domenica 31 marzo 2013
sabato 23 marzo 2013
Corpo celeste
Da molto non li
frequentava.
A yoga ora andava
poco.
Una volta ogni
tanto.
Per non perdere i
contatti.
Perché c'erano
persone care da salutare.
E poi si sa...
Apparire
all'improvviso è sempre qualcosa di eccitante.
Per se, per gli
altri.
L'ospite non più
inquietante, ma atteso.
Davanti solo quanto
di positivo.
Il resto non
importa.
Almeno non in quel
momento.
I conti si faranno
poi.
Quando si sarà di
nuovo tornati alla normalità.
Potranno allora
riemergere le vecchie ferite silenti mai dome del tutto, pronte a
riemergere quando meno te lo aspetti. Lo vedi dallo sguardo, dalla
posizione del corpo, dal tono di certe affermazioni.
Ma va bene così.
Oggi è giorno di
festa.
È tornato il
figliol prodigo.
Di corsa a
ammazzare il vitello.
Magari non il più
grasso.
Ma bando alle
ciance.
C'è spazio solo per
il sorriso.
Per chi torna a casa
è una botta di adrenalina.
Un tonfo al cuore
vedere tanti volti amici.
Certo non tutti.
Qua e là le sabbie
mobili.
Un passo falso è
già pronto a spalancarsi l'abisso senza fondo.
Basta aggirarlo come
si fa quando si è in mezzo ai vortici del maelstrom. Lambirli senza
avvicinarsi troppo.
Quel giorno tra i
tanti in attesa fuori c'era pure una vecchia conoscenza.
Eri lì per il corso
di danza afro.
Il tempo di uscire
dalla sala.
Un richiamo
familiare di una voce femminile pronta a scandire con sorpresa il suo
nome.
Si incontrarono
sotto la volta della porta.
Uno davanti a
l'altra.
Vicini fino a
sentire il calore.
Un istante infinito.
Nel silenzio un
leggero movimento all'indietro della testa di lei.
Poi dall'alto verso
il basso.
Spostamenti minimi
per assecondare la curiosità delle pupille lucenti, mentre i muscoli
della retina si contraevano ritmicamente per mettere a fuoco, fin nei
minimi dettagli, particolari inediti. Le tessere per una nuova trama
identificativa oltre le semplici parole. Non senza un certo
sentimento di spiazzamento
A contare solo il
corpo lì davanti.
I segni indelebili
sopra incisi.
Pronti a parlare in
sua vece.
Quanto bastava per
colmare di senso il lasso di tempo dall'ultimo incontro.
Un frangente
lunghissimo.
Uno dopo l'altro giù
tutti i veli fino a arrivare alla superficie nuda. Al di là di ogni
possibile mascheramento. Quasi lo stesse sfiorando con le mani
centimetro dopo centimetro per percepire ogni pulsazione, le crespe
della pelle fino a lambire le ferite invisibili.
Così a nudo
difficile resistere un istante di più.
Un gelo fastidioso
percorse la sua schiena.
Quasi fosse con le
spalle al muro.
In totale mercè
dell'altra.
Senza poterci fare
nulla.
A fronte di quello
sguardo profondo quanto superficiale.
Alla fine quel
silenzio insopportabile venne squarciato da un provvidenziale wow
seguito da una serie di parole buttate fuori a raffica pur di
tappezzare di nuovo quel corpo spoglio.
Troppo il freddo da
sopportare senza rivestimenti.
Glielo comunicò.
Anche perché la
considerava un'amica profonda.
All'inizio rimase
spiazzata.
Poi ci scherzarono
su insieme.
Si salutarono
calorosamente con la promessa di rivedersi presto.
lunedì 11 marzo 2013
Vicinato 2.0
ciao [...]
non sono sicura fosse mia...
visto che siamo alle richieste...
potresti evitare di accendere la musica la domenica mattina...?
gradirei riposare un pò di più e, quando sveglia, lavorare alla correzione di compiti senza fastidiosi rumori..
grazie!!!
bene vicina...
stamattina sono stato svegliato da una lavatrice alla 6 e
un quarto...
non so di chi fosse...
nel caso fosse la tua potresti per favore accenderla dopo le otto?
grazie
non so di chi fosse...
nel caso fosse la tua potresti per favore accenderla dopo le otto?
grazie
non sono sicura fosse mia...
visto che siamo alle richieste...
potresti evitare di accendere la musica la domenica mattina...?
gradirei riposare un pò di più e, quando sveglia, lavorare alla correzione di compiti senza fastidiosi rumori..
grazie!!!
bene vicina...
vedo che abbiamo una trattativa in corso...
qualcosa si può fare per venirci incontro...
beh... non mettere la musica la domenica mattina è un problema facilmente risolvibile...
per quanto riguarda i compiti lo è un pò di meno...
anche perché non ci sono orari fissi...
anche perché non ci sono orari fissi...
almeno credo...
però qualcosa si può fare lo stesso...
per esempio se la situazione diventa insopportabile basta che me lo comunichi...
d'altra parte non posso mettere da parte la musica...
in fondo anche quello è un momento di "lavoro"...
in fondo anche quello è un momento di "lavoro"...
comunque ti riporto un esempio concreto con l'altro vicino... (piano sotto)
dalle 13 alle 15 dorme e dopo le nove va a dormire...
in quei frangenti non metto musica o la metto solo entro determinate soglie per lui non di disturbo...
cosa ne dici?
...
...
giovedì 7 marzo 2013
L'ultimo capitolo
Non
è facile scomparire.
Specie
se il tuo carnefice ha altro da fare, problemi burocratici, economici
da sbrigare.
Ci
si avviava al secondo anno di sopravvivenza.
Intorno
all'Xm un fermento inarrestabile.
Tutto
era cambiato nel volgere di qualche mese.
La
stretta sempre più forte.
Le
ruspe ancora più vicine a erodere con i loro bracci alzati il
terreno circostante. Centimetro dopo centimetro. In attesa di
sferrare il colpo mortale.
Ma
non era così semplice.
Non
era andata come preventivato.
Si
sa come vanno le cose da queste parti.
Alla
fine svelata la verità.
Quella
supposta da sempre.
Di
tutti gli accordi per salvaguardare la zona abitata dal traffico così
da renderla vivibile, insomma ecocompatibile, come si usa dire oggi,
era stato realizzato solo quanto negli interessi degli imprenditori
edili.
La
solita storia.
Costruire
case vendibili al prezzo più elevato.
Aprire
il mercato a quella classe di privilegiati in barba a quanti già lì
sul territorio.
Così
ecco sorgere tre mostruosi palazzi a lambire la sagoma sullo sfondo
di san luca sui colli fino a offuscarla al tramonto con le loro
superfici grigio scure. La testa di ponte di tante palazzine a
schiera tutto intorno.
Cosa
vuoi gliene freghi qualcosa di armonia del paesaggio, di salvaguardia
dei simboli vivi di quel luogo.
Unico
obiettivo trasformare in cemento vendibile quelle terre desolate
dell'ex-mercato, paradiso di erbacce libere di infestare ogni angolo.
Almeno fino a poco tempo prima.
Anche
loro in quanto ospiti indesiderati saranno strappate via per lasciare
posto a quell'erbetta sempre verde, tutta uguale, a qualche fiore di
serra, magari esotico, a piante ornamentali non troppo vistose, a
patto di non sporcare troppo con le foglie in autunno, di non
lasciare a terra i frutti marci in estate. Inaccettabile per il
paradigma igienista sposato da tempo ai piani alti del nuovo comune
lì a fianco.
Cosa
poter fare ancora?
Due
anni andati senza trovare la benché minima soluzione, la volontà,
la forza necessarie per opporre una resistenza efficace.
Missione
impossibile.
Eppure
la rabbia e lo schifo accumulati in quegli anni aveva trovato alla
fine lo sfogo giusto e anche la rappresentazione più nitida e
efficace.
A
sfidare quelle ruspe un murales.
Non
uno qualsiasi.
L'ultimo
possibile prima dell'apocalisse.
Neanche
il tempo di essere finito.
Già
in prima linea.
Con
sullo sfondo i rumori metallici delle macchine da guerra del sistema
sempre più vicine. Le stesse disegnate sul muro. Totale
sovrapposizione tra finzione e realtà. Neanche fossimo a gaza.
A
destra un'onda umana come uno tsunami pronta a spazzare via a
sinistra tutto il marcio visto in questi anni, il potere
indifferente, i suoi collaboratori uniformati a qualsiasi livello.
Blackblock,
ciclofficinari a cavallo di tallbike con la lancia puntata, migranti,
squatter uniti per travolgere per sempre quel male organizzato.
Un
sogno.
Il
più bello possibile.
Un
monito per chi vorrà sfidarlo.
Un
gesto estremo a futura memoria.
Il
più elevato, il più potente.
Un'ultima
narrazione epica per ricapitolare quei dieci anni e più di Xm.
Una
speranza mai doma.
Una
testimonianza indelebile.
Un
capolavoro quanto la cappella sistina, un quadro di bosh ispirato
però disegnato da un bambino cresciuto con certa mitologia
fantastica hollywoodiana. Lontano parente dei più cupi, esitenziali
murales della giovinezza.
Più
forte di qualsiasi urlo, di qualsiasi protesta.
Da
solo a fronteggiare quei lavoratori pronti a essere lo strumento del
potere in cambio di un tozzo di pane.
Contro
quella violenza agita il muro dell'arte, della forma perfetta,
sublime come non mai attraverso una narrazione corale facilmente
leggibile da tutti, lì pronta a alzare la voce.
Sarà
sufficiente per trasformare gli animi di quanti oseranno sfidarlo a
colpi di piccone?
Riuscirà
da solo a risucchiarli dentro quel vortice purificatore.
E
tutti quei fieri combattenti saranno lì al momento opportuno per
marciare contro quel nemico spietato? Si sveglieranno dal loro
torpore? Basterà per ridestare dalla tomba le loro membra
arrugginite?
L'immaginazione
al potere.
La
forza della rappresentazione.
Per
un ultimo miracolo.
Di
certo il canto del cigno dell'Xm.
Acme
e fine allo stesso tempo.
Il
gesto più alto contro il bieco interesse di parte.
Senza
più temere nulla.
Bada
barbaro invasore.
Quella
sarà la tua fine.
venerdì 1 marzo 2013
Il lato oscuro
Ognuno ha il suo abisso, buco nero, l'irriducibile, la pietra dello skandalon, l'ostacolo insuperabile. L'imprevisto sempre previsto nella sua impenetrabilità. È questo il modo di amarmi di lucy. Il più difficile, il più devastante. Lucia è il mio bordo. L'altro alieno estraneo eppure maledettamente familiare. L'hecce homo... em l'hecce donna lì in posizione di stallo perenne. A indicare la via per la perdizione o la salvezza. Il punto di metaxy per il grande cambiamento, l'operatrice del divenire, la cellula tumorale verso la trasformazione mostruosa. Lì davanti silenziosa, senza luce, senza ombra, senza più riflettere nulla. Monolite nero tutto aspirante. Se tu ti proponi come sapere lei ti oppone una superficialità consapevole allo stato puro. Disimpegno trash. L'ultima della classe. La prima in fatto di profanazione. Tu ti impegni per lei. Ma non basta. Niente la può soddisfare in pieno. Lei ti ripaga con la stessa moneta. Con il niente. Scambio impossibile. Affermazione antieconomica per eccellenza. Eppure dietro quel niente si cela la verità più limpida. Oltre ogni apparenza, vestito, maschera si nasconde quel niente inguardabile, mostruoso. L'alieno al quale ci vorremmo accidiosamente sottrarre. Ma solo passando per di lì si può accedere a quell'unica via percorribile per essere divenire e basta. Il biglietto di sola andata verso l'ignoto.
Grazie lucy. "Mia" nemica più cara.
Iscriviti a:
Post (Atom)