sabato 7 aprile 2012

Giorno di passione

Oggi giovedì santo il computer non vuole saperne di avviarsi.
È imballato.
Secondo il monitor non c'è nulla a non andare.
Basta ripartire dall'ultima configurazione efficace.
Ma non va.
Gira a vuoto per tornare sui propri passi.
La pagina nera è un muro inaggirabile.
Oltre si nasconde la memoria salvata.
C'è ma non si conosce più la via per arrivarci.
Come fosse tumulata in uno spazio trascendentale è diventata qualcosa di insalvabile.
Non perdo tempo.
Inutile cercare di riparare il danno.
Si riparte da zero.
Via deciso con il programma di formattazione e di reimpianto degli organi vitali.
Non vale la pena piangerci sopra.
Saturo di memoria al punto di non essere più amministrabile dalle normali risorse del computer, meglio l'azzeramento e la ripartenza da quanto rimane.
Pena la paralisi cronica.
Sacrificare tutto nella speranza di averlo salvato comunque.
Così da non averne più bisogno.
Al punto di dimenticarsene
Un lasciare andare sereno.
Senza rimpianti.
Anche per aprirsi a qualcosa di nuovo.
Via verso chissà quale nuovo step.
Oggi è giorno di pulizia.
Di vuoto si spera non a perdere.
Un vuoto operativo capace di svelarti un nuovo mondo lì davanti.
Non tutto è andato alla malora.
L'essenziale è rimasto.
Sparso qua e là nei frammenti di memoria profonda sopravvissuti.
La sintesi della sintesi di un anno.
Il suo algoritmo estremo.
Pochi byte sufficienti a rammemorarlo all'occorrenza.
A indirizzare l'azione come con una mano invisibile.
Solo a questo prezzo ci si libera del peso di essere già stati qualcosa.
Nuova vita al nuovo hard disk.
Non prima di aver seguito la via mistica della deframmentazione come auspicio per una spoliazione chenotica indispensabile.
Finita la passione. Schiodati i byte dalla loro croce fissante.
Ora si è pronti per affrontare il nuovo anno a venire.
Leggeri, dinamici, senza pesi sullo stomaco.
Una sorta di verginità ritrovata.
Almeno in attesa di un ulteriore corruzione.
Quando il ciclo compirà ancora il suo giro.
Fino a quando troverà le forze di rigenerarsi a partire da quanto rimane.
Un quasi nulla significativo.
Poi il nulla e niente più.

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