sabato 14 agosto 2010

Maria tra gli avatar

Una ennesima nuova generazione ha deciso di dare una svolta.
Vuole cambiare il mondo dandosi da fare.
Stanchi delle parorole vuote e delle astrazioni inconsistenti si affidano alla forza poietica della creatività.
Però provando a essere meno invasivi e più rispettosi dell'alterità, qualunque essa sia.
Novelli Vulcano per temperamento, ma aggraziati nell'estetica, forgiano la materia grezza con la saldatrice e il flessibile solo per imprimerle una forma ludica. Espressione di una nuova dimensione estetica spesso votata all'ozio e all'inutile. Anche per affermare un valore puro al fare tecnico, liberato da quei vincoli lavorativi oppressivi capaci solo di inaridire quella vena creativa all'interno di oggetti feticistici.
È questo il modo di manifestare il loro livello potenziale in procinto di eslodere in mille nuove forme di vita post tutto.
Un po' sembrano mimare quelle figure stravaganti presenti in natura, come un pavone o un uccello coloratissimo intento in un difficilissimo corteggiamento. Così soltanto si spiegano i movimenti ricercatissimi dei fissati o il ciondolare sospesi in aria su biciclette altissime.
Pratiche del tutto incomprensibili se le si giudica a partire da ferrei parametri utilitaristici.
Invece è solo sforzo gratuito tramutato in sfarzo.
Quel lato misteriosamente estetico e riflessivo di una natura arcana.
Si divertono a assemblare carri bizzarri o bici a due piani lente e scomodissime. A patto però di affermare senza alcun compromesso una logica eco-sostenibile all'interno di ampi spazi transizionali.
A volte sono regressivi.
Spesso anche nostalgici.
All'apparenza sembra un ritorno ai minimi termini, all'oggetto povero spesso quasi informale.
Ma la loro ricerca di forme primitive e grezze è solo il punto di lancio per ridefinire nuove coordinate, nuove progettualità inaudite.
Allora riciclare assolve alla funzione di smontare a pezzi minimi il vecchio, per poi rimpiegarli nella costruzione di nuove entità complesse. Spesso facendo emergere nuove funzionalità.
In ogni caso tale decostruzione essenzialistica diventa il negativo dialettico per una nuova sintesi potenziale capace di centrifugare tutto senza scarti, anzi a partire da essi.
Con questi nuovi mezzi a due o più ruote provano a differenziarsi dalla massa informe.
Con essi si gettano nel mondo per nuove spiazzanti avventure.
E non è poi importante se da Milano a Parma ci si impieghi tre giorni.
Nella nuova era globalizzata post industriale, post lavorativa il tempo non si misura più secondo la prestazione più efficace o economica. A contare sono altri parametri virati ludicamente.
A sostenere tale progettualità c'è ora una nuova umanità.
L'ultima sul mercato della vita.
Giovani androgeni slanciati, dai corpi scultorei quanto sinuosi.
Vanno seminudi.
Hanno superfici spesso segnate da tatuaggi esoterici studiatissimmi, en pendant con l'abbigliamento.
Ma soprattutto esprimono una carica erotica nuova.
Sfacciata e aggraziata, adulta e infantile allo stesso tempo.
Che sia questa la generazione degli avatar incarnati?
Non sono avidi.
Piuttosto sono generosi e solidali con il prossimo.
La sincerità è per loro un valore.
Le loro parole, le loro emozioni esprimono senza filtri ciò che vivono.
Anche in questo provano a essere scoperti.
Senza troppe maschere reverenziali.
Forse sono troppo acuti o troppo ingenui, non l'ho ancora capito bene.
In ogni caso sono spesso laureati. Sebbene non disdegnino di sporcarsi le mani magari usando un trapano o un cacciavite.
Sono loro l'ultima avaguangardia di privilegiati a cui è toccato in sorte il destino dell'umanità?
Sicuramente sono più friendly e meno eccessivi rispetto i loro predecessori.
Sono attentissimi alla salvaguardia della natura al punto da farsene paladini.
Non disdegnano di essere vegetariani spesso fino al punto di convertirsi al veganesimo.
Tutto ciò pur di costruire un mondo nuovo più sostenibile.
Come potrebbero non piacere, nonostante tutto...

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