martedì 8 marzo 2011

Essere dj

Mimmo è un dj squatter.
Ha scelto di vivere in un camper.
A una spanna dalla casa dove è nato.
Vicino al proprio male, alle proprie ferite aperte.
Non è sua abitudine sottrarsi.
Basta la distanza giusta.
Là ci sono le sue radici.
La memoria ancora viva dei partigiani.
I padri non padri che lo hanno cresciuto con affetto.
I luoghi di tante monellate.
Ma anche delle trovate ingegnose per tirare a campare.
Per non chiedere nulla a nessuno.
Anche al limite della legalità.
Quando sei alle strette si combatte con le armi a disposizione.
Pagando sempre il conto quando si sbaglia.
Una regola non scritta alla quale non si sfugge.
Poi è arrivata la musica tribe, tecno, house...
Fin dall'età di tredici anni.
Come un virus contagioso capace di catturarti l'animo.
Ma anche di darti la forza per non sprofondare e per superare i momenti più bui.
Disco dopo disco, Mimmo si è fatto le ossa.
Dapprima seguendo i migliori dj. Poi con il passare del tempo sostituendosi a essi.
Ora a quarantadue anni, dopo circa trentanni sulla cresta dell'onda, di esperienza ne ha da vendere.
La sua è più di una professione.
È piuttosto una missione, una fede verso un'idea di purezza e di integrità.
Cosa avrebbe fatto senza la musica.
Non lo sappiamo.
Certo non sarebbe il Mimmo di oggi.
Sono accolto nel suo camper.
Dentro c'è la sua consolle ben in evidenza, il mixer e due casse. Per un totale di circa duemila ampere. Non è poco. Se poi si tratta di prodotti di prima scelta ben calibrati per funzionare insieme, per dare il meglio.
Mi siedo su di un angolo.
Per tutto il tempo Mimmo rimane in piedi, davanti al suo grosso cane.
Comincia a parlare come un fiume in piena.
Per essere un buon dj devi avere prima di tutto una consolle, cioè due piatti, un mixer, due monitor.
Ma non basta.
La musica ti deve entrare dentro.
Poi deve girarti in testa.
Solo allora la puoi tirare fuori.
Sebbene non sia ancora sufficiente per arrivare a una musica pura.
Prima le devi dare tutto.
La devi scegliere come si sceglie una compagna.
La musica non ti tradirà, né ti lascerà mai da solo.
Anche se sei nella merda.
È una scelta di vita senza compromessi.
Non va dimenticato mai.
A essa ci si consegna totalmente, senza riserve.
Viene prima di tante “necessità”, la famiglia, il lavoro, i figli.
Per non avere mai rimpianti.
Solo così, dopo anni di gavetta, puoi capirla, conoscerla.
Allora sei pronto per far divertire la gente raccontando una storia.
Però con i piatti e il mixer.
Il guadagno non è prioritario.
Non si chiede alcuna tessera per entrare.
Si vuole arrivare al maggior numero secondo le possibilità di tutti.
Senza fare la cresta a nessuno.
Per dare vita a un movimento comune.
Per continuare lo spirito di chi è venuto prima.
Al di là di ogni logica di mercato, dello sfruttamento è più importante comunicare la propria storia, le personali emozioni.
Facendolo al meglio, con gli strumenti giusti.
Per poter guardare in faccia tutti mentre ci si diverte insieme.

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