mercoledì 23 febbraio 2011

Alla fine fu solo...

Era diventata puro spirito.
Quando si specchiava vedeva un'ombra trasparente.
Da tempo stava male.
Non di un male generico.
Ogni volta si localizzava da qualche parte fino a paralizzarla per il dolore.
Non se ne capacitava.
Nemmeno sapeva prendersi cura del proprio corpo martoriato.
Magari per limitare i danni e poter continuare a svolgere quelle poche cose quotidiane da massaia in pensione.
Cercava una soluzione.
La più veloce possibile.
Una volta si sperava nel miracolo, in San Gennaro o in qualche misterioso guaritore.
Altri tempi.
Oggi la speranza batte altre strade.
Senza smettere di essere altrettanto radicale e innovativa.
Quando il dolore diventava insopportabile voleva solo eliminarlo alla radice, senza ulteriori compromessi possibili.
Come con un automa meccanico pensava di sostituire quelle parti difettose, consumate dal tempo, dalla vecchiaia, per tornare a una nuova efficace funzionalità.
Aveva cominciato dai denti.
Non si era limitata a togliere quelli rovinati per conservare gli altri con cura.
No... li aveva levati tutti sostituendoli con una comoda dentiera.
Lei non l'avrebbe tradita.
Non l'avrebbe offerto nulla di più della possibilità di masticare ancora.
Una dentiera e basta.
Senza eccedenze residuali.
Sebbene meno pratica e nonostante tutto non eterna.
Infatti quando portata al limite dalle robuste mascelle era soggetta a rompersi in due.
Ma bastava sostituirla per risolvere il problema in poco tempo.
Dopo c'era stato il problema al nervo sciatico.
Anche lì era intervenuta drasticamente.
Operazione!
Per non zoppicare più...
Tuttavia non aveva funzionato come sperato.
Infatti il problema sembrava derivare ancor prima da una certa artrosi ileo-sacrale o forse da un problema di vene varicose. Un po' come scoprire se viene prima l'uovo o la gallina.
In quest'ultimo caso aveva progettato di farsi asportare le vene difettose una ad una. Fino a quando il problema non fosse scomparso del tutto.
Che vuoi che sia.
Un piccolo intervento e via.
Per tornare a vivere meglio.
Per non dover pensare più alla vita...
Come un tempo.
Seguendo scrupolosamente questa logica alla fine si era fatta togliere tutto.
A partire dall'utero.
Tanto non le sarebbe servito più a nulla.
Un peso inutile.
Anzi un pericolo costante come una bomba a orologeria pronta a esplodere.
Poi aveva smaltito tutto il resto.
Da allora non provava più dolore.
Aveva potuto riprendere la sua semplice esistenza per certi versi simile a quella di un fantasma.
Sebbene quasi trasparente le era rimasta solo la voce.
Così non la smetteva più di parlare.
Anche per sentirsi viva.
Per attestare agli altri e ancor prima a se stessa di esserci ancora.
Una pena infinita.

Nessun commento:

Posta un commento