lunedì 7 luglio 2014

Chillwave


Ecco si dovesse condensare quest'estate in una sola giornata penso alla festa di autofinanziamento della falegnameria all'xm.
Sabato cinque luglio.
L'estate in pianura già incalza.
Chi può è fuggito lungo la costa, in qualche paese esotico lontano dall'afa cittadina.
All'xm ci sono ancora tutti.
A mancare solo il grande pubblico.
Con i raga di chillwave, l'appuntamento open air appena concluso nei giardini di hobo, nell'ex facoltà di agraria, ci si vede in via marsala dove abita luca.
Il tempo di arrivare in bici.
Loro sono appena scesi.
Sincronizzati al secondo.
Ci si incontra come se tutto scorresse alla perfezione.
Con i tempi giusti.
E lo sai già.
Quello è il ritmo dei momenti magici.
Quando tutto si incastra a meraviglia.
Come se alla consolle ci fosse un bravo dj a miscelare tutto con sapienza.
Non so quanto durerà.
Ma un portale si è aperto.
L'energia fluisce libera senza intoppi.
Ogni cosa va come deve andare.
Insieme in bici si va verso l'xm.
Noiselle, jacopo, i dj della serata, giallu, luca l'anima del progetto chillwave.
Si erano conosciuti una sera in ciclofficina.
Noiselle da solo a mettere tecno fino all'alba tra i tavoli normalmente usati per ben altri scopi.
Senti è possibile ci facciamo sentire a breve.
Vorremmo organizzare un evento all'aperto.
See come no. Eco il contatto.
Quante volte la stessa scena.
Parole morte pronunciate senza esiti reali.
Gentioux un mese dopo.
Un messaggio di luca.
Ej ci sei?
Domenica potresti suonare a chillwave.
Detto fatto.
La settimana successiva.
Il tempo di tornare in italia.
E che i raga fossero di un'altra pasta rispetto a tanti loro coetanei lo si vedeva subito.
Gentili, pieni di entusiasmo.
Il loro primo grande evento a partire dal niente.
Pochi i mezzi, tante le idee.
All'xm come dicevo c'era il vuoto.
Ma non contava.
Il pomeriggio c'era stata la festa per i più piccini con il mago. Tutto era filato nel migliore dei modi.
Alle otto e trenta c'era zaza a distribuire birra, il cuoco napoletano, jimmy il tecnico del suono appena diventato nonno, pochi altri.
Nell'attesa dell'orario convenuto si spostarono nell'orto. Il luogo di tanti tramonti indimenticabili. Compreso quella sera. Tra tante sedie vuote scelsero quelle al centro di tutto. Attorno al tavolo rollarono una canna. Nonostante tanta desolazione non si stava male. Si progettava insieme per il futuro. Il giocattolo messo insieme in quei giorni era potenzialmente una bomba. L'entusiasmo abbondava. Così la voglia di emergere. E poi si stava lì tra le piante dell'orto, al tramonto, come si fosse nel giardino di casa. Un lusso per pochi. L'xm il luogo dove forse parcheggiarsi anche per l'inverno. Non male eh.
Verso le nove e trenta, oramai al buio, tornarono dentro sotto la tettoia. Di gente neanche l'ombra. A non mancare mai la comunità dei senegalesi. Con i loro modi strani di fare. Alla fine si erano inseriti pure loro. Lai aveva pure partecipato alla riunione del martedì per esprimere il loro punto di vista. Certo con i suoi modi. Ma già questo poteva considerarsi un miracolo.
Alle undici e un punto dopo il concerto punk wave toccava a jacopo. Con il suo dub lentissimo, deep esotico. Certo l'impianto non era il massimo, ma grazie a jimmy tutto funzionava alla perfezione. Anche perché non si voleva disturbare troppo i vicini. Dopo jacopo il turno di noiselle.
Qualcuno alla fine era affluito. Certo si contavano sulle punta delle dita. Ma cosa importava. Sembrava più una festa privata per i raga di chillwave e i loro amici accorsi comunque.
Ora era il momento della tecno di noiselle.
A 128 bpm.
Sporchissima come poco si sentiva in giro.
Deep implosivo.
Un viaggio interiore profondissimo.
A quelle ritmiche impossibile resistere.
Alla fine quasi tutti i presenti si gettarono nella mischia.
Sotto il subwoofer per sentire meglio i bassi.
Indimenticabile.
Ma non finiva lì.
Ora era il turno di luca.
Chill music giusto per decomprimere gli animi. Portare i parametri a livelli di normalità.
Una mezzora fichissima.
Musica raffinata.
Difficile non tornare a casa e ripensare a quei momenti magici.
In pochi a averli vissuti.
Impossibile comunicarlo agli altri.
Tra di loro bastava uno sguardo e tutto era chiaro.
Quel mood andò avanti anche l'indomani.
Consapevoli di aver vissuto nel loro piccolo un vertice esperienziale da conservare con cura nella memoria.

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