martedì 10 giugno 2014

Vita nuda

Essere amati.
Non per una notte.
Così.
Senza motivo.
Avvertire qualcuno accanto.
Senza veli.
Abbracciati.
Senza chiedere nulla.
Un contatto caloroso.
La vita nuda esposta.
Donata.
Desiderosa di arrestarsi per un attimo infinito.
Perdendosi.
Anche questo un retaggio di chi sa quale ancestrale dispositivo amoroso.
Dopo essersi lasciati andare ancora.
Agito per un ulteriore istante.
Aver ceduto al suo eccesso.
Al suo miraggio.
Ora nulla più a fare da specchio.
La vita nuda sottratta.
Per non cadere ostaggio.
Libera di svolazzare a piacimento.
Come un bambino felice di battere i piedi tra le pozze d'acqua. Senza dover pensare a nulla.
Le parole servono a poco.
Conta più il saper lasciare andare.
Lavorare per trasformare quel negativo silente.
Eppure lì presente.
Muro ruvido dove si infrange lo sguardo.
Meglio seguire altre strade.
Riprendere i soliti noiosi percorsi.
Indossare le vecchie maschere.
Buone per tirare a campare.
Per inseguire mete futili.
Caduti ancora in quel tempo cronico capace di costringere quell'eternità entro schemi dinamici.
Movimento a perdere soltanto.
Per spostarsi dappertutto e da nessuna parte.
La follia della vita.
Così semplice.
Mai così imprendibile.
A una spanna eppure così lontana.
Nell'attesa di poterla fissare ancora in un immagine visibile.

A partire da quel contatto vitale con l'altra.
Capace di trasformare la luce trasparente di tutti i giorni nei colori dell'arcobaleno.
Vertice di bellezza inaudita.
Lì davanti riflessa.
Basta solo non pensare di poterla catturare.
Né identificarvisi.
Vivendola solo.
All'istante.
Pienamente.

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