mercoledì 22 luglio 2015

Odissea nello spazio e nel tempo di ora

Come sia nato l'uomo rimane un mistero.
Da circa 250000 anni si sono succedute tante variazioni spesso inspiegabili fino a giungere ai nostri giorni.
Circa 10000 o 20000 anni fa, cosa cambierebbe, l'ultimo uomo, quello sapiens o anche faber, tecnologico. Apparso tra le valli della Mesopotamia, dell'India fino all'Africa nord orientale. Ma poteva essere la Siberia, o il freddo nord Europa, o il centro America. Di punto in bianco ecco apparire anche il grano come lo conosciamo oggi, gli animali domestici e via dicendo.
C'è chi attribuisce tale passaggio a qualche cultura aliena. Un esempio per tutti Kubrick e il suo 2001 Odissea nello spazio. Per Castaneda si tratta piuttosto di essere spirituali predatori (I Voladores) venuti a colonizzare la terra per utilizzare la macchina uomo al suo servizio come in Matrix. La stessa Bibbia narrerebbe secondo la traduzione letteraria di Mauro Bilino dell'alleanza con Javè, uno dei tanti Eloim venuti per governare l'umanità. Gli Eloim ovvero un'altra etnia, civiltà aliena evoluta capace di indossare i panni umani, di generare insieme discendenze semidivine (come nelle mitologia greca).
Avanzati al punto da riuscire a modificare geneticamente l'uomo per farne un docile strumento di controllo grazie al potenziamento/innesco della mente sopra le altre funzioni biologiche “naturali” cioè avvenute per mutazione spontanea. Tale scenario è in parte lo stesso ipotizzato da Stargate.
Ora che fine hanno fatto gli Eloim nessuno lo sa. La maggior parte dell'umanità se ne è dimenticata, anche per il tentativo di nascondimento, traviamento operato da certe istituzioni secolari statali o religiose che siano,
C'è invece chi li vede ancora come Caterina Stefania una “aperta” capace di andare “oltre la barriera”, alias velo di Maya, Matrix. Con lei padre Tomislav uno dei frati protagonisti a Medjogore. Ora entrambi in abruzzo in una comunità mistica intenti a fare rituali cosmici ai quali parteciperebbero pure entità aliene.
Anche Castaneda a suo modo parla della stessa cosa, di piani di realtà differenti al di là della matrice interpretativa di questo mondo, di un cosmo popolatissimo aventi finalità predatorie.
Ma torniamo agli Eloim, scomparsi certamente dal piano visivo non prima di aver innescato nell'uomo quei dispositivi culturali alla Foucault capaci di imbrigliarlo entro maglie fitte, la grande barriera, con lo scopo di predisporlo al lavoro, alla conservazione della specie per farne carne da sfruttamento. Insomma l'uomo come schiavo. Lo stesso prefigurato da Platone dentro la caverna, cieco fino alla paranoia. L'uomo macchina imperfetto, perché frutto di una sintesi approssimativa. L'unico animale sulla terra senza ambiente, produttore di mondo artificiale, sfruttato da potenze superiori per depredarlo del suo lavoro, della sua conoscenza, della sua energia.
Questo lo scenario più ampio del potere rispetto a quello ipotizzato politicamente dalla comunità invisibile.
Rimane lo stesso unico fine possibile, quello della liberazione assoluta dell'uomo da tutto quanto ci predispone, ci obbliga alle nostre spalle sia come forze occulte, sia come poteri secolarizzati e via dicendo. Se per Colombo andare oltre la barriera significava superare spazialmente le colonne d'Ercole. Oggi i nuovi confini da superare in un mondo globalizzato sono oltre l'u-topia intesa almeno entro queste leggi fisiche Per rilanciare in un inaudito “non luogo” dove tutto è possibile, tutto è connesso, tutto può nascere. Luogo, mondo spirituale di connessioni inimmaginabili, l'oceano infinito da solcare grazie al nostro doppio, il corpo energetico recuiperato, ristrutturato, rivitalizzato, potenziato, fatto sorgere alchemicamente da quella macchina fisica usata primariamente per semplici scopi materiali di sfruttamento quotidiano, al massimo di sopravvivenza. Grazie a un altro uso dello stesso, a una economizzazione delle energie per mettere la macchina a regime fino al punto sogliare della trasformazione-trasfigurazione-precipitazione alchemica nell'uomo spirituale. L'unico a saper andare oltre la barriera, di “vedere”, “conoscere” silenziosamente attingendo a quell'infinito oceano di conoscenza di energia a cui avrebbe accesso.
È sempre un problema di pratiche, del fare, il “grande fare” come lo definisce Gurdjeff. Ma prima dobbiamo conoscersi meglio, come siamo fatti, quali sono le nostre potenzialità al di là dei limiti imposti dal sistema. La via politica da sola non basta per rispondere a tali questioni. Certo è di grande aiuto per svelare certi dispositivi, per cominciare il processo di liberazione. Ma è solo l'inizio. Certo è sempre un problema di economia, di buona amministrazione. Ma il problema va spostato su tutti i livelli possibili. Dal macro al micro e viceversa. Dal fisico, al mentale allo spirituale, dall'infinitamente piccolo fino al cosmico. Antropologia spirituale la più materialistica possibile. Poi si vedrà.

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