domenica 13 luglio 2014

Fatta pure questa























Fatta pure questa
Bologna chiaravalle in bici.
In poco meno di nove ore.
Pause comprese.
A risentirne un po' le gambe.
Ma nel complesso va benone.
Mentalmente ancora presente.
Scendo dalla bici come fossi appena partito.
I raga al parco, quelli dell'incontro, mi guardano stupiti.
Le solite frasi.
Per loro è una prova di volontà.
Una piccola impresa.
Lo definiscono un “grande sforzo”.
Ma non è così.
Più facile di quanto si possa pensare.
Un po' di allenamento e voilà.
E non si tratta di sfida, di saggiare le proprie possibilità.
Si, certo, c'è anche questo.
Se di sfida si può parlare è più con la vita.
Cosa non fare per sentire il sangue scorrere, per non affogare in pensieri a vuoto nella stasi casalinga, per non sentirsi morire goccia dopo goccia.
Trovo piacevole stare qua “in ancona” con le spalle poggiate sulla lanterna rossa del porto. Con un vento dell'est a increspare il mare di onde in fuga veloce verso la costa.
Eh si altra cosa rispetto la pianura, all'afa statica intrisa di umidità.
I rumori metallici del porto a battere a ritmo sopra la tecno sparata dal lettore mp3, il fruscio continuo del vento onnipresente. Una luce cristallina. Lo sguardo perso verso la linea dell'orizzonte brulicanti di navi all'apparenza immobili.
Una bella sensazione.
Certo anche questo non durerà.
Ci si abitua a tutto.
Fino alla noia.
Solo l'essersi spostati di duecento chilometri attiva nuove energie rompendo i soliti schemi, quegli automatismi annichilenti.
Per un po'.
Fin quando il corpo si riorganizzerà, riprenderà le misure.
Comunque in questi giorni estivi la zona del porto compreso il mitico bar antistante la banchina dei traghetti è la casa ideale dove passare sti giorni afosi. Letteralmente il porto dove attraccare per un po'. Il tempo di rifiatare prima di un nuovo viaggio.
Certo non sono mancati i momenti epici.
Come quando a una manciata di chilometri dall'arrivo, stanco morto ho invocato gli spiriti del piccolo cimitero di chiaravalle di trasmettermi la loro energia. Subito un grande effluvio di vibrazioni.
L'arrivo è sempre il momento più critico. Pensare di essere giunti quando ancora non lo si è. Un fatto solo mentale. Ecco allora affiorare di botto tutte le stanchezze. Via allora contro i propri pensieri per indurre il corpo a non smettere di lavorare. Poi a pochi metri dell'arrivo il momento di scarico. Una liberazione.
Ma non basta.
L'indomani un messaggio di Alec.
Fatti trovare da qualche parte.
Si va alle due sorelle. La spiaggia più arcana del conero. Quella nascosta ai più. Abbordabile solo dal mare dopo una lunga discesa irta di difficoltà. Quattrocento metri di dislivello con una visuale mozzafiato. Davanti l'intera baia con gli scogli a mare. Un'ora per arrivare giù tra salti in verticale, pietre instabili lì sul punto di franare.
Ma ne valeva la pena.
Appena sulla spiaggia naturale spogliarsi per buttarsi a mare. In quell'acqua verde chiaro.
La meta più vicina la grotta sul fianco destro della baia.
Poi, non paghi, a nuoto fino alle due sorelle, gli scogli bianchi dalla parte opposta.
Con il cielo plumbeo carico di pioggia.
Ma non ci sono santi.
Il temporale oggi può aspettare.
Non è ancora il suo momento.
C'è prima da risalire.
Per la stessa strada di prima.
Non senza dare ogni tanto qualche sbirciata giù.
Consapevoli di cosa si sta lasciando.
È ora di dormirci su.
L'indomani con le gambe ancora indolenzite da acido lattico via in bici verso castelfferretti. Da lì con la macchina verso l'interno. Dal mare alle montagne in una manciata di chilometri. Per vedere in mezzo a tutto un tramonto panoramico da paura. Tra le montagne a destra, il mare a sinistra. La luna piena dietro le spalle dalla parte opposta del sole rossissimo.
Il giorno dopo, sbrigate le questioni burocratiche, via in sella verso casa. Lo stesso tragitto. Però con la consapevolezza di essere pronti. Nonostante la pioggia abbia provato a rovinare tutto. Anche stavolta non c'è ne era per nessuno. Solo a pochi chilometri dall'arrivo lo sfogo del cielo. Per far sentire la sua potenza.
Niente paura.
Salvato dai portici di bologna.

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