giovedì 3 settembre 2015

Ecologia dello spirito

Oggi non ce la faccio.
Come fossi di cemento.
Ogni gesto è difficile, vischioso.
Ieri ho scoperto quanto avrei già dovuto sapere da un pezzo.
L'occhio destro vede sempre di meno.
Oggi ho contattato l'oculista della prima lontana operazione laser.
Essersi abituati bene.
Questo il problema.
Difficile l'idea di essere tornati indietro.
Ma non è solo questo.
Vedere il corpo disfarsi lentamente.
E' questo quanto provato dalla zia operazione dopo operazione?
Quando al risveglio si scopriva privata di parti di sé, di funzionalità irrecuperabili.
Difficile anche accettare l'idea di stampo spirituale del corpo come grave, peso, croce.
Ecco allora tanta industria per immobilizzarlo, privarlo dei piaceri, metterlo a regime.
Certo per seguire la via dello spirito per liberarlo.
Un lungo viaggio a ritroso dopo aver ceduto alla tentazione dell'incarnazione.
Moh che si fa?
Non è affatto pacifico abbandonare la nave che affonda centimetro dopo centimentro.
Anche perché per molti di loro l'identificazione con l'infinito, con la coscienza cosmica indeterminata è un fatto assolutamente normale.
Come se vivesserogià da un'altra parte oltre questa dimensione.
Certo rimane l'annosa questione di come ridare dignità, consistenza, essere a questo abbaglio ancestrale. La macchina fisica, quel corpo fragilissimocome un cristallo sottilissimo.
Arrivederci a tutti e buonasera.
No, questo non riesco ancora a pronunciarlo.
Qualcosa mi trattiene ancora.
Quegli stessi così veloci a abbandonare la nave quanto a rimpolpare questa esistenza progettando futuri improbabili mossi da una fede un ottimismo ogni oltre logica nel migliore dei casi.
No non mi sento così.
Se proprio devo, ripeto devo, perché altra via non vedo, lo faccio a malavoglia.
Non senza dare uno sguardo indietro, memore delle macerie lungo la strada. Non senza disappunto.
Certo una via bisogna pure trovarla, una soluzione la più folle che ci sia.
In fondo si trattasolo di abbandonarsi all'infinito.
Soprattutto saper scompariresenza lasciare tracce a venire.
Nel rispetto delle migliori regole ecologiche

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