al
massimo venti, ventidue anni l'età.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Per
tutti la stessa meta.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Almeno
così sembra.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Le
serate del sabato lagunare da un po' divenuta la notte di tanti
tiratardi da tutta italia.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Non mi
sbaglio.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Scendiamo
insieme.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Andate
al pop corn?</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
No. In
un locale lì da quelle parti.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Stasera
arriva...</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Non lo
conosci?</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ma daj
è famosissimo.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Risponde
un po' sorpreso.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Se
vuoi puoi unirti a noi.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Poi ti
accompagniamo là.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Tanto
è lungo la strada.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Fai il
buttafuori?</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Sul
treno mi sembravi uno sbirro.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Proprio
no.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La
giovane ragazza al suo fianco mi squadra per qualche istante.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Sei un
dj.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Già.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Sono
da queste parti per una serata.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Sai
anch'io sono un noto dj.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Risponde
il ragazzo di prima.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Sono
famoso anche all'estero.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Sono
stato sotto la monoculare di Parigi.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ora
sono con la stessa etichetta degli aucan.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Tira
fuori l'mp3.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Seduti
sul marciapiede mi fa ascoltare il suo ultimo ep.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Niente
male.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Monoloke
il punto di riferimento.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Suoni
pulitissimi, ricercatissimi.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ritmiche
complesse.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Forse
lo stile compositivo è un po' superato.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ma
nell'insieme direi un ottimo prodotto.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Te lo
spedisco. Dammi la mail.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Fuori
della stazioni altri ragazzi hanno cominciato a invadere mestre.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
I
tanti capannoni industriali abbandonati sono stati riconvertiti a un
nuovo inaspettato uso.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Sono
diventati i nuovi templi della musica elettronica.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Dentro
le loro stive enormi riescono a fagocitare fino a cinque seimila
persone a serata. Importante per attirarle l'esca giusta. Il nome
famoso.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Per
tanti lo scopo principale al di là della buona musica è
distruggersi.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Al bar
il ragazzo tira fuori dal portafoglio più di 150 euro. Il medium per
raggiungere tale scopo.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Vero
potlach dei nostri tempi. Consumare tutto quanto accumulato nei riti
di oggi. Quelli orchestrati da sapienti dj, manager in erba capaci di
far funzionare la macchina secondo ferrei oleati dispositivi
economici.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Non è
facile.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Tanto
lo sbatti.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Anche
perché il sistema fa di tutto per renderti la vita difficile con
cavilli legali fuori di testa, controlli a tappeto, multe quando
possibile.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ma è
solo apparenza.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Tutto
è funzionale al suo funzionamento.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Sono
solo le facce della stessa medaglia.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
L'uno
specchio dell'altra.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Dopo
una birra in un bar di fronte la stazione si fa un po' di strada
insieme.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Poi mi
indirizzano.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Vedi
quel cartello luminoso laggiù?</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
C'è
una scala.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Prendila.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Poi
sotto vai a sinistra.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Completando
l'informazione con un gesto della mano.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ci
sei?</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Si
tutto chiaro.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Trovare
il locale non è difficile.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Dopo
aver attraversato il lungo viadotto, la strada per collegare venezia
con la terraferma, prendo le scale poi volto a sinistra. Scalino dopo
scalino mi si mostra un livello assai fatiscente da periferia urbana.
La stessa di tanti film americani.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Luci
fioche, muri sporchi. Mattoni nudi di argilla anneriti dallo smog.
Sotto le arcate del viadotto ci sono capannelli di persone fuori e
dentro le macchine. Hanno la musica accesa a palla. Qualcuno si
dimena, urla. Qui si prepara la serata. Imbottendosi di ogni ben di
dio per accedere alla strada verso il paradiso o l'inferno. Fa lo
stesso.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Al pop
corn oggi a fare da padrona c'è la goa.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
È
stato chiamato un famosissimo dj.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Per
lui si sono mossi da tutta italia.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Da
perugia, bologna.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Tanti
sono scesi dalle montagne.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Il tam
tam mediatico ha funzionato.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
In
moltissimi hanno risposto.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Per
entrare una lunga strettoia come per le bestie prima della tosa.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ad
attenderli al varco dei buttafuori di professione alti quasi due
metri. Vestiti di nero come swarzenegger in terminator.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Entriamo.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
E uso
il plurale perché intanto ho conosciuto dei ragazzi umbri. Gli amici
dei dj prima di me.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Sei
della mattina.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La
serata è finita.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Almeno
per il sottoscritto.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Per
molti deve ancora cominciare.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ammassati
all'entrata fanno pazientemente la fila per accedere dentro. Per loro
la musica girerà fino alle dodici. Poi se non bastasse c'è l'after.
A tirare dritto fino a sera.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
È ora
di fare i conti.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
A
aspettarmi fuori dalla sala c'è francesco.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
È lui
il cassiere.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Veramente
ottima musica.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ma ora
a noi.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Allora?</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Non so
bene cosa dire.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Occhei
quanto hai speso per il viaggio?</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
11 e
50.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Dalle
tasche tira fuori un mazzo cospicuo di denaro. Con la stessa abilità
di un banchiere estrae dieci euro.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Ej
aspetta.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
C'è
pure il ritorno.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Un
respiro.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Poi
tira fuori altri dieci euro.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Mancano
ancora tre euro.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Fa lo
stesso.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Prendo
lo zainetto, la borsa con tutto l'occorrente e alzo i tacchi.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Prima
però faccio un salto nella sala principale.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
È
stata allestita secondo tradizione. Una grossa struttura tribale a
moh di capanna bianca, nera e verde stile elfi. Da li una serie di
tentacoli, ramificazioni organiche a avvolgere tutto. A progettarla
un noto design venuto dal nord. In sala la solita musica goa di oggi.
La si può apprezzare solo se si è su di giri. Se no fa abbastanza
cagare. A quanto pare è stata studiata apposta per quelli già
approdati in altre dimensioni. Per questo tutti si sono aiutati. Li
vedi dagli occhi sfocati, il sorriso ebete, i ritmi lenti. Chissà in
quale universo sono. Mi sento un alieno. Come se avessi di fronte dei
corpi vuoti in attesa del loro spirito in trip. Beh rimane la
curiosità di provare una volta sto viaggio.</div>
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Mi
incammino verso la stazione sotto una leggera pioggerellina fine
fine.</div>
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Con me
una pletora di giovani allo sbando.
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Tutti
insieme a caccia del carro ferroviario giusto per fare ritorno a
casa. In molti a consumare qualcosa al mcdonald della stazione.
L'unico posto ancora aperto.
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Dentro
tra i tanti giovani c'è pure una signora in jeans coi capelle
bianchi.</div>
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Come
un pesce fuor d'acqua sta sul tavolo da sola.</div>
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Nell'attesa
legge un libro dalle pagine ingiallite.
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Il suo
modo di evadere da lì.
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6 e
54.</div>
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Il
treno puntuale arriva sul binario.</div>
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Fine
della storia.</div>
Noisellehttp://www.blogger.com/profile/14221008265471614852noreply@blogger.com0