lunedì 3 febbraio 2014

Un intento forte

L'obiettivo del giorno arrivare all'appuntamento settimanale per le sei con il gruppo di studio.
Aveva tutto il tempo.
Partito da roma in treno sarebbe dovuto giungere a destinazione un'ora prima.
Ma si è in italia.
Su di un treno regionale.
L'imprevisto sempre in agguato anche quando pensi di essere oramai a destinazione.
A fabriano lo speaker annuncia due ore di ritardo a causa della rottura della linea aerea dell'elettricità.
Senza aspettare la fine del messaggio, indossato in fretta lo zaino, era già fuori del vagone per cercare l'uscita. Lo scopo provare a arrivare in stop prima possibile entro l'orario utile.
Percepiva chiaramente la difficoltà dell'impresa.
La gente del posto non era abituata a rispondere a quella insolita domanda d'aiuto. In pochi a abbassare il finestrino per conoscere le ragioni di chi in strada con lo zaino in spalla chiede di essere ascoltato. Senza demoralizzarsi uno sguardo intorno veloce. Pochi metri più in là un autobus di linea pronto a partire. La direzione quella giusta ma non abbastanza. Uno scarto di dieci chilometri da coprire in qualche modo. Beh meglio di niente. Poi si vedrà. Preso il biglietto via di corsa sull'autobus. Il tempo di mettere giù lo zaino per essere immersi all'interno di valli montane una volta incontaminate non più vergini. Profanate dall'opera incivile di un arrogante uomo tecnologico dedito al profitto indiscriminato mascherato dall'idea di sviluppo.
Pochi minuti dopo le cinque viene raggiunta la meta.
Un ultimo sforzo. Di fianco al semaforo rosso sul bordo della strada a chiedere a quanti si fermano un passaggio fino alla destinazione finale.
Questa volta va bene.
Poche macchine soltanto.
Ecco la persona giusta.
Un avvocato di ritorno dalla palestra.
Pochi minuti ancora e l'obiettivo è raggiunto.
In tempo per l'appuntamento.
Una telefonata a moustache e anche gli ultimi chilometri vengono coperti in un baleno.
Quel giorno all'incontro con ancora tutta l'adrenalina addosso sentiva sarebbe toccato a lui accendere l'incenso. Il cuore trasparente girava sul tavolo provando a additare qualcuno. Dentro quella certezza non diminuiva. Giro dopo giro il cuore rallentava la sua corsa. Ancora una mezza circonferenza lenta disegnata sul tavolo prima di fermarsi silenzioso indicando la sua direzione.
Troppo chiaro l'intento per non essere soddisfatto.
Tutto come fosse la cosa più naturale di questo mondo.

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