sabato 5 luglio 2014

Matrix

Domenica.
Giro in bici.
Il solito. Tempo permettendo.
Monte san pietro.
Poi tutto d'un fiato mongiorgio.
L'aria è densa.
L'umidità lì sul punto di precipitare.
Stallo totale.
Solo leggeri movimenti delle foglie, delle spighe selvatiche.
Un ritmo basso implosivo.
wuhhhh... wuhhh....
La base giusta per introdurre l'urlo secco dello squarcio di tanta sospensione dinamica.
Il tempo di svoltare lungo la strada per mongiorgio, le prime goccie.
Niente da fare.
Continuare a salire significherebbe entrare nell'occhio del ciclone.
Meglio fermarsi in una casa abbandonata protetti dalla lastra in cemento di un terrazzo.
Un'ora di attesa sotto la pioggia.
Poi i primi barlumi di luce tra nubi astratte.
Si riparte.
Due giorni dopo.
Stesso giro.
Un sole della madonna.
Umidissimo.
Più ci si addentra più l'aria si rarefa.
Il sole smette di filtrare tra tanta cappa di caldo.
Le prime nubi scure all'orizzonte.
Stesso punto di due giorni prima.
Le prime gocce.
La stessa storia.
Lo stesso terrazzo.
Sta volta in compagnia di due contadini costretti anche loro sotto quel terrazzo. Avrebbero dovuto raccogliere l'orzo. Oramai bagnato fradicio.
Ancora un'ora.
Poi si riparte.
Passaggio a livello poco prima di casa.
Come due giorni prima le barre si stanno abbassando a ritmo della campana di allarme.
Per fortuna la carreggiata dell'altra corsia è libera.
Senza pensarci mi ci butto zigzagando l'ostacolo.
Stessa manovra.
Stessa dinamica.
Un déjà vu da paura.
La matrice a nudo.









Nessun commento:

Posta un commento