martedì 20 novembre 2012

Questioni di grazia















Aveva già una certa età.
Con lui però la natura era stata abbastanza clemente.
Aveva qualche capello bianco ma al confronto dei suoi coetanei non si poteva lamentare.
Certo si era impegnato molto per mantenersi bene.
Sempre nell'ottica di migliorarsi aveva provato a rendere più funzionali i difetti congeniti. Però nonostante tutto quando si muoveva era ancora un pò impaccaito. I suoi gesti non erano naturali. Il problema più grosso le articolazioni fragili. 
Da sempre ne aveva sofferto.
Come avesse una spina nella carne quando camminava non si sentiva libero. Spesso per il dolore perdeva il centro di gravità e si muoveva a scatti quasi fosse una marionetta arrugginita.
Con tutto se stesso provava a riequilibrarsi per trovare dei movimenti aggraziati. Ma più si applicava tanto più la situazione gli sfuggiva di mano.
In bici però era un'altra musica.
Qualcosa di magico si attivava.
Il suo corpo sopra i pedali a sfidare la gravità sembrava danzare. Lì seduto sul sellino ogni paura, incertezza venivano meno. Tutti i movimenti erano in armonia con il mezzo.
Spesso al limite dell'incoscienza si gettava a tutta birra nel traffico.
Senza guardare da nessuna parte gli veniva naturale schivare gli ostacoli di fronte come fossero birilli. Tutto senza sforzo. Quasi avesse trovato il giusto equilibrio con il mondo, con tutto quanto vi stava sopra. Pedoni, bici, buche sull'asfalto. Ogni gesto veniva automatico. Senza pensarci troppo.
Il momento più emozionante il passaggio alla rotonda. Quando un flusso caotico di auto indisciplinate si faceva strada prepotente.
A tutta birra vedeva le macchine al suo fianco rallentare nervosamente. Senza indugiare si buttava in mezzo tra una macchina e l'altra. I guidatori ignari non avevano neanche il tempo di frenare. Lui era già dall'altra parte con una precisione millimetrica. Un'incertezza di troppo e sarebbe stato fatale.
Non aveva paura.
Sopra la bici si sentiva un dio. E sfidava le normali regole sociali come gli fosse tutto consentito o possibile.
Il piacere dopo era immenso.
Quasi toccasse il cielo con un dito.
Tale gesto era così veloce da lasciare di stucco il guidatore ignaro.
Cos'era stato?
Chi era quel pazzo?
Spesso rimaneva sorpreso anche lui.
Di certo se avesse provato a ripetere quella manovra apposta non vi sarebbe riuscito né avrebbe saputo spiegarne con precisione la dinamica.
Anche il dolore alle ginocchia passava in secondo piano quasi non ci fosse più.
Per un momento tutti i suoi pensieri si sospendevano diventando tutt'uno con la bici o meglio dando tutta la sua anima al mezzo meccanico.
Una fusione perfetta.

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