domenica 17 luglio 2011

La zia mehaigné (magagnata)

Il serpente canceroso avanza verso l'alto come una kundalini. Non ha ancora compiuto tutto il suo cammino lasciando la zia sospesa. Già morta e non ancora. Lì sul punto di soglia. Viva e morta allo stesso tempo come il gatto di Schrödinger. Vestigia di qualcosa che fu eppure non del tutto scomparsa. Il sacrificio della zia non è ancora compiuto del tutto. Un resto minimo è rimasto inevaso. Lo sterminio non ha raggiunto la perfezione. Non gli è stata fatta ancora la festa.
Eppure questo resto è in grado di sopportare una memoria, di far emergere una memoria simbolica condivisa, di indurre azioni negli altri. A sua volta potrebbe essere la portavoce epigona di un antico messaggio di una catastrofe remota propagato grazie a una residuale radiazione di fondo capace di portare a rinnovare quell'evento in vista di una possibile risoluzione!
Quella catastrofe non si è ancora conclusa.
La conflagrazione non è terminata.
Se ne aspetta la morte da tempo immemore.
Forse la morte è proprio quel punto vuoto dove si decide della vita. Cioè si opera una frattura, un taglio irrimediabile, senza più possibilità di salvare qualcosa. Al di là di possibili residui periferici in grado di disseminarsi nomadicamente. Di inventarsi qualcosa pur di provare a essere.
No la morte non si è ancora compiuta. Almeno fin quando la vita conserverà il potere di amministrarsi risorgendo dalle proprie ceneri.

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