domenica 17 giugno 2012

Emilia anno zero


Berlino assediata dall'esercito sovietico.
Più nessuno a ostacolarlo.
C'è solo l'attesa della fine.
L'ultimo assalto.
Non si sa quando.
In ogni caso presto.
Che fare nel frattempo?
Nessuna speranza di rompere l'accerchiamento.
Rimane da vivere la quotidianità come nulla fosse.
Sostenuti dalla sola ironia.
Il sorriso a denti stretti come arma davanti lo spettacolo della vita senza più veli. Un istante prima della fine.
L'ecce vita a memoria futura dei sopravvissuti.
In prima fila a sgranocchiare popcorn.
Certo lontani echi i bombardamenti, gli spari, le urla. Eppure chi ha vissuto di recente il terremoto le cose non sono poi molto differenti.
La violenza della natura al posto della follia umana. Pronta a colonizzare il futuro imminente con la stessa enfasi di una prima donna.
Un altra scossa ancora.
L'annuncio degli esperti.
Senza poter prevedere quando né il luogo.
Lì dove è stato o un po' più in là.
Si ma quanto più in là.
Si vive alla giornata provando a fare finta non sia successo, non succederà nulla.
Sebbene il pensiero sotto sotto è lì a rimuginare impotente.
Difficile addormentarsi subito.
Si trattiene il respiro per allenarsi a parare il colpo basso.
Le molle del letto vacillano un poco.
L'attenzione va a mille.
Tornano alla memoria le sensazioni delle scosse passate.
Niente.
Solo una leggera vibrazione.
Il battito del proprio cuore.
Ci si tranquillizza un po'.
Si prova a rilassarsi.
Vicino al letto i pantaloni, le scarpe, il sacco a pelo, una borraccia d'acqua. 
Non si sa mai.

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